sabato 30 gennaio 2010

IL SILENZIO E' D'ORO...

Giusto per rendere l'idea, perché magari qualcuno pensa che esageriamo sulla questione...

Ultima sessione di gioco.

Dobbiamo introdurci furtivamente in una casa, sorvegliata da alcune guardie. Lorcan si muove per sorprendere la prima. Totale del suo tiro per nascondersi: 29 (seguito da esclamazione soddisfatta).
Tenar tira sull'ossevare della guardia: 20 NATURALE!
Risultato: grido d'allarme e botte da orbi. Arrivano le altre guardie di corsa. Jamila tiene l'incantesimo "accecare" pronto e lo lancia sul primo soldato che svolta l'angolo.
Tenar fa il tiro salvezza della guardia: 19 (!!!) + bonus.
(nel frattempo Lee manca ripetutamente il bersaglio ma sorvoliamo)
Sbuca un'altra guardia alle spalle di Jamila, che si volta e lancia un altro "accecare".
Io (un po' ironica): "Eh, non farai mica un altro 19 sul tiro salvezza..."
Tenar tira: 20 NATURALE.

Lo so: faccio meglio a stare zitta!

martedì 26 gennaio 2010

31 NUOVE MISSIONI - parte 2^

Gdraddict: "Il prosciutto della discordia" - 2^ parte
La mattina successiva a colazione faccio notare che io una famiglia ce l’ho già e non mi va troppo di cercarmene un’altra e che non ho apprezzato né di fare la parte del fenomeno da baraccone durante la cena, né gli interventi di Drevlin sul mio modo di usare la magia. Anche Lee dice al mago che è ora che la smetta con questa storia e con gli sguardi disgustati ogni volta che uso un incantesimo. Su questo per la verità Drevlin ha imparato a trattenersi… Il mago sembra sorpreso dalle nostre recriminazioni, del resto si sa che non brilla particolarmente per tatto e forse non si è ben reso conto di ciò che ha detto, e prova a chiarirsi, senza peraltro riuscirci. La Trama d’Ombra è malvagia, non si può usare impunemente. Gli dico che, per quanto sia vero generalmente, è solo un’altra fonte da cui attingere la magia. Ma lui obietta che è controllata da Shar, e quindi chiunque la usi è corruttibile. Ma ancora! Persino Lorcan interviene, dicendogli che è prevenuto sulle persone perché è pieno di pregiudizio. Il mago ribadisce che avrebbe preferito che io non usassi la Trama d’Ombra, perché Shar avrà messo sicuramente dei paletti sull’uso della sua magia… ma anch’io l’avrei preferito, però non è così, non c’è scelta! Ormai dovrebbe conoscermi, come può dire di non accettarlo… Ma lui può anche accettarlo, però… però, però, però! Però cosa!
Non caviamo un ragno dal buco, me ne vado arrabbiata e delusa. Lo so dov’è cresciuto, lo so quali idee gli hanno inculcato ad Halruaa fin da quando era piccolo e che per lui non è facile fare i conti con questa cosa. Ma mi sta buttando in faccia che non riesce ad accettare una parte di me. E non si tratta di un atteggiamento, di un aspetto del carattere, che so, dell’ubriachezza molesta, si tratta di qualcosa che non si può cambiare. Mi sta dicendo che nonostante non mi abbia denunciata allora, che nonostante mi abbia salvata dal fermaglio, che nonostante io abbia usato la mia magia per aiutarlo e a fin di bene, vorrebbe estirparmi di dosso questa cosa