venerdì 15 ottobre 2010

L'ORACOLO (Mystara)

Il punto di vista è quello di Kayleigh

Sistemata la nostra roba ci rechiamo in refettorio per la cena. Destiamo una certa curiosità perché non siamo dei militari. Ah Ah! Guardali lì, immancabili. Una frotta di ragazzuoli di belle speranze ronza attorno a Kelsia. E come siamo arrivati qui, da dove viene, ha ucciso dei goblin?? E cri cric e cri croc... Oz mangia tranquillo. Forse gli piacciono più maturi… Uh, guarda! Un bel bicchierone di vetro dal fondo spesso. E blu, il colore più adatto per l’oracolo. L’oracolo… Dragan era un amico di papà, un soldato come lui, grosso e possente. Non so cosa gli fosse capitato, quale dolore cercasse di soffocare tentando invano di ubriacarsi. La sua tempra e i suoi 100 e passa chili non capitolavano facilmente di fronte all’alcool. Così se ne stava malinconico a guardare il fondo del bicchiere, incapace dell’oblio, mentre qualcuno ogni tanto gli tirava una manata su una spalla. E doveva tirargliela bella forte perché se no non se ne accorgeva. Io ero piccola e non capivo, mi domandavo perché ogni volta stesse lì a osservare quel bicchiere che si rigirava tra le mani tutto triste. Così una sera gli sono saltata in braccio e gliel’ho chiesto. Lui mi ha accarezzato la testolina con la sua manona e poi con la lingua un po’ spessa mi ha spiegato che a volte il mondo intorno a noi è così incomprensibile che forse guardato dal fondo di un bicchiere può diventare più sensato, migliore… Era una teoria interessantissima, tant’è che ho subito provato: armata di bicchiere come cannocchiale mi sono data all’osservazione di quello che mi circondava. Una vera rivelazione! Persone e cose svelavano la loro natura segreta, tutto acquisiva un aspetto nuovo. Non ho mai chiesto a mia madre se anche lei usasse lo stesso metodo per inventare le storie magnifiche che mi raccontava quand’ero bambina! Comunque sia, da allora ogni volta che ho dei dubbi persistenti mi avvalgo del fondo del bicchiere, il mio oracolo personale. Si scoprono cose impensabili! Che naturalmente, papà, non prenderò per assolutamente vere, sì.
 Ok, la prima è Kelsia. Armeggio senza dare troppo nell’occhio finché non ce l’ho nel mirino. Il cielo dei suoi occhi si accende ancora di più, i suoi capelli neri ondeggiano nel blu intorno a lei. Mantiene una certa grazia, sembra davvero che si muova nel mare, il suo elemento. Ma pensa, la principessa di un regno sottomarino in esilio. Chi l’avrebbe detto! Questo però impone un nuovo problema: non si può abbandonare una principessa sotto mentite spoglie al suo destino. Non si è mai visto. Ha un regno da rivendicare. … … Papà? Niente “Piccola…”? Ah! Allora sei d’accordo anche tu. Bene, vedremo cosa si potrà fare.
 Vediamo un po’ lo spilungone. Mmmhh, i suoi occhi violetti diventano scuri e profondi, occhi che vedono più di quello che dovrebbero e che nascondono bene quello che c’è dietro. Fanno un po’ paura… I suoi capelli verdi escludono il mare, si tratta di una creatura silvestre: natura, foreste, boschi. Del resto, vede le cose invisibili ed è vestito da elfo. Finora è quasi scontato. Le sue braccia si allungano in strani movimenti sinusoidali… - Toh, non sapevo di conoscere questa parola – Potrebbe essere uno bravo a proteggere, a custodire, a mantenere segreti. Magari è anche disposto a fare da scorta alle principesse in esilio. O forse preferisce i principi…
 Il mio oracolo è interrotto dalla voce di Kelsia: sta parlando di un’epidemia che forse si sta diffondendo, attirando l’attenzione di un veterano. Quando però nomina lo Cheval, o “cavelfo” come lo chiama lei, l’altro la irride e se ne va arrabbiato. No, no, no, calma. Ragazzina, cavolo, fa’ più attenzione! Inseguo l’uomo e gli espongo la cosa in maniera più comprensibile per lui. Mi trova attendibile e mi accompagna dai guaritori. Mentre mi faccio medicare racconto loro ciò che so sulla presunta epidemia e poi vado a dormire. O almeno, vorrei farlo, perché c’è ancora qualche baldo giovine che gironzola intorno a Kelsia, che ha la branda di fianco alla mia. Lei tenta di allontanarli, c’è anche qualche accordo per un allenamento il giorno successivo – Imbranati! Perché umiliarsi da soli – ma visto che non si schiodano e io sono stanca alla fine scatto seduta urlando “Allora! La vogliamo finire di rompere i c****oni o no! C’è gente che vuole dormire!” In 5 secondi netti le reclute si dileguano e regna il silenzio. Auguro la buonanotte a Kelsia con un gran sorriso mentre Oz sghignazza divertito.
 Il mattino successivo mi sento proprio bene. I balsami dei guaritori sono stati un vero toccasana, il dolore è completamente sparito e le ferite guarite. Bene. Mentre mi sto godendo la colazione il ragazzo che era nell’ufficio del comandante viene a cercarci e ci scorta di nuovo dal suo superiore. Il capitano ha parlato coi guaritori, trovando conferma ad alcuni suoi sospetti.
 La situazione però è peggiore del previsto e data la scarsità di veterani che ha a disposizione, ci chiede di lavorare per lui come esploratori per raccogliere informazioni nei dintorni. Pagati. In particolare, oltre agli sbandati contagiati sembra esserci un gruppo più organizzato che attacca sistematicamente tutti gli insediamenti umani che trova. Lui vorrebbe scoprire qualcosa di più su quest’ultimo. No, caspita, ci sono appena scappata dall’esercito. Kelsia invece, com’è ovvio, sembra allettata. Oz ha la solita espressione di disinteresse per il mondo circostante. Del resto, non posso pensare di tornare verso Darokin da sola: ormai gli assalti di goblin e umanoidi si sono spinti fino alla strada principale. È troppo rischioso anche per me, basta una freccia in una gamba per condannarmi. Devo pensarci, devo pensarci bene. Prendo tempo: dico che dobbiamo discuterne tra noi e poi gli faremo sapere in mattinata. Come previsto, gli altri due sono propensi ad accettare. Kelsia è quasi eccitata all’idea. Faccio presente che in realtà è un lavoretto piuttosto rischioso. Ma tanto, visto che non possiamo andarcene… Rifletti Kayleigh, rifletti! Hanno ragione: non possiamo andarcene. Fuori in missione sarei solo con loro due e abbasserei notevolmente i rischi piuttosto che restare tra la folla e i militari. E poi tanto non capisco la lingua di questi umanoidi.
 D’accordo, facciamolo.

2 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Quoto il Dragan-pensiero, anche se i miei personaggi, per avere visioni simili a quelle descritte utilizzando il bicchiere, devono prima averlo più volte riempito e svuotato di birra, vino ed alcolici in generale... a dire il vero dopo questa operazione i miei personaggi tendono ad avere le visioni stando sversi sotto il tavolo della locanda... ognuno giustamente ha il suo metodo! ;)
Ciao a presto

Tenar ha detto...

Pensate che il mio prossimo personaggio non avrà bisogno neppure del bicchiere...