martedì 29 settembre 2009

9 DENDAR

Gdraddict: "La scoperta del verme solitario"
Dopo un paio d’ore ci rendiamo conto che dobbiamo assolutamente riposare, così trovo un posto riparato e ci accampiamo. Quando ormai l’alba è già alta, veniamo svegliati da Edvige che ci avvisa del pericolo: un grosso pipistrello (di giorno?) cambia forma sotto i nostri occhi diventando una massiccia bestia artigliata e zannuta simile a… a un… tasso? La “morte che cammina tra le dune”… Una voce che aleggia nell’aria ci intima di consegnarle El Edein. Credo che, esclusa Fiann, a tutti venga una piccola tentazione… di sicuro viene al mio fermaglio: “consegnalo e non avrete guai, tu puoi farlo, puoi convincerlo ad andare spontaneamente! È semplice… basta volerlo.” Cerco di scacciare la voce suadente dai miei pensieri mentre gli altri già scattano in azione. GP, Fiann e Lee si lanciano sullo strano essere, Drevlin resta a proteggere il bambino e io salgo su un masso per colpire a distanza con la balestra. Colpire… Sarà che sono ancora scossa per gli eventi della notte, al primo tentativo l’arma si inceppa e impiego un po’ a sistemarla; poi il mio dardo sibila a un soffio dalla testa del monaco per rimbalzare fuori controllo a rischio e pericolo degli altri. Meno male che non si sono accorti di nulla e nel frattempo sono riusciti ad abbattere la bestia, che si liquefa sotto i loro occhi. No, massacrare il prossimo non è decisamente la mia vocazione… Rimesso in piedi GP, atterrato dall’animale durante lo scontro, riprendiamo il cammino. Con nostra sorpresa, il genasi finalmente ci rivela che prima di finire nella bottiglia era al servizio di un potente dijinn, che era presente all’apertura del portale e che sapeva la parola necessaria per aprirlo. Sapeva, perché ora, a suo dire, non la ricorda. Commentando la cosa, arriviamo al monastero; il bimbo è felicissimo e il priore ci riceve immediatamente. Dice che è riuscito a sapere cosa siano i nostri oggetti magici e soprattutto di avere scoperto cosa si nasconde dietro il portale della cascata: in una dimensione infera ci sarebbe un essere demoniaco, Dendar, che si nutre di incubi e aspetta di diventare abbastanza potente da liberarsi e invadere il mondo per portarlo alla rovina. Questa storia non fa che peggiorare… Quindi ci viene chiesto di occuparci di un fatto probabilmente collegato alla questione, cioè la scomparsa, avvenuta qualche giorno fa a Calimport da un loro tempio, di una reliquia, più precisamente un piede del santo di cui dobbiamo ricomporre lo scheletro, trafugato dai soliti finti monaci di Ilmater. Anche Fiann deve arrivare in città per raggiungere la sede della Cabala, così mentre il priore prende accordi con la genasi, noi abbiamo il tempo di lavarci, cambiarci e riportarci alla decenza. Tutto questo sangue incrostato ai capelli, i vestiti laceri… almeno il tatuaggio non è rovinato. Non vorrei crederci, ma non riesco più a togliere il fermacapelli, allora approfitto del momento di tranquillità per parlare con la voce suadente. È una voce femminile, ora me ne accorgo chiaramente. Si diverte a non dire quali siano i termini del “patto”, si limita a suggerire che se lo vorrò potrò comandarli tutti, che se accetterò il suo aiuto avrò grandi poteri in cambio. È un parziale sollievo sentire che è la MIA volontà a decidere, almeno per ora… ma so che potrebbe mentire, che magari aspetta il momento giusto per prendere il sopravvento. Cosa accadrà se mi rifiuterò di obbedire? E se usasse le informazioni che stiamo raccogliendo per suoi scopi poco edificanti? Ora che so, non posso tacere con gli altri; si saranno pur accorti che l’aura magica della spilla è sempre più forte…
Veniamo teletrasportati a Calimport, vicino al tempietto dove è scomparsa la reliquia. Si tratta di una zona periferica della città frequentata da gente piuttosto indigente. Dopo giorni di deserto non sono più abituata alla confusione e agli odori forti; ci sono persone di ogni tipo abbigliate nei modi più diversi, anche i genasi sono abbastanza comuni. Giunti a destinazione, Fiann ci lascia per sbrigare i suoi doveri; noi ci facciamo spiegare ben bene quanto è accaduto, chi abbia trafugato il piede e apprendiamo che la setta di Dendar (creatura ben nota nelle leggende locali come una sorta di “uomo nero”) potrebbe avere una sede qui in città: il monaco non sa di preciso dove, ma ha degli informatori che potrebbero scoprirlo. In più, il religioso dà a GP anche qualche notizia sul suo artiglio: dice che potrà liberarsene solo grazie alla sua forza interiore, che tramite un gesto eclatante nato dal suo intimo e rivolto al bene potrà sconfiggere la maledizione. Dopo aver lasciato un’offerta al tempio, mentre Drevlin sbriga le sue faccende in banca noi cerchiamo una locanda dove alloggiare, tentando di contenere GP che vorrebbe trovare una sistemazione di gran lusso. Troviamo il locale che fa il caso nostro nei pressi del centro città, vicino alla zona dei mercati. Il mago arriva ben oltre l’orario di cena e pare tutto soddisfatto del rapporto inviato ad Halruaa. Chissà se riusciranno a decifrarlo… Speriamo non abbia parlato di me e soprattutto del fermacapelli!
Una notte intera a dormire su un letto vero, senza turni di guardia, senza assalti, senza artigli… persino senza sogni. Mi sembra di non riposare così da un’eternità!
Il giorno dopo ci dedichiamo a rinnovare il nostro abbigliamento piuttosto logoro e inadeguato. Drevlin paga anche i miei acquisti con le sue sovvenzioni, dato che i soldi non sembrano essere un problema. Vogliamo commentare le scarpine nuove che si è comprato GP? Il pomeriggio successivo veniamo convocati dal monaco, che ha saputo dov’è il nascondiglio degli adoratori di Dendar. Anche Fiann ha lasciato un messaggio, dicendo che il processo a Pyros è in pieno svolgimento ed è entrato nella fase più delicata, per cui non può muoversi.
Noi intanto, non avendo altre piste da seguire, non potremo che fare una visitina al covo degli “adoratori dell’incubo”. Ci sarà da combattere, sempre che gli altri mi permettano ancora di farlo…
Prima però voglio parlare con Drevlin. Lui è il “capo”, lui dovrà decidere se correre il rischio di avermi con loro nonostante la vocina suadente, lui è quello che capisce di magia e magari sa dove rivolgersi per liberarmi da questo oggetto. Inoltre, in certi modi di fare, lui mi ricorda un po’ Yerodin…