che mi corrompe. Come puoi pensare che io sia corrotta… Se io oggi sono la persona che sono, è frutto anche dei miei poteri particolari, delle mie percezioni. A volte è difficile portarne il peso, non credere che sia una cosa indolore. Ma è grazie a questo che mi accorgo di cose che agli altri sfuggono, che riesco a capire davvero le persone, che riesco a vedere un passo avanti. Che riesco ad aiutare voi! Se me lo togli, non sono più io. Perché non te ne rendi conto, perché una questione di magia è più importante di me
Cerco di distrarmi organizzando la cena per la sera. Mi ero immaginata una bella festa, ci avrebbe fatto bene. Non sarà proprio così, non riuscirò più a viverla col giusto spirito. Solo l’espressione estasiata del locandiere di fronte alle nostre scorte alimentari riesce a strapparmi una sincera risata.
Poi Lorcan mi raggiunge perché vuole parlarmi. Non l’ho mai visto così calmo e tranquillo, la chierica di Selune deve avergli dato le risposte che cercava. Sei un uomo forte, davvero. Gli spiace per quello che ha detto Drevlin, è stato poco carino. Mi consiglia di non dargli troppo peso perché il mago è così fissato sulle sue idee che non ne uscirà mai. Inoltre, capisce benissimo se io non vorrò scoprire la mia ascendenza o come e perché mi abbiano legata alla Trama d’Ombra, è un mio diritto. Dovrò solo guardarmi le spalle da eventuali inseguitori, ma se io tengo alla mia famiglia, tutto il resto del mio passato non conta. Nemmeno lui è mai stato interessato alla sua, di famiglia…
Vuole anche scusarsi per avermi risposto male l’ultima volta. L’ultima quale? Quando mi ha accusato di non volerlo con noi alla torre. Ah, quello. Sa di aver esagerato, ma era arrabbiato: non avrei dovuto affrontare certi argomenti in quel modo, sono questioni delicate, che richiedono tempo… Lo interrompo: mi sono resa conto di aver sbagliato e gli ho già chiesto scusa per questo. A volte sono troppo impulsiva. Volevo solo scuoterti da quello stato apatico… Conferma, però aggiunge che in seguito ha pensato parecchio alle mie parole e ha capito che almeno in parte avevo ragione. Ieri ha discusso con la chierica di Silverymoon del suo futuro: ora è ufficialmente al servizio di Selune. Come gli avevo detto io, non avrebbe ritrovato se stesso nella vendetta: questa gli sembra un’opzione decisamente migliore. Sono davvero contenta per lui, non so quanto il mio sorriso mascheri lo slancio di esultanza della mia autostima! Vuole sottolineare che se ha fatto questa scelta è anche merito mio, che sono stata capace, in un certo senso, di cambiare la sua vita nel poco tempo che l’ho conosciuto. E poi, nel suo passato, non ci sono solo cose brutte. È bello che finalmente te lo ricordi. Mi assicura che non sono strana, né corrotta. E che sono importante per tutti loro.
Questo cambiamento in Lorcan è sorprendente. La chierica ha compiuto un mezzo miracolo. È quasi imbarazzante che un uomo come lui chieda scusa a una ragazzina, ma l’ha fatto con estrema naturalezza. Lo ringrazio, ho capito che sta facendo di tutto perché non mi senta, per una volta, inutile.
