giovedì 30 dicembre 2010

SBAGLIARE E' UMANO, PERSEVERARE...

Il gruppo è attaccato da un ignobile ragnone (CHE SCHIFO!) che sparisce nelle ombre trascinandosi via Drev. Jamila non la prende bene e nel tentativo di recuperare il suo maghetto si espone un po' più del dovuto, ma in maniera "calcolata". Insomma, si protegge con una C.A. di tutto rispetto, quando si ritrova davanti il mostro gigante. 

 Tenar: "Non può fare un attacco completo: zampata e poi morso".
Io: "Farai dei tiri normali pure tu ogni tanto, no? E che cavolo..."
(Bardoscuro sta già trattenendo il fiato, ignoro lo sguardo inorridito del Nik)
Tenar, con un mezzo sorrisino, tira: 20!
Esclamazioni irripetibili escono dalla mia bocca tra lo sconforto generale e la soddisfazione della mistress.
Ma la zampata non è un problema, è il morso quello che inietta il veleno. Per cui, avendo lei già fatto il 20...
Non ricordo le esatte parole che ho usato per esprimere questo concetto, ricordo però il Nik con le mani sul volto...
Tenar, questa volta ridendosela alla grande, tira di nuovo: 18! 
C***O! NON è POSSIBILE!
C'è il mago da salvare, non c'è posto per lo sconforto: in fin dei conti c'è ancora il tiro salvezza. Parto da 11...
Malik mi guarda malissimo. 
Questa volta, almeno, taccio.
Tiro: ... ... 2!

Lo so, avrei dovuto imparare dalle esperienze precedenti (vedi post "il silenzio è d'oro"), ma non posso starmene sempre zitta!

La sessione è stata stoppata a questo punto. Secondo voi come andrà a finire? 

lunedì 27 dicembre 2010

55a SMARRIMENTO

 Non lo so… Non lo so proprio. Mi vergogno anche solo di respirare. Spezzare i legami con loro… Non l’ho fatto da sola, hai provveduto tu, vero? Perché di questo si tratta: di una dimostrazione di forza nei miei confronti. Il dolore che infliggi a loro serve anche per colpire me, per farmi terra bruciata intorno. Vuoi portarmi a cedere, a implorare la tua protezione.
 La madre di Drevlin ci chiama perché è pronta cena, chiede se Chalan, la bambina, è con noi. Il mago risponde che starà giocando qui intorno, ora la chiama e andiamo a cenare. Non capisco: “Non vorrai farle credere che ce l’hanno portata via da sotto il naso, per caso…” –“E dovrei farli sentire degli idioti perché per tre giorni non si sono accorti che quella che viveva con loro non era mia sorella?” Sì, scusa. La rabbia di Lee traspare dai suoi gesti controllati a fatica: “Vorresti fingere ancora?”
 Rientriamo verso la casa, io mi sento così in colpa che non ho nemmeno il coraggio di guardarli in faccia. Dal volto del figlio la donna capisce che è successo qualcosa di grave. Drev inizia a spiegare che Chalan è stata rapita, tra la disperazione dei suoi, quando la pietra comunicante di Lee si illumina. Eccoci al secondo strazio. Riesco a sentire da qui la voce di Lara in lacrime.
 È un delirio. I genitori di Drevlin gridano disperati di andare a salvare la bambina e non vogliono saperne di rifugiarsi in un posto sicuro finché non la riabbracceranno. Lara rivuole il piccolo Edein. Ordina a Lee di andare a riprenderlo, il nobile che la sta ospitando rincara la dose insultando il monaco che l’ha abbandona lì sola e non provvede neanche alla sua incolumità. Alla fine Lee e Drev riescono a parlare con il segugio magico che era intervenuto anche da Esvele. Drev vorrebbe contattare Zelman, ma come sempre avviene nelle emergenze, è impossibile. La donna ci spiega che per rapire il piccolo Edein hanno dovuto uccidere altri due segugi magici, fatto che non è certo passato inosservato. Ora faranno delle indagini più approfondite e appena scopriranno qualcosa ci faranno sapere. Io me ne sto seduta su un gradino dell’ingresso senza osare dire nulla, con Malik che tenta di consolarmi come può. Drev sta già facendo piani, vuole portare in salvo anche suo fratello, trova il modo di contattare Lorcan per mandarlo ad Halarahh a recuperarlo. Mi chiede se voglio far partire anche la mia famiglia. Yerodin e mio padre di sicuro rifiuteranno di muoversi. Ma se facessi presente che forse è il caso di mettere al sicuro Kelina, le cose cambierebbero… Però dovrei parlarci di persona. E poi, ormai gli shariti hanno già avuto chi volevano. Per qualche istante mi ritrovo sola con gli altri due: “Se ci fosse qualcun altro capace di usare le chiavi del portale, mi consegnerei senza pensarci.” Neanche si guardano tra loro: “Quella di consegnarti è un’ipotesi che non è stata nemmeno presa in considerazione. Si tratta di Shar, sta facendo questo per spingerci alla vendetta.”