sabato 26 settembre 2009

8 LA VOCE SUADENTE

Gdraddict: "La caduta di Pyrlos"
Pyros ci fa sapere che sta aspettando la visita di un superiore molto importante, un efreeti antico e di grande sapere che sarà ben felice di presentarci. Per questo non ci lascia partire: se qualcuno ci notasse, il loro nascondiglio sarebbe scoperto e in questo momento non può permettersi un rischio del genere. L’unica possibilità che abbiamo è crearci degli alleati che possano favorire la nostra fuga: io mi occupo principalmente di Pyros e Fernal, GP ovviamente di Fiann, Drevlin e Lee dei restanti 3. I due genasi della terra si sentono legati a Pyros da un “debito di vita” perché li ha liberati dalla schiavitù e li tratta bene, Shawaly è una novizia della setta ma, pur non condividendo in pieno l’operato del capo, sembra già inquadrata; nessuno dei tre purtroppo è sufficientemente scosso dalle parole dei miei compagni. Fernal è un pazzo sanguinario che gode ad ammazzare umani inermi, il più convinto delle idee del capo e il più legato a lui. Vorrei saltargli al collo, fargli capire quanto lo disprezzo, invece devo trattenermi. Così scopro che ce l’ha a morte con Fiann perché è stato affidato a lei il ruolo di guardia del corpo di Pyros dalla Cabala, e questo probabilmente per controllarne l’operato. La ragazza è in contrasto con Fernal anche per una scorreria che lui avrebbe fatto coi genasi della terra causando la morte di alcune persone. In pratica, si è divertito a sgozzare un’intera famiglia, bambini compresi. Non credo che Fiann sappia anche questo, forse è davvero lei quella che potrà aiutarci… Pyros invece si offre per analizzare e capire meglio le potenzialità degli oggetti magici che portiamo con noi. E certo, vengo a consegnare l’artefatto dalla vocina suadente proprio a te… Ci rimane un po’ male quando si accorge che sapevo benissimo del mazzo delle meraviglie, ed è con una certa stizza che si lascia scappare di non sapere cosa voglia il suo capo. Infine, Fiann non vuole trattenere il bimbo contro la sua volontà e sarebbe disposta a “lasciarcelo prendere”. Non verrà comunque meno al suo giuramento di proteggere Pyros. Sono sollevata, la ragazza non aveva secondi fini. GP allora mi porta a parlare con lei, che quando viene a conoscenza dell’esatto operato di Fernal si infuria e decide di aiutarci a scappare. Poi denuncerà lui e Pyros alla Cabala per farli processare. Lei porterà fuori il bambino di notte con la scusa di accompagnarlo in bagno e ce lo consegnerà. Inoltre dirà a Shawaly di non dare subito il cambio di guardia. Noi dovremmo perciò occuparci degli altri 3 e poi andarcene il più in fretta possibile. Nel frattempo torna Edvige con un messaggio dei monaci: ci sono novità urgenti, dicono di fuggire al più presto e riportare il bimbo da loro, che ci teletrasporteranno immediatamente a Calimport.
All’ora stabilita scatta il piano. Drevlin lancia un “messaggio” così saremo in contatto e io indosso il fermacapelli. Nelle intenzioni è l’arma della disperazione, ma spero di non doverla usare. GP, potenziato da pozioni varie, esce dagli alloggi per recuperare il bimbo, poco prima di me che devo fare da esca per Fernal. Questi però si è accorto di lui ed è già sospettoso quando mi vede: il nostro piano va a monte prima ancora di cominciare. Siamo costretti a combattere. Drevlin stordisce Fernal con uno “spruzzo di colore” e torna verso la baracca dove Lee sta già affrontando Pyros. GP ha convinto Fiann a portare il bambino in salvo e viene ad aiutare il monaco. Fortunatamente i due genasi della terra non si sono ancora accorti di niente. A me il compito di tenere a bada Fernal, che prima di cadere sotto l’incantesimo del mago è riuscito a ferirmi. Sono distratta da quello che accade intorno, preoccupatissima per gli altri, soprattutto quando la baracca esplode in una palla di fuoco. Mi arriva diretta la rabbia dei miei compagni: quel bastardo di Pyros non ha esitato a incenerire Shawaly per fermare loro. Sarà per questa confusione che la metà delle volte manco il genasi inerme di fronte a me e per la restante metà non riesco che a graffiarlo. Preferisco non perdere tempo prezioso per curarmi, non vorrei che l’effetto dell’incantesimo finisse e Fernal tornasse in piedi. Lee cade, ma Drevlin e GP alla fine uccidono Pyros. Il trambusto però ha richiamato i due genasi della terra: il primo scaglia una freccia infuocata contro il mago, il secondo corre verso di me con la spada sguainata. Lo vedo arrivare, posso schivarlo. Mi sposto di lato, ma non abbastanza: la lama si abbatte violentemente sulla corazza, ci scivola sopra per un attimo per poi affondarmi nella schiena. Il dolore è insopportabile, mentre cado a terra non ho neanche il tempo di gridare; un buio freddo mi risucchia nel silenzio.

… aspetta, non è proprio silenzio, c’è un lieve sussurro… no, è come un pensiero che stenta a prendere forma. Di colpo, si staglia nitido nella mia mente: “Vuoi vivere?”
È uno schiaffo: sto morendo? Forse sono già morta, il mio corpo non ha peso…
Non so perché, vedo mio fratello: mi guarda e sorride; sento la voce di mia madre che ci chiama… Ho solo 17 anni…
- “Sì”.
La risposta esce da sola, eppure conosco quella voce… Mi aspetto che aggiunga qualcosa, invece tutto svanisce di nuovo in un dolore ovattato e nella fatica di respirare.
Quando mi riprendo stento a mettere a fuoco il volto di Lee chino su di me. È stravolto. Mi ha curata, ma non riesco nemmeno a rimettermi in piedi. Malik si struscia contro il mio braccio. Gli gratto la testa mentre mi guardo intorno: per terra c’è una quantità impressionante di sangue rappreso. Lì accanto, Drevlin è accovacciato vicino a GP, sta bene e dà ordini precisi. Il genasi invece è in uno stato pietoso, si rialza a fatica. Mi aiuto con una pozione, ne passo una anche a lui. Fernal è accasciato di fianco a me, decisamente morto. La schiena fa male e sono scossa dai brividi. Quel che resta della baracca bruciacchia pigramente, dentro i 2 genasi della terra si lamentano per le ferite e si disperano per la morte di Pyros. Dobbiamo andarcene subito. Prendiamo dei cavalli e usciamo dalla gola.
Mi sembra tutto un po’ irreale, la verità è che non riesco a credere a quello che ho fatto: ho stretto un patto con un’entità del genere senza nemmeno sapere cosa voleva in cambio. Perché non gliel’ho chiesto? Non mi ha certo salvato per gentilezza, la mia vita avrà un costo…
Sto tremando. Il cavallo si innervosisce un po’.
Non potrei mai far del male agli altri, tanto meno per conto suo…
Quasi subito incontriamo Fiann con il bambino. GP l’abbraccia e le spiega velocemente quello che è successo. Poi proseguiamo verso il monastero.