Anche la nostra cenetta privata è ottima. Grazie al cibo che gli abbiamo fornito l’oste ha riempito la locanda questa sera e c’è grande euforia. I brindisi sono d’obbligo. Il primo è per Ulrik, di nuovo tra noi. Il secondo è per Lorcan, che è qui a festeggiare la buona riuscita della sua missione. Il terzo è per Lee e Drevlin, perché so di essere stata fortunata a incontrare loro su quella nave volante (ma non ti allargare, mago, sono ancora incazzata…). L’ultimo, beh… l’ultimo è all’unisono, senza nemmeno bisogno di mettersi d’accordo: con Malik in spalla, UN BRINDISI PER CHI HA LA CODA! La taverna intera risponde entusiasta, e dedica a noi il suo brindisi corale per le prelibatezze che ha davanti.
La serata si chiude mestamente, con i commiati da Ulrik. Domattina Drevlin leggerà la pergamena per riportarci nel Calimshan, le nostre strade si separeranno definitivamente. C’è un po’ di commozione, Lee stoicamente resta granitico. Diamo indicazioni a Lorcan sull’abbigliamento e sull’equipaggiamento da portarsi e andiamo nelle nostre stanze. Prima di dormire scrivo una lettera per il mago, perché non mi piace lasciare in sospeso questioni che possono alimentare tensione tra di noi. La notte sogno. Ancora Halarahh dall’alto, la mia casa… e un ragazzino spaventato che assomiglia a Drevlin…
Il teletrasporto ci materializza sulla scogliera a picco sul mare davanti alla sede della Cabala. È il 23 di Uktar. Mamma mia, l’escursione termica è una mazzata! E dire che qui c’è la brezza a rinfrescare il clima. Lorcan già boccheggia. Dopo pochissimi minuti vediamo Meriad e Fiann venirci incontro. La chierica sta dicendo all’amica che lo sapeva che saremmo arrivati presto! Ci salutiamo e presentiamo il bardo, poi, dopo uno scambio essenziale di informazioni, Meriad ci invita ad entrare perché ieri un messo di Halruaa in persona ha lasciato da loro una lettera per Drevlin e una per me. La mia è di Yerodin! Non vedo l’ora di riabbracciarlo. Il mago si incupisce man mano che legge. Ci guarda scuro e comunica secco che ci teletrasportiamo ad Halruaa tra 10’. È per via di suo fratello? Sì, Harbaldol l’ha messo nei guai. Prima di andare però dobbiamo ancora disperdere le ossa del santo nel deserto… Il mago si blocca con un sospiro: sì, va fatto. Raggiunte le prime propaggini sabbiose, in una breve e sobria cerimonia che non manca comunque di una certa solennità, Lee e Drevlin affidano al vento la polvere rosata che conservavano nelle loro boccette di vetro. Nel silenzio che segue il viso del monaco si riempie di soddisfazione. Almeno in questo siamo riusciti, grazie a noi quel maledetto portale resterà chiuso per sempre. È giusto esserne soddisfatti. Ma l’espressione del mago riporta alla dura realtà: non abbiamo nemmeno il tempo di goderci questi attimi. Sono preoccupata, Drevlin è sotto pressione da troppo tempo, di sicuro le recenti discussioni non l’hanno aiutato. E Halruaa non è certo il posto migliore per abbassare la guardia.
Mentre torniamo alla Cabala mi si avvicina: “Jamila, Zelman vuole parlarti.” Appunto!