venerdì 17 dicembre 2010

54d RICATTO


 In quella arriva anche una bimba sui sei anni, tutta allegra e saltellante: “Fratellone!” Il fratellone in questione si irrigidisce, Malik soffia. Che c’è? –“Non so di preciso, ma quella non è umana. È un qualche tipo di costrutto.” No, non dirmi che siamo arrivati troppo tardi. Avviso Lee. Drev fa finta di nulla per via dei suoi genitori, ma si è accorto. Reggiamo la recita per una mezz’oretta, mentre i suoi si informano degli studi di Evraldol, del lavoro, della sua nuova torre… La bimba, che è a casa da tre giorni in vacanza, vuole uscire a giocare con noi perché deve dirci una cosa. La seguiamo in un parco poco distante, Drev le intima di parlare. Sopra di lei compare l’immagine dall’aspetto felino di un Rakshasa Il demone ci ordina di ascoltare attentamente: ci sono tre vite in gioco, noi possiamo salvarne due. Hanno rapito la sorella di Drevlin e il figlio di Lee, che sono prigionieri in due posti lontani tra loro. Se a mezzanotte al ponte verrò consegnata ai loro uomini, uccideranno me e restituiranno i bambini sani e salvi. Altrimenti, ci daranno la possibilità di tentare di salvare uno solo dei due bambini, e ammazzeranno l’altro non appena vedranno da chi abbiamo scelto di andare. Se manderemo qualcun altro, li uccideranno entrambi. Detto questo, l’immagine sparisce.
 Lee in uno scatto d’ira fa un passo avanti e colpisce il simulacro della bambina, che si scioglie in una piccola pozza d’acqua ai nostri piedi. La voce di Drev è irriconoscibile: “E adesso cosa dico ai miei…”