venerdì 25 settembre 2009

7 RAPIMENTO

Gdraddict: "I bambini fanno Ahaa!"
Non trovo più la magia dentro di me, perdo completamente il controllo. Percepisco gli altri che cercano di calmarmi, ma come possono capire quello che mi sta succedendo? Non so quanto impieghi Lee a tranquillizzarmi un po’ e a convincermi a riposare. In effetti, il mattino dopo va meglio: riesco di nuovo a usare la mia magia e il senso di spossatezza è quasi svanito.
Ci incamminiamo verso il monastero e il viaggio procede senza imprevisti, a parte un qualcosa di simile a un pipistrello che svolazza in pieno giorno. Sarà la “morte che cammina nel deserto” venuta a controllarci? Fortunatamente non abbiamo modo di scoprirlo.
Per la verità accade anche un’altra cosa: sento una vocina insinuarsi nella mia mente e sussurrare “dominali, dominali tutti, a uno a uno… ti basterà volerlo, pensarlo… sarà semplice!” Mi inquieta che di colpo l’oggetto abbia deciso di manifestarsi, mentre finora si è ritratto ad ogni tentativo di capirlo. Perché l’ha fatto? Non c’è pericolo, non sta accadendo nulla di particolare… cosa può averlo spinto? Forse l’artiglio? Dovrò trovare il modo di capirne di più.
Giunti in prossimità del monastero vediamo un certo movimento di monaci: ce ne sono una ventina ai piedi della collinetta, piuttosto agitati. Arrivati da loro, scopriamo che sono in allarme perché uno dei ragazzini usciti per raccogliere erbe è scomparso. Pare che abbiano trovato delle tracce, ma per ora i fatti sono confusi. Mentre cercano di far luce sull’accaduto, noi parliamo con il priore e lasciamo a lui i libri e le pergamene che abbiamo recuperato a Makal per ricavarne tutte le informazioni possibili. Poi finalmente posso lavarmi! Mi godo ogni singolo momento in cui l’acqua scivola sulla mia pelle, portandosi via gli ultimi segni di quel luogo logorato dal male. Riposo un’ora prima della cena con il priore. Al monastero vige l’austerità, ma trovo il cibo molto buono. Discutiamo con il monaco di quello che abbiamo scoperto e delle nostre supposizioni. Poi ci viene detto che probabilmente il bambino scomparso è stato rapito: hanno trovato altre tracce oltre alle sue e ci sarebbe bisogno che qualcuno vada a cercarlo. Loro non sanno gestire questo tipo di situazioni, per cui ci viene chiesto di aiutarli. Accettiamo, veniamo riforniti di pozioni e ci diamo appuntamento per il mattino dopo. Guarda caso, all’ora prevista manca GP. Dobbiamo aspettare parecchio per vederlo comparire tutto gongolante, dicendo che ha indagato e recuperato informazioni (il bambino è un genasi dell’aria e pare abbia manifestato poteri stregoneschi). Glissa su come le abbia avute e ci dirigiamo sul luogo della scomparsa. Troviamo le tracce e capiamo che i rapitori non possono che essersi diretti per l’unico sentiero vagamente percorribile su per la collina. Camminiamo per diverse ore fino a quando giungiamo in vista di una strozzatura più in alto, un passaggio obbligato adatto a un’imboscata. Mando Malik in avanscoperta: vede due uomini di guardia nascosti ai margini del sentiero. Discutiamo brevemente sul da farsi, poi GP e Lee decidono di andare a parlamentare. Tornano dopo pochi minuti accompagnati da un genasi dell’aria armato che ci scorta in un accampamento nascosto e piuttosto organizzato. Fanno problemi con Drevlin, che non è ben visto, forse perché mago. Veniamo ricevuti dal capo, un genasi del fuoco di nome Pyros vestito elegantemente: accoglie cordialmente GP e me, mentre tratta da esseri inferiori i due umani. Non riesco ancora a credere di essere un’aasimar… Nel campo ci sono 6 genasi: Pyros e la sua guardia del corpo (una genasi del fuoco di nome Fiann), due genasi dell’aria (la ragazza, Shawaly è molto carina; Fernal è piuttosto scontroso), e due genasi della terra taciturni, tutti inquadrati in una gerarchia rigida. Il bambino è con loro, ma non ce lo lasciano vedere perché sta riposando. Il vero problema è che GP qui si sente molto a suo agio e restiamo allibiti a sentirlo cantare una ballata, tra l’altro pregevole, sul portale della cascata! È ufficiale, è veramente pazzo!! Credo che se sapesse farlo, Drevlin lo incenerirebbe sul posto mentre svela a Pyros tutto ciò che sa sull’argomento. In compenso, il suo spettacolino gli guadagna l’interesse del suo ospite e soprattutto di Fiann.
Veniamo confinati nei nostri alloggi fino all’ora di cena, dove scopriamo che questo gruppo appartiene a un’organizzazione segreta chiamata La Cabala che, a dir loro, vuole portare i genasi al potere nel Calimshan perché il governo degli umani è corrotto e inetto e perseguita la loro razza superiore. Dicono che il bambino ha diritto a crescere in un posto dove le sue potenzialità vengano sfruttate e non può essere lasciato a marcire in un monastero di Ilmater dove non gli faranno conoscere la vita. Il capo carismatico ha plagiato gli altri componenti, che forse non si rendono pienamente conto delle sue vere intenzioni (dice a Drevlin frasi tipo: “verrete spazzati via dal Calimshan, godetevi questi ultimi anni”…). Io e GP veniamo invitati ad unirci all’organizzazione, Lee e soprattutto Drevlin vengono trattati come feccia, ma la cosa non smonta per niente il mago che ribatte colpo su colpo (la sua magia non è certo inferiore alla loro, sa anche lui cosa vuol dire crescere in un ambiente ostile, il suo sangue non è molto diverso dal mio…) e intavola una discussione con Shawaly, che sembra la più “ragionevole” del gruppo. GP intanto fa bella mostra di sé approvando ogni affermazione di Pyros e lavorandosi Fiann (o è il contrario?). Il capo si occupa in particolare di me: ha riconosciuto il mio sangue misto (ma com’è che qui se ne accorgono tutti e io neanche lo sapevo?) e cerca di convincermi della bontà della sua causa, mentre io lo assecondo senza troppo entusiasmo. Lo trovo odioso, arrogante e il suo progetto mi sembra folle. Il problema ora sarà andarsene da qui… E quella vocina torna a farsi sentire, maliarda: dominali, uno a uno… tutti quanti!” Non ci fanno vedere il bambino nemmeno questa sera e dobbiamo ritirarci nei nostri alloggi, mentre GP si imbosca con Fiann. Almeno qualcosa di buono…
Durante il mio turno di guardia sento Pyros parlare con qualcuno: dice che “lui” è qui, che corrisponde alla descrizione e che sembra proprio quello che stava cercando. Una voce cavernosa risponde di trattenerlo per tre giorni, fino al suo arrivo. Non mi piace: per me GP si è infilato in guai grossi, enormi… e non è mai capace di tacere, accidenti a lui!
Eccolo che torna, tutto spettinato e con un sorrisino soddisfatto. Speriamo non si metta a fare un resoconto dettagliato della sua nottata! Chissà se ora i neuroni, non più soffocati a morte dagli ormoni, ricominceranno a funzionare in maniera decente…
Drevlin intanto ha mandato Edvige al monastero con un messaggio per i monaci e cominciamo ad approntare un piano per la fuga. Fuggire furtivamente con un bimbo, un cieco e uno che non vuole andarsene non sarà cosa semplice… Pare anche che per il campo giri un serpentello, probabilmente il famiglio di Pyros.
Il mattino dopo finalmente possiamo vedere il bambino. Sta bene, ma è un po’ spaventato e vorrebbe tornare dai monaci. Lo tengono chiuso in una stanza senza finestre e la cosa lo infastidisce. Esce solo per poco tempo insieme a Fiann, che è piuttosto materna con lui.
Decidiamo di non agire subito, per studiare meglio la situazione e vedere di andarcene evitando scontri cruenti che potrebbero mettere a repentaglio anche la vita del bambino. Chiacchierando con Drevlin, scopro che anche lui ha delle doti da stregone e che per questo durante l’infanzia è stato maltrattato. Ecco svelato il perché sia un mago di Halruaa diverso dagli altri.