sabato 23 gennaio 2010

31 NUOVE MISSIONI - parte 1^

Gdraddict: "Ricordi da Netheril II" - 2^ parte; "Il prosciutto della discordia" - 1^ parte
All’alba successiva Ilven richiama otto aquile giganti per portarci a Sundabar. Sono delle creature veramente fiere e imponenti, con il dono della parola. L’idea del volo non mi alletta molto, soprattutto per il ricordo del terribile mal d’aria patito sulla nave volante. Non mi fido a cavalcare, come decide di fare Drevlin, mi faccio trasportare negli artigli, come la maggior parte di noi. Il dodicenne apprendista mago è eccitatissimo solo all’idea… Ci vogliono un paio d’ore per arrivare in città, durante le quali lo stomaco va su e giù e l’aria fredda fa lacrimare gli occhi. Per non parlare delle vertigini! Nella picchiata finale vedo Drevlin scivolare a sederate da sopra la testa della sua aquila, che però lo recupera al volo subito dopo, prendendolo in giro. Sempre il solito...
Atterriamo tutti incolumi fuori città, dove c’è già una piccola folla ad attenderci. Devono aver notato lo stormo da lontano. Sono tutti molto sorpresi del nostro ritorno, soprattutto perché siamo in tanti. Tra gli altri spicca un vecchietto che esulta rumorosamente gridando di aver vinto. Hai scommesso per noi, te li meriti proprio i fior di soldoni che dovranno pagarti! Vediamo qualcuno farsi strada tra la gente per venire a salutarci, ma… sembra… è Ulrik! Quasi non ci credo! Avevo paura che qualcosa potesse andare storto, invece i chierici lo hanno già riportato tra noi, lui è qui e sta bene. Forse è un po’ pallido, ma ha il sorriso franco di sempre. Ci precipitiamo da lui per abbracciarlo, il volto di Lorcan è impagabile. Mentre entriamo in città veniamo raggiunti anche da Elm e dai chierici di Tyr. Non riescono a dissimulare un certo stupore, ma sono felici di rivederci. Dopo i convenevoli di rito Drevlin annuncia pubblicamente che portiamo dei prosciutti, destando il vivo interesse di parecchie persone. Ma non potevi stare zitto nell’attesa che ci organizzassimo? E tu, micio, dai, mica vorrai mangiarti tutto da solo! Elm ci dice che siamo convocati per la sera a una cena ufficiale con i rappresentanti di Silverymoon. Questa sera? Io volevo organizzare una cenetta privata per festeggiare! Sì, questa sera. Pare che la questione abbia una certa urgenza. Uffa! Gli consegniamo parte del cibo che abbiamo, così potrà fare bella figura con i suoi ospiti. Nel tragitto alla locanda Ulrik è monopolizzato da Lee e, soprattutto, dal bardo. Ripensandoci, mi ero sbagliata: questa era davvero la missione di Lorcan, più ancora che la nostra. Lui è venuto soprattutto per salvare Ulrik. Il suo primo passo verso il ritorno alla vita, alla vita vera. Chissà quando me lo rinfaccerà…
Mi crogiolo anche nell’idea che potremmo trascorrere qui qualche giorno di riposo, in fondo ce lo meritiamo, ma mentre mi coccolo questi pensieri un senso di urgenza, di fretta, mi coglie all’improvviso. Oh no! Per qualche attimo vedo Halarahh, la capitale di Halruaa, la mia città, dall’alto… e la mia casa... Mi illudo che sia solo suggestione per le parole di Elm, ma dentro di me so che non è così.
Ci sistemiamo e pranziamo frugalmente, chiacchierando col cavaliere. Ha ricordi confusi su quanto successo al passo il giorno che è morto ma sta bene, anche se si sente un po’ debole. Nel pomeriggio Lee va al tempio di Tyr per riprendere il fermaglio e per altre questioni teologiche non ben definite; Drevlin fa un salto in città per ritirare delle cose che aveva ordinato; Lorcan invita Ulrik ad andare fuori a bere con lui per festeggiare il suo ritorno. Non vuole stare qui, dice ridendo che poi io mi arrabbio se lui si dà all’alcool, ma il cavaliere declina l’invito. Ah ah, ti sta bene. Soprattutto perché questa volta non avrei avuto nulla da obiettare. Ulrik vuole che arriviamo ben sobri alla cena di questa sera, ha già parlato con la chierica di Selune