martedì 14 dicembre 2010

54c A CASA

Alla fine decidono che si partirà domani, andremo da Drevlin e poi ad Halarahh e Lorcan può tornare dalla sua famiglia. Dopo cena, loro salgono in camera a spartire i soldi e gli oggetti e il paladino dopo non molto esce per andare a vegliare nel tempio di Selune. Io aiuto a sparecchiare, ma non posso incrociare lo sguardo di Tara, mi fa troppo male. Ci vorrebbe qualcosa di forte, lei si siede con me e ci beviamo un cicchetto. Ci riprovo: “Forse c’è un altro modo, potremmo portarti a Selunnara. Lì saresti al sicuro e potresti aiutarci a istruire la popolazione per la vita qui.” Lei sembra quasi intenerita: “Non è una vera soluzione, rimanderebbe solo il problema di qualche mese. Non devi crucciarti così, ormai ho preso la mia decisione e sai che è la cosa giusta da fare.” Non deve piacermi per forza perché è la cosa giusta.
 Drev esce sul balconcino: “Jamila, va bene se per la divisione dei soldi lasciamo a Lorcan solo quello che avanza?” Cosa? Ma devi rompere adesso con queste scemenze? –“Non voglio saperne NIENTE! Arrangiatevi da soli una volta tanto!” In un angolo della mia mente so che mi pentirò di queste parole. –“Bene!” Il mago torna dentro e sento lui e il bardo discutere animatamente. Guardo Tara sconsolata: “Perdonali! Sanno essere così irritanti…” Lei ride e versa un altro bicchierino. Ma sì, magari mi aiuta a dormire.
 Quando salgo in camera Lorcan se ne va furente. Drev si è trattenuto i suoi soldi perché gliene avevamo già prestati dei nostri per ricomprarsi l’equipaggiamento. Ma perché, mago, devi impuntarti sulle questioni di principio in questo momento. Passo a Malik un sacchettino pieno di monete d’oro da portare al bardo. Vorrà fare “spese” per Aud. A volte siete peggio dei bambini! La notte è ancora tormentata dagli incubi, oltre che dalla mia ribellione interiore al destino di Tara.
 Il mattino dopo sul tardi siamo pronti per partire. Salutiamo Ulrik, che ci consegna una lettera. Con aria corrucciata dice di aprirla solo quando saremo ad Halruaa. Magari capiremo cosa ti turba tanto. Tara ci chiede il favore di consegnare una sua missiva alla residenza di Kelben, il mago più famoso dopo Elminster, che è di strada. Ne dà un’altra anche al paladino. Sistemare le sue cose… La abbraccio prima di andarmene, non so come riesco a trattenere le lacrime.
 Lorcan se ne va, dandoci appuntamento ad Halarahh tra qualche giorno. È ancora arrabbiato. Lasciata la lettera al servitore di Kelben, Drev si teletrasporta con me e Lee nella piazza del suo paese, Halruarim. Ci avviamo verso casa sua. –“Da quant’è che non vedi i tuoi?” –“Circa due anni.” Due anni? E cosa aspettavi a tornare? Si ferma a osservare un uomo che lavora in un campo poco distante dalla strada. Sembra commuoversi un pochino. Quello si alza e lo nota. Si blocca un attimo, come a voler sincerarsi di aver visto bene. –“Drevlin! Sei tu, che sorpresa!” Il mago va a salutarlo. Io e Lee ce ne stiamo in disparte, ci sentiamo di troppo. Il padre di Drev è felice, si scambiano qualche battuta, poi vengono da noi e Drev ci presenta come suoi colleghi. Li seguiamo fino a una casa non molto grande ma ben tenuta, sulla porta esce una donna ad accoglierci. Non crede ai suoi occhi: “Drevlin!” Il mago le va incontro e lei lo abbraccia, io e il monaco ci fermiamo in cortile per non disturbare. La donna copre il figlio di domande che noi da qui non sentiamo. Due anni, ce n’è di roba da chiedere! Ogni tanto lancia qualche occhiata timorosa nella nostra direzione. Mago, non fare c***ate. Stai attento a quello che dici su di me. Poi veniamo invitati ad entrare.