giovedì 24 settembre 2009

6 IL TOCCO DELLO SPETTRO

Gdraddict: "In prestito a lungo termine"
Al mattino Lee cura le mie ferite e cerca di capire come poter aiutare GP a guarire… in realtà, nonostante le pustole, è convinto che stia benissimo! Perfetta diagnosi da cieco.
Riprendiamo l’esplorazione della biblioteca. Libri e pergamene di questo piano sembrano conservati un po’ meglio, ma optiamo per una ricerca sommaria perché le condizioni di GP ci preoccupano e abbiamo ancora 3 giorni di deserto per tornare. Giunti alla sezione storica però ci lasciamo prendere la mano e GP è il primo a perdersi alla ricerca di spunti e ispirazioni per la sua nuova passione per il canto e le ballate. Impieghiamo ore intere setacciando tutte le stanze: scopriamo poche notizie utili ma recuperiamo una pozione e un ankh d’argento magici. Ovviamente Drevlin si precipita. Ogni volta che incappa in un oggetto magico è come se perdesse il controllo: ci si avventa con lo sguardo acceso, tutto il resto smette di esistere, di avere importanza. È irritante, mi innervosisce… questo sì è tipico di un mago di Halruaa! Anch’io sono incuriosita dalla magia, cercare di capire un oggetto è intrigante, ma la sua frenesia è fastidiosa ed eccessiva. Ad ogni modo, Drevlin si rivela abile e provvidenziale, perché dopo aver esaminato per bene la pozione la fa bere a GP che in brevissimo tempo riacquista il suo solito colorito blu ed è liberato dal contagio della mummia. Anche noi finalmente veniamo liberati dai suoi lamenti piagnucolosi mentre il mago è sommerso dai suoi baci e abbracci…
Sembra però che manchino ancora delle ali della biblioteca, così mi metto a cercare su tutte le pareti eventuali altri passaggi segreti. Alla fine ne trovo uno, ma non capisco come si possa aprire. La situazione viene risolta ancora da Drevlin, che appoggiandoci sopra l’hank fa scattare la serratura. Quest’ultimo piano sembra davvero interessante; devono essere secoli che qualcuno non ci mette piede e tutto è conservato piuttosto bene. Ci sono libri sacri, la sezione di magia, la corrispondenza privata del pascià: il mago si squaglia di fronte a questo spettacolo e cerchiamo con molta attenzione. Grazie alle percezioni di Lee troviamo anche alcuni oggetti magici e un libro che non riusciamo a prendere, ma siamo interrotti bruscamente dalla fuga dei nostri famigli, spaventati da qualche presenza. Una voce minacciosa ci graffia i pensieri (come osate!...), lo spettro di una donna in abiti eleganti si scaglia su Lee. Dev’essere lei, quella che il fantasma non ha potuto uccidere… Non so come, Lee schiva gli attacchi ma la donna colpisce GP corso a dar manforte. Poi la vedo lanciarsi verso me e Drevlin, che la stiamo bersagliando con la magia. È tremendamente veloce… non riesco ad evitare il suo colpo. Gelo e panico mi bloccano il respiro e la mente si confonde; reagisco d’istinto con la spada, forse la manco… vorrei scagliarle contro un altro incantesimo ma non riesco a ricordarlo… sento Drevlin recitare una formula e per fortuna GP ripiomba su di lei e la finisce. È molto fiero del suo successo! Lo vedo esaltarsi dal mio stato di debolezza… non sono molto lucida.
Finiamo di esplorare le ultime 2 stanze. GP scopre una porta segreta dietro la quale c’è il libro di Azut, protetto dal fantasma di prima. L’uomo ci ringrazia per aver liberato la sua figlioccia dalla non morte e ci chiede di non prendere il libro perché non ce lo permetterà. Temo che Drevlin faccia qualcosa di avventato, ricordo la luce nei suoi occhi mentre parlava del libro, invece acconsente quasi subito. Il fantasma ci racconta quello che sa su questo luogo e sulla fine dell’ultimo pascià, che era il fratello della donna spettro. È stata lei a farlo credere pazzo e a portare il male in questo luogo. Per questo il fratello ha deciso di scappare con il filatterio in un luogo più “sicuro”, ma non sappiamo esattamente dove. Abbiamo anche scoperto che il portale della cascata probabilmente non porta sul piano elementale dell’aria, ma in un posto ben peggiore.
Quando stiamo per congedarci, GP chiede di parlare da solo col fantasma e noi lo aspettiamo nell’altra stanza. Ci guardiamo in silenzio, forse tutti ci domandiamo cosa passa per la testa del genasi… Credo che in questo posto abbia ritrovato molti ricordi, che a volte sia penoso per lui attraversarli, che stia cercando delle risposte non facili da accettare. Sento anche che sa più di quanto dice agli altri… forse non è pronto a confidare certe cose di sé, o forse è spinto da motivi più discutibili… Evidentemente anche Lee la pensa come me, perché gli dice che quando si deciderà a raccontare quello che sta tacendo lui ci sarà. GP però svicola con una risposta evasiva e vista l’ora decidiamo di tornare a dormire nella solita stanza.
Mi stendo lontano dall’artiglio, che anche questa volta si beve il sangue di Lee. Quell’arto maledetto esige un tributo giornaliero, dovremo tenerne conto. Durante la notte però la situazione peggiora. Mi sento malissimo e non riesco a riposare. Anche GP è stato ferito dallo spettro ma non mi sembra così malmesso. Ho tutto il corpo indolenzito, ogni movimento richiede fatica; la mente è offuscata da un senso di vertigine e i pensieri vanno da soli in strane direzioni… alcuni di loro svaniscono in piccole volute di nebbia, altri si perdono in quel fastidioso ronzio che mi tortura le orecchie… quando cerco di rimetterli in ordine il panico monta lentamente mentre il sudore cola freddo lungo la schiena. Gli incantesimi! Non ricordo più gli incantesimi! Non è possibile, io sento di saper usare la magia, so di poterlo fare… come posso averlo dimenticato? AIUTO!