che viene da Silverymoon e sa che deve comunicarci delle cose importanti riguardo il nostro futuro. Prende il discorso alla larga, dice che lui è uomo del nord e non vuole imbarcarsi in imprese più grandi di lui che non può portare a termine. Ahia… È stato felice di averci aiutato e guidato in questi posti, perché grazie a noi ha aperto gli occhi sul fatto che il culto di Shar sia ancora ben radicato anche qui e che a lui restino molte cosa da fare per liberare la sua gente da questa piaga. Sa che noi dovremo tornarcene a sud e ci fa capire che lui non verrà. In quel momento realizzo che probabilmente anche Lorcan vorrà restare, e infatti si rivolge serio all’amico chiedendo se andrà ad Everlund perché sarebbe intenzionato ad accompagnarlo. Ulrik risponde che è meglio discutere di questo dopo la cena di questa sera, quando le cose ci saranno più chiare. Capisco che Lorcan vorrebbe parlare più liberamente col cavaliere, così con la scusa di rimpinzare Malik li lascio soli. Sento i miei tanto desiderati giorni di riposo volatilizzarsi irrimediabilmente…
La cena da Elm vede un numero di convitati piuttosto ristretto. Noi 5, lui e i 2 delegati di Silverymoon. Uno è Taern Lamadicorno, mago di corte e braccio destro della regina, un uomo carismatico e autorevole, barba corta e capelli bianchi, gli occhi di un azzurro profondo. L’altra è una chierica di Selune di mezza età, dai modi composti e lo sguardo pacato. Elm sembra un po’ impacciato alla presenza di ospiti tanto importanti, i suoi cuochi però, spinti dall’entusiasmo di poter finalmente ricominciare a cucinare sul serio, hanno dato davvero il meglio di loro. Ci viene chiesto cosa sia successo alla torre e confermano che lasciare intatta la sfera è stata la scelta giusta. Ci penseranno loro a risolvere la questione prima che lo stregone torni. Poi Elm cede la parola a Taern, che è molto colpito dal fatto che ci siamo imbattuti negli uomini dalla pelle grigia, che chiama le Tenebre. Ci racconta che circa un anno fa sul deserto dell’Anauroch è comparsa una città volante. Drevlin, a cuccia! Questa però è rimasta per molto tempo nel piano delle ombre e i suoi abitanti ormai non sono più umani, ma si sono mutati in qualcos’altro. Hanno la pelle grigia e sono seguaci di Shar. Pare che siano socialmente strutturati in una nobiltà forte guidata da un re, di cui si sa ben poco. Siccome la città è netherese e sta cercando di recuperare gli antichi artefatti appartenuti a quel popolo, Silverymoon vorrebbe chiedere a Drevlin se può metterla in contatto con il suo governo. Gli halruani discendono direttamente dai netheresi e quindi le loro conoscenze magiche sarebbero utilissime. Unire le forze potrebbe essere indispensabile per fronteggiare la “rinascita” di un nuovo impero netherese volto al male. Il nostro mago non può che accettare di consegnare una missiva al suo capo e lascia al collega una “pietra comunicante” che potrà poi usare per accordarsi direttamente con Zelman.
Di seguito prende la parola la chierica, che è piuttosto diretta. Ha fatto un sogno premonitore, che ricorda in modo confuso. Da quello che è riuscita a ricostruire con le sue divinazioni, Selune ha parlato dei suoi inviati segreti che devono congiungere il Nord con il Sud per portare quello che da tempo è perduto. Eh? Mi pare un po’ confusa come indicazione. Mi viene da sorridere all’idea che con me Selune sia stata molto più esplicita! Continua dicendo che ci sono 4 persone, 4 persone particolari che devono mantenere la massima segretezza sul fatto di essere legate a Selune per poter svolgere la loro missione. Secondo lei siamo noi, Ulrik escluso. Il Nord e il Sud, questo spiegherebbe anche la presenza di Lorcan, a cui la donna sorride. Lei era al tempio con sua moglie, si ricorda di lui. Si offre di darci tutto l’aiuto che può e di parlare privatamente con chiunque di noi lo desideri.