venerdì 10 dicembre 2010

54b L'INCANTESIMO DI IOLAUM

Ci ritroviamo a colazione tutti un po’ mogi, con la consapevolezza che la nostra vittoria non è stata completa, le occhiaie di chi non ha passato una buona nottata e poca voglia di parlare. Ulrik è quello più nero. Viene Tara a servirci, anche lei ha il viso tirato: “Sentite, ma nella vicenda di Shad è stato fatto il nome del mio maestro?” La guardiamo tutti, tranne il paladino che continua a mangiare in silenzio. Né Lee né il mago rispondono. Mi sa che tocca a me. Poso la forchetta che mi è rimasta a mezz’aria: “Secondo Elminster, uno dei motivi per cui le Tenebre sono tornate nel Faerun potrebbe essere che il loro imperatore, sentendosi ormai prossimo alla fine, stia cercando l’incantesimo di Iolaum per garantirsi ancora una vita molto lunga.” Lei abbassa lo sguardo: “Sì, lo immaginavo. Grazie.” Se ne va con un sospiro e l’aria grave di chi ha preso una decisione sofferta e definitiva. No, perché... dimmi che ho capito male. Quando torna per sparecchiare la aiuto. Aspetto di essere sola con lei nella cucina, poi le tocco un braccio per “leggere”. L’impatto è talmente forte che barcollo e se non cado è solo perché lei è svelta ad afferrarmi. Vedo il suo maestro, lei ragazzina che gli scaglia contro un incantesimo… e lui che si accartoccia, la sua energia vitale che confluisce in lei, assieme a quella di tante e tante e tante altre persone. Sento il suo orrore quando se ne rende conto, e la sua esistenza lunga, da estraniata, perché quelli che ha amato si sono spenti tutti così presto… E non ha quel distacco dalla vita come Sharel o come Elminster. Lei è molto più umana, lei è solo umana. È il pieno di emozioni di una donna di 40 anni che ne ha vissuti più di 2.000. Senza nessuno che le assomigliasse, senza nessuno che potesse capire davvero. Ma non è stanca, ha ancora aspettative, desideri… Però ha deciso di morire, per far morire quell’atroce incantesimo con lei.
 Impiego qualche minuto a riprendermi. Tara mi fa sedere: “Scusami, mi dispiace.” Vorrei sorriderle, ma il risultato è una mezza smorfia: “Ti scusi? Tutt’al più dovresti arrabbiarti, se ti sei accorta di quello che è successo.” Lei sì, sorride: “Vista la tua reazione non potevo non accorgermi. Adesso so cosa ti rende così diversa. Ma non sono arrabbiata.” Mi mette un bicchiere d’acqua davanti e si siede di fronte a me. La mia voce è ridotta a un filo: “Forse c’è un’altra soluzione…” Lei scuote la testa: “No, bisogna azzerare le possibilità che l’incantesimo del mio maestro cada nelle mani degli shariti. Sarebbe una catastrofe, credimi. Io volevo usarlo contro una singola persona e ho annientato un’intera città. Pensa a quali conseguenze potrebbe avere.” –“Sì, ma… e i vari “parlare con i morti” e magie simili?” Non potrebbero costringerla a rivelare ciò che non vuole, per questo porre fine alla sua esistenza è l’unica soluzione sicura. Non riesco a capacitarmi, fatico ad accettarlo. Perché deve morire! Forse il mio viso tradisce ciò che penso, il tono di Tara ha una strana dolcezza: “Ho avuto una vita lunga, anche troppo; ho il tempo di sistemare le mie cose, non posso lamentarmi.” Mi stringe una mano, come fosse lei a dover consolare me. Restiamo a parlare; forse non si è arrabbiata perché si è resa conto che per una volta qualcuno è riuscito a capire.
 Il resto della giornata passa stancamente, tra le conferme che hanno ripulito il covo degli shariti e i piani per i prossimi giorni. Lorcan è uscito per vendere le armature e gli oggetti trovati in modo da recuperare contanti. Ulrik naturalmente non ci seguirà a sud. Quando Drev spiega che vorrebbe recarsi subito a casa sua per via della sorellina, Lee oppone qualche resistenza: vorrebbe passare prima alla capitale perché sente che il piccolo Edein potrebbe essere in pericolo. Al suo ritorno, Lorcan si spazientisce: vuole una decisione rapida per vedere se può tornare a Selunnara. Deve parlare con sua moglie con una certa urgenza. Shar si è divertita anche con voi, a quanto pare. Io non sono molto utile alla causa, li ascolto a malapena. Sono completamente assorbita dalle emozioni di Tara.