mercoledì 23 settembre 2009

5 L'ARTIGLIO

Gdraddict: "post I: diversamente maniaco" e "post II: gioco di mano, gioco villano"
Usciamo dalla stanza del tempio per riorganizzare le idee. Forse è meglio lasciare almeno un avviso per evitare che altri malcapitati finiscano vittime della maledizione. Lee però vuole sapere se la pietra reagisce all’acqua santa, così lo riaccompagno di sotto, ma non succede nulla. Poiché è piuttosto tardi e non ci va di passare la notte in mezzo ai non-morti, ci allontaniamo per un tratto dalla città e ci accampiamo nel deserto. La notte è tranquilla, finché mi sveglio di soprassalto per un dolore lancinante alla spalla. Devo aver gridato, gli altri si precipitano… quell’artiglio schifoso è piantato nella mia carne a pochi centimetri dalla giugulare e si sta bevendo soddisfatto il mio dolce sangue! Urlo in faccia a GP, è impazzito? Lui sembra attonito e fissa l’artiglio con sguardo vacuo, dice che non è colpa sua, che stava dormendo e non sa come possa essere successo… Ci vuole un po’ per tornare alla calma, per fortuna il resto della notte scorre senza altri inconvenienti.
Il mattino seguente, dopo aver curato le ferite, scendiamo nei sotterranei del palazzo reale di Makal, in cerca della biblioteca. Ci ritroviamo ad affrontare un altro gruppo di non morti, ma stiamo imparando a coordinarci meglio e l’artiglio di GP è piuttosto efficace, così li sconfiggiamo agevolmente.
Finalmente troviamo un passaggio segreto e grazie all’irruenza del GP, che si fa esplodere un paio di trappole sul muso (non si fida delle mie capacità?), e alla mia abilità di scassinatrice riusciamo a disinnescare le trappole magiche che proteggevano le porte.
Una volta entrati, in una delle stanze troviamo su un tavolo uno scritto e una spada magica che un bibliotecario fantasma dall’aria molto triste ci lascia prendere per poi dileguarsi. È strano, ma sembra che in questo posto l’aura maligna sia più debole, forse lui è riuscito in qualche modo a contrastare il male che permea ogni pietra di questa città. Nella lettera abbandonata, dice di non essere riuscito a colpirla con questa lama, non ha potuto… chissà chi era questa donna a cui teneva così tanto, chissà se anche lei vaga per questi sotterranei senza pace…
Proseguiamo la nostra esplorazione scendendo al piano inferiore attraverso un altro passaggio nascosto. Qui però c’è una mummia a sbarrarci il passo. Non è certo un bello spettacolo… GP parte alla carica potenziato dagli incantesimi di Drevlin, ma la mummia risponde ai suoi colpi. Le ferite devono essere abbastanza serie perché il genasi si sposta dall’arco della porta per permetterci di attaccare da lontano. Vedo Drevlin potenziarlo con un altro incantesimo mentre incocco un dardo nella balestra. La mummia si avvicina, io e Lee la affrontiamo: il monaco non vuole correre il rischio di contagiarsi e sguaina il bastone per colpire… la botta alla testa arriva a tradimento e quasi perdo i sensi. Sembrerebbe che la mummia sogghigni divertita… so che non può farlo, però l’impressione è quella quando il bastone di Lee non la sfiora nemmeno per abbattersi su di me. GP allora si lancia alla carica, ma si è dimenticato delle sue nuove dimensioni extra large e si schianta di testa contro l’architrave finendo lungo disteso. Se ci togliamo dai guai, questa gliela rinfaccerò per lungo tempo! La mummia, purtroppo, non si scompone: questo solo perché volta le spalle alla scena ed è priva di ogni senso dell’umorismo…
Alla fine tutti insieme riusciamo a sconfiggere il non morto, ma siamo un po’ malmessi. GP in particolare necessita di cure immediate, per non parlare di quelle pustole grigiastre, del colorito malsano e del coro di lamentele che sta innalzando. Credo proprio che sia stato contagiato!
Vista la stanchezza e le sue condizioni penose, decidiamo di riposare al piano di sopra della biblioteca, nella stanza dove si trova il passaggio nascosto. Dato che lì è facile bloccare la porta d’accesso, non dovremmo avere spiacevoli sorprese o visite inaspettate. Questa volta dormo ben lontana da GP, anche perché lui è un lamento unico “Ahi! Sto male!...”. A sorvegliarlo rimane Lee, ma nel sonno l’artiglio colpisce di nuovo bevendosi il sangue del monaco. Speriamo almeno che non abbia contagiato pure lui…