Viste le conoscenze e la buona fede delle persone che ho di fronte, chiedo se per caso conoscono un posto dove il cielo è sempre stellato: forse qualche piano esterno, cosa che non sarebbe strana data la mia ascendenza. Suggeriscono che sarebbe meglio rivolgersi a un chierico di Mullorand per sapere qual è la mia effettiva provenienza. Li informiamo anche del fermaglio, magari conoscono qualche modo sicuro per eliminarlo, oltre al vulcano. Drevlin parla apertamente, ma qui iniziano i problemi: nel discorso ci chiedono se per caso qualcuno di noi ha usato l’oggetto. Il tono della domanda è troppo inquisitorio, devo anticipare Lee che non è capace di mentire. Vado decisa: “Ma no!” Gli occhi azzurri di Taern si fanno ancora più azzurri, il monaco al mio fianco frigge. Se “no”, come è possibile che conosciamo così bene i poteri dell’artefatto? E che cavolo, mai una volta che la passi liscia! Guardo l’arcimago con espressione innocente: è stato il fermaglio a usare me, non viceversa… Lee si precipita in mia difesa, dicendo che l’ho indossato inconsapevolmente. Un sopracciglio di Lorcan si alza incuriosito. Se tu sapessi che ho pure ucciso per Shar, altro che sopracciglio… E da qui la discussione si impegola sulla Trama d’Ombra. O meglio, sul fatto che dovrebbe essere impossibile per me usarla. È per evitare questo che volevo mentire... Sono di sangue angelico e sicuramente volta al bene, la mia natura dovrebbe impedirmi di accedervi senza danni. Mi sento vagamente una cavia da laboratorio mentre i maghi esprimono i loro alti pareri. In particolare, alcune parole di Drevlin mi piacciono veramente poco. Alla fine opto per una dimostrazione pratica. Prendo una mano di Taern e mi concentro a fondo sulle mie percezioni. Lo vedo impegnato in molte battaglie, vedo che ha uno spirito forte e piuttosto impulsivo, che si sforza di tenere a bada dietro questa apparenza di calma e misura che con l’età ha imparato a sfoggiare in pubblico, vedo numerose altre immagini del suo passato. Gli descrivo tutto, omettendo che è un po’ innamorato della regina e altre cosucce private. Non resisto a una piccola rivincita, gli dico che se vuole posso continuare, ma forse non è bene rivelare pubblicamente certe cose… eh sì, c’è una lieve scalfittura nell’azzurro dei suoi occhi. Visto? Niente danni, sto bene. Taern è perplesso, secondo lui né io né Malik dovremmo esistere. Il micio lo fissa con una certa aria di superiorità. Però siamo qui, entrambi, davanti a te… L’unica spiegazione plausibile è che tramite un incantesimo di “desiderio” qualcuno mi abbia imposto la trama d’ombra, che ora è parte della mia natura. Ma doveva trattarsi di qualcuno sicuramente non malvagio, perché altrimenti avrei subito seri danni. Per loro è il caso di capire da dove provengo e perché sono stata scelta proprio io. Ma io ce l’ho già una famiglia, non la voglio “rinnegare”. Non mi interessa sapere cosa c’era prima perché quello che sono lo devo solo a lei. Drevlin rincara la dose, uscendo con l’infelice affermazione che io, poveretta, sia corrotta da questa orrida trama, che, per la carità, lui potrebbe anche accettare, ma… Corrotta? CORROTTA? POTRESTI ANCHE ACCETTARE? Ma sei scemo! Dopo tutto quello che abbiamo passato… lo sai che ho chiuso la porta in faccia a Shar, lo sai che ho sempre combattuto con voi, lo sai che usare la Trama dell’Ombra fa parte di me, è la mia natura, te l’ha detto anche l’esimio arcimago qui presente! Non è stata una scelta, e tu, ancora adesso, non riesci ad accettarlo? Per gli dei quanto sai essere mago halruano certe volte! Sono arrabbiata, molto; credo che Taern se ne sia accorto, perché riporta il discorso sul fermaglio. Un vulcano, ma molto distante da zone abitate, sembrerebbe la soluzione migliore per distruggerlo. Per sicurezza poi, lancia un incantesimo protettivo sul cofanetto che lo racchiude. Lorcan si reca a colloquio privato con la chierica di Selune mentre noi andiamo a dormire.