martedì 7 dicembre 2010

54a DUBBI ESISTENZIALI

Mi sveglio per colpa degli incubi, in un bagno di sudore. È l’amore che provano per te che li condannerà. Un piccolo divertimento di Shar, lo so. Drev sta dormendo un sonno agitato accanto a me. Dovrei evitargli tutto questo e mandarlo via, ma la verità è che sono contenta di averlo qui. E se fossimo a parti invertite, non gli perdonerei di scegliere al posto mio. Si lamenta, allungo un braccio sul suo petto. Mi pare che ieri sera mentre tornavamo in taverna tutti insieme avessimo discusso di qualcosa di importante, ma non riesco proprio a ricordare. Forse è solo un’impressione… Di colpo le immagini dei sogni di Drev si riversano nei miei pensieri, bloccandomi il respiro. Sono rapide e violente. Un uomo di mezz’età, il suo maestro, che contratta… Lui nel Dambrath colpito da una frusta, il sogghigno soddisfatto del suo mentore. Una bimba dai capelli scuri e lisci che viene sgridata perché ha usato la magia innata, il maestro di Drev che le insegna, ma allunga le mani, la molesta… La rabbia e la paura di Drev cancellano tutto. C***o, è sua sorella! Lo sveglio, lui scatta seduto coprendosi il volto con le mani. Respira affannosamente, cercando di calmarsi: “Jamila, devo… dobbiamo…” -“…andare a recuperare tua sorella per proteggerla dal tuo maestro.” Mi guarda interdetto, ma sembra che di colpo abbia ripreso il controllo: “Oh… Sì”. Lo tiro giù di nuovo sul cuscino: “Ti stavo abbracciando”. Si passa le dita tra i capelli con gli occhi al soffitto, mentre mi attira vicino con l’altro braccio. Appoggia il mento alla mia fronte: “Tesoro, tu sei pericolosa!” -“Beh, dipende da cosa sogni…”
 Rimaniamo così per alcuni minuti, ognuno a inseguire i propri pensieri. Devo chiederglielo. –“Drev, se non fossi innamorato di me, o se ci fosse un altro al posto mio, tu saresti qui lo stesso?” Resta in silenzio a riflettere. –“Sì, penso proprio di sì.” Risposta esatta. –“Ma probabilmente non starei dividendo il letto con lui!” Ride e mi stringe in un lungo bacio. –“Perché questa domanda?” Vediamo se trovo le parole. –“Una parte di me vorrebbe risparmiarti tutti i guai che passi per aiutarmi, ma… il resto di me si sente molto egoista e… Non voglio stare senza di te. Però, se tu…” Mi interrompe: “Ho capito. È una scelta che spetta a me, lo sai, no?” Sì. Resto a crogiolarmi tra le sue braccia mentre lui parla dell’immediato futuro. La priorità è mettere al sicuro la sua sorellina, poi vorrebbe prendersi un mesetto di “riposo”, per poter studiare bene come affrontare gli Scavatombe. E per goderci del tempo per noi, anche se non l’hai detto. Sono esseri molto pericolosi, già affrontarne uno solo potrebbe essere letale. Figuriamoci entrare nel loro cimitero… Non ho il coraggio di smontare i suoi progetti puntualizzando che non potremo permetterci un mese di pausa, che Shar non ci darà tregua e sarà difficile avere anche solo qualche giorno di calma. Tengo per me il fastidioso senso di urgenza che mi prende allo stomaco. Per fortuna, tu non sei empatico.
 –“Drev, ma ieri, quando tornavamo dal sotterraneo con gli altri, abbiamo discusso di qualcosa?” -“Mh?! No, non mi pare. Eravamo troppo stanchi”.