martedì 22 settembre 2009

4 LA MALEDIZIONE DI MAKAL

Gdraddict: "il raduno dei Dik Dik" - ultima parte
Il mattino dopo arriviamo al monastero, dove i monaci ci accolgono cordialmente. Dopo averci dato una sistemazione, il priore ci riceve e Drevlin spiega che stiamo cercando il filatterio del Lich Atenor per evitare che venga usato per fini malvagi (ah sì?). Per questo ci viene consentito l’accesso alla loro fornitissima biblioteca, che però, con gran dispiacere del mago, non contiene libri magici. Scopriamo comunque che il Lich in vita era un dijinn e che il suo filatterio ha reso pazzo l’ultimo re di Sarawak, che pare l’abbia portato con sé quando è fuggito nel deserto. Inoltre, nel bel mezzo del deserto ci sarebbe un portale somigliante a una cascata che accede direttamente al piano elementale, ma per poterlo attraversare è necessaria una gemma. Questa però è stata letteralmente “incorporata” da un alto chierico di Ilmater, che si è poi fatto smembrare da un suo discepolo per disperdere le varie parti del suo corpo in tutto il Faerun, in modo tale che la gemma non potesse essere utilizzata. Ora, per poterla recuperare, è necessario ricostituire l’intero scheletro del santo. Complicato… Beh, i commenti di Drevlin sono stati ben peggiori! Perché hanno scelto un modo così contorto? Temevano un’invasione? Non pensavo che il piano elementale rappresentasse un tale pericolo.
Per avere informazioni più precise però dovremmo recarci all’antica capitale del regno di Sarawak, Makal, alla ricerca della biblioteca personale dell’ultimo pascià. Alcuni dei libri che abbiamo consultato infatti sono stati portati qui da avventurieri di ritorno da quel posto. Il problema è che la città è infestata dai non-morti e pare che molti di quelli che si sono arrischiati lì siano impazziti o abbiano tentato di uccidere, con risultati più o meno efficaci, i loro compagni. Non è certo invitante… Non mi piace l’idea: non morti, pazzia, pericolo, non so neanche esattamente per cosa dovrei rischiare la mia vita, in fondo io sono qui per caso. Però… se quelle notizie cadessero nelle mani sbagliate sarebbe davvero un bel guaio. In più, gli altri del gruppo mi hanno accettata senza chiedermi nulla, non hanno mai detto nemmeno una parola sull’artefatto che mi porto appresso, la cui aura diventa sempre più potente anche se continua a nascondermi la sua vera natura. Credo che Lee sia convinto che io sia una persona che non farebbe del male e questo basta a tutti loro. Forse non ho una vera alternativa: chiudermi nel monastero? Non c’è nient’altro nel raggio di chilometri, cosa potrei fare da sola? In questi giorni sono stata abbandonata anche dai miei sogni e dalle mie visioni… Quello che mi convince veramente è che gli altri sembrano dare la mia presenza per scontata, almeno di fronte a me. Drevlin al solito prende in mano la situazione e stabilisce il da farsi. Prima di congedarci, il priore mi parla in privato: con pregevoli perifrasi mi dice che vede il mio sangue angelico, che devo fidarmi delle mie capacità e cercare le risposte dentro di me, senza farmi influenzare dall’esterno. Io resto allibita. Discendenza extraplanare? Certo questo spiegherebbe i miei particolari poteri, però perché finora non l’ho mai saputo? Questi pensieri, più quello della città infestata, disturbano il mio sonno. Speriamo in bene…
Impieghiamo tre giorni per giungere a Makal.
Appena ci inoltriamo nelle rovine veniamo assaliti da un gruppo di zombie dagli arti deformati. Questa volta ce la caviamo bene e usciamo dal combattimento senza gravi ferite. Facciamo un giro per la città bassa senza trovare nulla di particolarmente interessante, ma il luogo è opprimente: la grandezza, lo splendore e la bellezza che un tempo caratterizzavano questi posti restano evidenti, ma tutto ora è come deformato, corrotto dall’interno da un male senza nome. Volti perfetti e forme armoniose di sculture e bassorilievi si sono contorti mostruosamente, ghigni poco rassicuranti scrutano i nostri passi. Anche noi parliamo poco. A tratti negli occhi di GP sembrano emergere ricordi… dev’essere molto sgradevole sapere com’era la città e vederla ora, non vorrei essere al suo posto.
Entriamo in un tempio, GP dice di riconoscerlo e che era dedicato alla divinità del commercio. All’interno una statua imponente dalle gambe ormai informi e saldate tra loro sta di guardia ad alcune gemme adagiate ai suoi piedi. GP è fortemente tentato, vorrebbe sgraffignarne qualcuna nonostante i nostri divieti. Ma dico, come si può pensare di rubare delle offerte a una divinità? Credo che il mio sdegno traspaia dall’occhiataccia che gli lancio, perché lui sembra restarne intimorito. Alla fine però la sua curiosità ha il sopravvento e lui allunga la mano per prendere una delle pietre. Il ceffone della statua che lo colpisce in pieno volto quasi lo ribalta. Drevlin è piegato in due dal ridere! Anch’io… Il genasi si massaggia la mascella lamentandosi e desiste. Del resto, se questi gioielli sono qui da secoli un motivo ci sarà…
Visto che non c’è quello che ci interessa cerchiamo l’accesso all’acropoli. Non impieghiamo molto a trovarlo, si tratta di un tunnel obbligato illuminato magicamente. Alla fine del lungo corridoio veniamo attaccati da una specie di pantera, che probabilmente si è fatta la tana qui. Stranamente ci liberiamo di lei senza grossi problemi ed infine ci ritroviamo in un altro tempio: qui il male che ha corrotto la città sembra ancora più concentrato, la sua aura sale dal sotterraneo. Scendiamo, su un piedistallo troviamo una grossa pietra sferica, modellata ad artigliate. GP le si avvicina immediatamente, io vorrei dirgli di fermarsi ma spinta da un’attrazione irresistibile anch’io la tocco con la mano. Il tempo rallenta… una visione!
C’è una forma demoniaca accovacciata dentro alla pietra, in attesa, che si nutre per diventare abbastanza forte da liberarsi. È come se volesse ghermirmi, ma una figura luminosa e angelica armata di spada si frappone fra me e lei per difendermi.
Vengo brutalmente riportata alla realtà da una forza che mi respinge scaraventandomi contro la parete della stanza. Dove poggiava la mia mano la pietra si è sgretolata e sale un refolo di fumo. Ben ti sta… GP però non è stato altrettanto fortunato: è per terra e si tiene la mano destra trasformatasi in un artiglio di dubbio gusto. Ahia! Prevedo guai…

lunedì 21 settembre 2009

3 LA MORTE DAL MULTIFORME ASPETTO

Gdraddict: "il raduno dei Dik Dik".
Il mattino dopo la tempesta è passata; i nomadi si rivelano gentili: ci equipaggiano in maniera decente e ci offrono alcune guide per portarci al monastero. Giunti più o meno a metà strada però, scorgiamo uno strano essere in lontananza, dalle vaghe sembianze feline. I nomadi con terrore mormorano che si tratta della “morte che cammina nel deserto” a cui non si può sfuggire: se ti ha scelto come preda non avrai scampo. Nonostante questa si dilegui, convinti che ce l’abbia con noi se ne vanno in tutta fretta e proseguiamo da soli. A sera ci accampiamo in un’oasi, ma ahimè non siamo soli. Tra le palme infatti si nasconde una strana bestia dalle sinuose movenze di un serpente, dotata di artigli e di un temibile morso. Ci attacca, non so per quale motivo Lee decida di andarle contro in corpo a corpo: la bestia concentra gli attacchi su di lui e lo abbatte. Per evitare che lo finisca, anch’io mi avvicino per distrarla, mentre GP le si scaglia contro, ma i colpi della “morte che alberga tra le palme” sono precisi e potenti e cadiamo entrambi prima di sconfiggerla. Fortunatamente la magia di Drevlin è molto efficace e il mostro soccombe agli incantesimi. Il mago rimette in piedi Lee, che poi cura anche me e GP. Riposiamo qui per la notte, che non vede altri inconvenienti.

venerdì 18 settembre 2009

2 DESERTO

Su Gdraddict: "nel blu, dipinto di blu..." e prima parte de "il raduno dei Dik-Dik"
Dopo il terzo giorno di navigazione finalmente comincio ad abituarmi ai movimenti ondeggianti dello scafo e sto un po’ meglio. Riesco persino a mangiare qualcosa. Il genasi continua nei suoi approcci ma per ora non crea particolari problemi, anche perché gli altri due lo tengono d’occhio in modo discreto. Se lo vedesse Yerodin reagirebbe molto male! Il monaco di Ilmater è il più silenzioso e appartato, però ha sempre modi gentili.
Nel primo pomeriggio passiamo vicini ad alcune grosse uova fluttuanti nel vuoto. Non ho mai visto niente del genere, le sto guardando incuriosita quando uno stridio acuto richiama l’attenzione di tutti noi: la “madre” e un fratellino delle uova in questione sono molto arrabbiati perché li abbiamo disturbati. Ci attaccano e subito approntiamo la difesa, come stabilito dal capitano. Ci bersagliano con dei fulmini che scagliano dalla coda, subiamo qualche danno e ci troviamo in difficoltà, ma alla fine riusciamo a metterli in fuga, proprio mentre uno scarabeo celestiale gigante del fuoco appena evocato da Drevlin precipita giù dalla nave volante prima di aver colpito il suo obiettivo. Il mago è MOLTO imbarazzato …
Il resto del viaggio prosegue abbastanza tranquillo, ma quando arriviamo in vista del deserto l’umore del genasi cambia radicalmente. Fissa il paesaggio attonito, di colpo è più taciturno e s’immalinconisce. Sento la sua tristezza, ma non ne comprendo il perché. Poi capisco: lui è rimasto chiuso in quella bottiglia per secoli e prima questo posto doveva ospitare un regno fertile e rigoglioso, pieno di vegetazione, vita, movimento… i ricordi della sua infanzia, casa sua, spazzati via dalla sabbia… mi spiace, in certi momenti vorrei davvero vederlo meno abbattuto, ma non so come consolarlo, ci conosciamo da troppo poco tempo e non riesco ad abbassare la guardia. Almeno mi dà un po’ di tregua… Drevlin dice di non preoccuparsi, che presto gli passerà; nemmeno lui lo disturba, semplicemente aspettiamo assecondando il suo umore. Per sfogarsi intona canti e ballate, alcune tra l’altro niente male. Sembra proprio che abbia scoperto una nuova passione…
Dopo due giorni, il capitano ci sbarca dalla nave volante con un incantesimo di levitazione e atterriamo vicino ad un’oasi. Ci rifocilliamo, diamo un’occhiata alla strada da percorrere e poi nottetempo partiamo alla volta del monastero. Camminare sulla sabbia è faticosissimo, presto ci accorgiamo di non essere ben equipaggiati per il deserto e avanziamo piuttosto lentamente. Purtroppo i veri guai arrivano dopo qualche ora, quando veniamo sorpresi da una violenta tempesta di sabbia. Perdiamo l’orientamento, ci muoviamo senza meta, se ci fermassimo moriremmo di certo. La sabbia si infila sotto gli abiti, in bocca, negli occhi… siamo pieni di tagli e abrasioni e fatichiamo a respirare. A volte uno di noi cade e rischia di sciogliersi dalla cordata. Abbiamo quasi perso Lee… Anch’io rischio di svenire un paio di volte ed è solo grazie alle cure del monaco che riesco a resistere. Scappare da Halruaa per finire morta sepolta nel deserto dove non ritroveranno nemmeno le mie ossa… sto ormai per perdere le speranze, quando Drevlin riesce a individuare le stelle in uno squarcio limpido del cielo e seguendo le sue indicazioni arriviamo a delle rovine dove già si riparano alcuni nomadi. Ci fanno entrare nel loro accampamento, anche se alla vista di Lee assumono un atteggiamento ostile. Ci accolgono comunque perché per loro in questi casi l’ospitalità è sacra, ma impieghiamo un po’ a convincerli che Lee è assolutamente innocuo: a quanto pare pochi giorni prima alcuni monaci vestiti come lui li avevano attaccati derubandoli di un medaglione magico che apparteneva alla tribù da sempre. Lee per dimostrare la nostra buona fede si offre di curare i feriti, tra cui anche il capo tribù; Drevlin e GP intanto parlano coi nomadi. Io sono lì vicino a loro ma non so cosa si dicano, sono talmente stravolta che crollo addormentata lì per terra.

giovedì 17 settembre 2009

1 CLANDESTINA

Avviso ai naviganti: la storia inizia dalla seconda parte del post di Drevlin "la donna è mobile in un armadio (in)stabile" su Gdraddict
Le indicazioni di mio fratello sono esatte. Mi intrufolo sulla nave volante senza difficoltà, nessuno mi ha notata e l’unico armadio della cabina sembra un buon nascondiglio in caso ci sia qualche controllo. Sto quasi per rilassarmi, quando sento entrare qualcuno: ci sono delle persone che parlano. O cavolo! Si stanno sistemando! Ma Yerodin non aveva detto che non ci sarebbero stati passeggeri? Se sono stati imbarcati all’ultimo minuto su una nave come questa, non sono persone qualunque… Distinguo tre voci, tutte maschili. Uno dichiara solennemente di voler dormire senza essere disturbato, gli altri due continuano a trafficare chiacchierando a bassa voce.
Ci alziamo in volo, perlomeno potrò allontanarmi da qui…
Sto facendo progetti per sgattaiolare via e trovare un’altra soluzione, quando di colpo l’anta dell’armadio si apre. Impreco in silenzio… La sagoma di uno dei tre si staglia scura sull’apertura, accompagnata da un pappagallo. Oh no!… Malik si è già lanciato all’inseguimento del volatile. Il mago, abbigliato nella più classica maniera halruiana (oh no!!…), mi fissa in silenzio. Sto per dire qualcosa quando richiude l’anta, parla sottovoce con il compagno per poi riaprire l’armadio e farmi cenno di uscire dalla stanza con loro in silenzio. Su uno dei letti, un ragazzo piuttosto massiccio dalla pelle blu e i capelli scuri sta dormendo beato. Un genasi… Sembra che gli atri due facciano molta attenzione a non svegliarlo. Il mago avrà qualche anno più di me, è magro, con i capelli castani e gli occhi verdi. L’altro è di poco più giovane, sembra un monaco ed è cieco. Iniziano l’interrogatorio: a disagio, spiego che sto scappando da Halruaa ma mi rendo conto da sola che la scusa che invento non è molto credibile. Il monaco (Lee) propone di sbarcarmi immediatamente. E no, non siamo nemmeno alla periferia della città… Dico loro che non cerco guai, di aspettare almeno di esserci allontanati un po’. Mi lanciano addosso un paio di incantesimi che decido di lasciare passare. Mi sembrano rassicurati da quello che vedono, ma in quella anche il genasi esce dalla stanza sbraitando che devono smetterla di fare casino; quando si accorge di me, dopo un attimo di sorpresa mi guarda con occhi luccicanti, dimostrandosi subito molto, forse troppo, cordiale… Perlomeno, lui non sembra per niente intenzionato a sbarcarmi al volo! Alla fine decidono di portarmi dal capitano della nave per denunciare la mia presenza. Se per lui andrà bene, potrò restare. Nel frattempo, un pappagallo, un gattone maculato e una scimmia si rincorrono rumorosamente per tutta la nave. Direi che il capitano, un mago di alto livello, ha già notato che c’è un famiglio di troppo… Mi analizza con il suo occhio artificiale indipendente, mi riconosce immediatamente come un “cucciolo di stregone” e sentenzia che se non ho intenzione di creare problemi potrò restare sulla nave; mi farà poi scendere insieme agli altri. Quindi si rimette ai comandi dicendo che lui si occuperà solo di governare il mezzo, il resto (difesa, ecc) spetterà a noi. Ora è molto preso perché deve gareggiare con un suo amico che cavalca un pegaso… Ma come può una nave competere con un pegaso?
Va bene, ora per mia fortuna penseranno che sto scappando perché sono una stregona, però non so come la prenderà il mago, che ho scoperto chiamarsi Drevlin. Invece è proprio lui a sorprendermi: mi consegna un libro di magia e mi dice di tenerlo con me perché non è prudente girare da queste parti senza. Ecco, ora so DI SICURO che non è un semplice mago di Halruaa…
Purtroppo dobbiamo alloggiare tutti e 4 nell’unica cabina disponibile e il genasi (si è presentato come El Edein – Grande Puffo per gli amici –) è davvero molto, molto espansivo nei miei confronti. Tenta approcci di ogni tipo, pur non si spingendosi troppo oltre. In compenso racconta parecchie cose di sé (non tutte vere…), così scopro che è rimasto intrappolato per diversi secoli in una bottiglia da cui è stato liberato di recente da una schiavista, che ora è in missione con gli altri 2 per conto del governo di Halruaa, che stanno cercando degli oggetti magici e altro ancora. La nave nel frattempo rolla e beccheggia peggio che in un mare in tempesta e io, a differenza degli altri, sto terribilmente male… Quando mi dicono che devono arrivare a un monastero nel deserto, capisco perché ultimamente i miei sogni fossero pieni di vento caldo, sole, sabbia. Nonostante il mal d’aria, le mie percezioni funzionano: l’anello magico che il mago porta al collo è legato strettamente al genasi, quello al dito di GP è un oggetto specifico per lui, e… una visione! Il genasi è in una città avveniristica, con edifici dalle forme inconsuete, tondeggianti, mai visti… chissà se è il passato o il futuro... I 3 hanno anche un oggetto magico piuttosto potente: si tratta di un “mazzo delle meraviglie” che Lee custodisce attentamente per evitare che GP ci metta sopra le mani. Pare che già una volta abbia tentato di farci un solitario, con risultati che non sono stati commentati…
Inoltre, il mago si è cambiato scegliendo un abbigliamento decisamente meno pacchiano. Eh sì, non è proprio un normale mago di Halruaa!