venerdì 3 dicembre 2010

53c IL DEMONE DI SHAR

 Mi riprendo che sono quasi in fondo alla scala. Sono certa che l’essere mostruoso fatto d’ossa della visione è ciò che ci aspetta alla fine del sotterraneo. E so che la visione in qualche modo corrisponde alla verità. Mi guardo intorno, sembrano tutti un po’ scossi ma padroni di sé, a parte Ulrik che trema visibilmente. Dico che forse è meglio se torniamo fuori. Drev mi chiede cos’ho visto, descrivo la creatura ignobile che Shar ha donato ai suoi adepti. Ulrik insiste per proseguire: non ha senso andarcene adesso. Ci proteggiamo, il mago si offre di lanciare un incantesimo sul paladino ma lui risponde in malo modo, con la voce che vibra dalla rabbia. Non si è mai comportato così. Ci scambiamo un’occhiata perplessa, non capiamo di quale colpa si sia macchiato Drev ai suoi occhi, ma non approfondiamo. Sarà per via di questo posto.
 Entriamo nella stanza: Lorcan di defila su un lato, Ulrik si lancia su un guerriero che ci sta venendo incontro, seguito da Lee. Io e Drev ci teniamo appena fuori l’entrata, pronti a usare la magia. Lo spadone del paladino cala rumorosamente sull’avversario, mentre uno stregone attorniato da immagini speculari compare dal fondo della stanza. Ulrik viene fiancheggiato da una strana bestia evocata, sento Lorcan combattere con un altro uomo. Lo stregone stramazza sotto i dardi incantati di Drev, io uso il “raggio di indebolimento” sull’avversario del paladino, rendendogli faticoso anche solo tenere in mano la spada. Questo consente a Ulrik di liberarsi della bestia e di aiutare Lee contro il chierico sharita che la polvere luccicante di Drev ha reso visibile. Un altro dei miei raggi rende inoffensivo il nemico di Lorcan, e ben presto anche il chierico soccombe. Uno dei guerrieri, vistosi perduto, si suicida per evitare interrogatori, l’altro invece implora pietà. È stato costretto a servire gli shariti, l’avrebbero ucciso… Gli ordiniamo di spogliarsi dell’armatura e di recarsi al tempio di Selune, dove sarà in salvo e troverà protezione. Lo fisso negli occhi: se quando esco da qui non sarà dove gli ho detto, gli assicuro che lo troverò ovunque si nasconda e gli farò pentire amaramente di non avermi ubbidito. Quello si affretta a correre su per le scale.
 Nessuno di noi ha riportato ferite serie, ma l’immagine del mostro che si fagocita i cadaveri è ben impressa nella mia mente. –“Ragazzi, davvero, forse è il caso di risalire e prepararci meglio”. Di nuovo Ulrik si impunta: se ce ne andiamo ora avranno tutto il tempo per riorganizzarsi e sarà ancora più difficile. Gli altri concordano. Ci inoltriamo nel secondo passaggio, nelle orecchie mi echeggiano le urla di terrore delle vittime, tante sono di bambini… Credo che anche gli altri avvertano qualcosa. Il corridoio sbocca in una stanza piena di fetore, il lurido demone della mia visione è lì ad accoglierci. Teschi di varie dimensioni biancheggiano all’interno del suo corpo, l’aria è densa di malvagità. Vomito in un angolo. Ulrik si lancia, io e Drev raggeliamo scoprendo che l’essere è resistente alla magia. Porca… Lee affianca il paladino, per evitare che incassi tutti gli attacchi del demone; Drev riesce a far passare i suoi incantesimi a stento. Lorcan usa le frecce. Sudo freddo, i due in prima linea sono malconci. Li richiamo, Lee sembra volersi ritirare ma Ulrik è irremovibile. Non può permettere che quest’abominio faccia altre vittime! Neanch’io, ma il suicidio e la dannazione non aiutano. Selune è con lui e lo aiuterà a sconfiggere il demone! Faccio quello che posso, potenziandolo. È ferito, sanguina copiosamente… non reggerà a un altro assalto. La sua fede è premiata, il demone lo manca ripetutamente mentre lui colpisce. Drev passa alle soluzioni drastiche, trasformando Lee nell’idra a 10 teste. E ora il monaco fa male! Noi curiamo e potenziamo, loro demoliscono la creatura. La vedo crollare con un sospiro di sollievo, il pavimento si copre di ossa e resti.
 La nostra vittoria ha un gusto amaro: le persone uccise dal demone non troveranno pace, le loro anime sono perdute. E Ulrik ha rischiato troppo. Lorcan fruga tra le ossa alla ricerca di oggetti interessanti e soldi. Guarda come si impegna sempre in questa cosa… Risaliamo in superficie, col bardo che controlla il suo bottino.
 Mentre rientriamo alla taverna io ho un chiodo fisso: “Dovremmo parlare di quello che ognuno di noi ha visto là sotto: è meglio sapere.” Annuiscono tutti, col volto scuro. Appunto… Inizia Lorcan: “Appena Selunnara tornerà nel Faerun, Shad attaccherà e ucciderà mia moglie e mio figlio. Se voglio salvarli, devo portarli via immediatamente da Selunnnara e rinunciare a questa missione.” Cominciamo bene. Poi è il turno di Lee: “Hanno minacciato di uccidere il piccolo Edein. Ho visto anche chi se ne farà carico, una creatura semidemoniaca dall’aspetto felino.” Fa una pausa. –“È ovvio che facciano leva sui nostri affetti…” Parla Ulrik: “Drevlin porterà Jamila alla perdizione. Ne causerà la corruzione, la morte… Non so bene, ma che ne sia cosciente o meno, sarà la causa della sua rovina.” È arrabbiato, credo che ci sia dell’altro che non ha voluto dirci. Infine tocca a Drev. È cupo da quando siamo usciti dal sotterraneo: “È stato il mio maestro a vendermi agli schiavisti del Dambrath, lo stesso bastardo che ora sta istruendo la mia sorellina e che la sta molestando, ’sto porco schifoso!” Dobbiamo tenere conto che tutto questo è frutto di Shar, ma sentiamo che le nostre visioni rispecchiano la realtà. Il più è scoprire in quale modo raffinato verranno usate contro di noi. Nessuno mi chiede cosa ho visto io, si sono accontentati del demone. Beh, meglio così.