martedì 15 settembre 2009

0 SOSPESA

Mi sono svegliata troppo presto, è l’idea di dover lasciare di fretta il “mio mondo”. Ho sognato di nuovo bionde dune sabbiose che assecondavano il vento caldo del deserto…
Controllo per l’ennesima volta di aver preso tutto ciò che potrà servirmi: lo stocco e gli arnesi da scasso perfetti, le pergamene magiche, un paio di pozioni di cura… lo zaino è a posto. Tra poco passerà Yerodin a salutarmi, deve uscire di casa praticamente all’alba. Cerco di ricacciare indietro il magone, ma lui sa di certo come mi sento. Mi dirà che saprò superare ogni difficoltà, perché in fin dei conti sono sua sorella! E il bello è che se lo dice lui tutto sembra vero, almeno fino a quando ce l’hai vicino.
Malik sta ancora dormicchiando acciambellato sul letto. Il mio micione! Lo chiamo e lo gratto sotto il collo mentre lui fa le fusa e mi si struscia addosso rassicurante. Almeno ci sei tu con me! Lui risponde con una testata affettuosa sul mento.
Mi ricordo quando l’ho portato a casa… è stato un lavoro di “appostamento e conquista”!
Tutti abbiamo un luogo che eleggiamo a rifugio ideale quando vogliamo estraniarci per fare ordine dentro di noi. Il mio è (era!) un ombroso cortiletto interno dietro la bottega di Adjei. È lì che un giorno è comparso questo gattone maculato, gironzolava guardingo ma non sembrava per nulla intimorito. Mi ha ricordato tanto il micio dei miei vecchi vicini di casa, quand’ero piccola, con cui giocavo spesso. Poi è tornato altre volte, lui mi annusava e io lo accarezzavo. Nessun collare, nessun fiocco di pessimo gusto… di sicuro non apparteneva a un mago. Si è fatto tentare dalle coccole e da qualche boccone prelibato: alla fine se ne è venuto a casa con me ed è diventato il mio famiglio. È esattamente così che dovrebbe essere: il legame con un famiglio è così profondo che dovrebbe nascere per una sorta di “affinità”, come succede per l’amicizia. Non ho mai capito i rampolli dei maghi quando discutevano della scelta dei famigli come se stessero parlando di comprare verghe o libri incantati.
Di un po’, micio, sei pronto a salpare?
Miao!

domenica 13 settembre 2009

PROLOGO

Vivo ad Halruaa, un posto caldo ed esotico, pieno di sole e colori, dove tutto, ma proprio tutto, funziona con la magia e dove tutti, o quasi, sono maghi, almeno un po’.
E i maghi amano ostentare la propria abilità con incantesimi scenici e personalizzati, e contrariamente ad ogni buon gusto amano abbigliarsi in maniera elaborata, con azzardati accostamenti cromatici e un sacco di accessori inutili… insomma, la loro idea di eleganza coincide con la pacchianeria più spinta. Sono anche convinti che questo sia il luogo più civilizzato del mondo, grazie alla magia, la loro magia. Perché quella imparata e sudata sui libri è l’unica magia ritenuta veramente tale. L’altra, quella innata, quella che cresce con te senza condizionamenti esterni, la mia magia, quella è quasi bandita e i suoi usufruitori, pur non essendo apertamente perseguiti, sono mal tollerati. Ricordo ancora la faccia scandalizzata dell’istitutore a scuola quando si è reso conto che ero una strega… Da allora i miei genitori, che mi sono stati sempre vicini, mi hanno fatto studiare a casa. Mio fratello, Yerodin, è diventato la mia “ombra”: ha 5 anni più di me e io gli sono molto affezionata. Mi ha fatto capire che non dovevo attirare troppo l’attenzione, che non potevo usare apertamente i miei poteri, così insoliti anche per uno stregone. E mi ha insegnato le abilità furtive, perché potessi sottrarmi più facilmente dalle sgrinfie di malintenzionati o di “ammiratori” poco rispettosi e troppo aggressivi. Non è così semplice per me passare inosservata… Credo che forse anche per proteggermi meglio Yerodin abbia deciso di entrare nella guardia cittadina: un’ampia rete di commilitoni solidali e un’ancor più ampia rete di informatori da cui attingere.
Con l’esperienza sto imparando a gestire le mie percezioni e le mie visioni. I sogni invece, beh, quelli seguono una logica tutta loro. La mia vita è comunque piuttosto normale, o almeno lo era fino a qualche giorno fa: mi sono introdotta di nascosto nella villa della figlia di uno degli anziani di Halruaa, il “venerabile” Harbaldol, membro della classe dirigente. Pare che lì fosse stato nascosto parte dell’ultimo carico di merce pregiata rubato a mio padre alle porte della città. Non ho trovato le prove che cercavo, ma eravamo quasi certi dell’informazione, così per stizza ho rubato dal portagioie della signora un fermaglio per capelli, una splendida rosa dolcemente profumata che al tatto e alla vista sembra un fiore vero. Lo consideravo un semplice oggetto ornamentale, un ricettatore me l'ha valutato solo 200 monete d'oro. Eppure i vecchi proprietari sembrano disposti ad uccidere per riaverlo indietro... e di certo hanno i mezzi per riuscirci. Per questo Yerodin ha progettato la mia fuga, che prevede il mio imbarco clandestino su una nave volante priva di passeggeri diretta nel Calimshan. Non ho alternative, devo andarmene prima che riescano ad individuare l’oggetto e a scoprire chi l’ha preso. Devo proteggere la mia famiglia.
Ora, per la prima volta nella mia vita, potrò contare solo su me stessa...