domenica 17 gennaio 2010

30 ASSALTO ALLA TORRE - parte 2^

Gdraddict: "Ricordi di Netheril, fine parte I e parte II"
La porta è chiusa, l’oscurità ancora più densa. Persino la scurovisione non riesce a penetrarla, la nostra visuale è molto ridotta. Apriamo la porta ed entriamo. Drevlin prepara un “disperdere il magico”, io i “dardi incantati”. Muoviamo qualche passo nella stanza, distinguendo solo una debole luce verdina fosforescente proveniente da una grossa sfera alla nostra sinistra, coperta da un drappo. Dev’essere l’artefatto che cerchiamo, quello in cui è rinchiuso il chierico di Ilmater. Improvvisamente una figura nera incappucciata si materializza su un tavolaccio che occupa il centro della stanza e ci scarica addosso un incantesimo. Un “cono di gelo!” Aiuto… Ma l’incantesimo non giunge a destinazione, disperso da Drevlin. Grande idea, mago! I miei dardi invece si infrangono contro la resistenza al magico dell’avversario, che non è sicuramente lo stregone mezzo immondo. La figura si dilegua mentre un altro uomo ci attacca su un fianco, colpendo Lorcan che immediatamente cerca di acciuffare l’aggressore. Avanziamo incerti nell’oscurità, questa volta la “tempesta di ghiaccio” ci prende in pieno ma ne usciamo senza grossi danni. Io mi sposto verso la sfera, nella direzione in cui è scomparso Lorcan, Lee si dirige dalla parte opposta mentre Drevlin cerca di tenersi al riparo. Si sente un gemito di dolore seguito da un rantolo, un “fulmine” illumina per un attimo la scena: l’arciere è a terra in una posizione innaturale, Lorcan con un riflesso felino evita l’incantesimo. Sento il monaco invocare Ilmater, quando improvvisamente una palla di fuoco esplode nella stanza, troppo distante per raggiungermi. Lee scarta prontissimo, l’ultimo bagliore si spegne su Lorcan accasciato al suolo. Oh no! L’ha preso in pieno! Il dardo della mia balestra va a vuoto. Un drappo che copre un portale si incendia, permettendoci di vedere meglio quello che succede nella stanza. Lee è chino sul bardo, intento a curarlo. Il tavolo centrale è pieno di catene di ogni dimensione e il mago incappucciato è scomparso nel nulla. Riappare sul lato della stanza opposto al mio, impegnandosi in uno scontro magico con Drevlin, che scaricati i suoi raggi roventi si allontana un po’ malconcio. Mentre salto sul tavolo caricando la balestra Lee raggiunge lo sharita e gli pianta un diretto alla nuca, stordendolo. Il mio dardo lo finisce.
L’oscurità si fa meno opprimente, finalmente possiamo guardarci bene intorno. Lorcan e Drevlin si sono curati con una pozione e ci raggiungono. Lo sharita ai nostri piedi ha la pelle grigia, lascio che siano loro a perquisirlo. In un angolo c’è uno scrittoio, con un mantello magico abbandonato sullo schienale della sedia. Il portale è chiuso e non sappiamo come aprirlo per capire dove porti, e poi c’è la sfera. Di discrete dimensioni. Verde e luminosa. Sembra che qualcuno abbia tentato in tutti i modi di staccarla dal supporto per rimuoverla, inutilmente. Appoggio una mano sulla superficie iridescente. Avverto la presenza di parecchie anime racchiuse lì dentro. E ora? Come funziona? Non avendo trovato il compagno dell’elfa, penso che forse sia chiuso qui e pronunciando il suo nome, Olaf, per chiederne conferma agli altri, un uomo biondo, prestante e confuso compare davanti a noi. È proprio il chierico di Tyr, che chiede subito della sua amica. Gli spieghiamo brevemente la situazione e lo mandiamo da lei. Ora si tratta di richiamare il nostro chierico di Ilmater, ma non ne conosciamo il nome. Procediamo a tentativi, a turno, dicendo tutto ciò che ci viene in mente sull’uomo. Non succede nulla, per un bel po’ di tempo, finché non ci viene in mente di specificare anche la razza, cioè “umano”. Un chierico sulla quarantina dai tratti calishiti ci scruta sorridendo. Ci porge un involto con le ossa del santo, dicendoci che se siamo qui è perché è giunto il momento di passare il suo fardello. Glielo dite voi quanto tempo è passato in realtà? Mentre Lee si sofferma a parlare col suo confratello, di nome Ilven, Lorcan gironzola intorno alla sfera grattandosi il mento. Quell’espressione mi piace poco! Poi ci mette su la mano: “Bambino, umano, occhi azzurri!” Un bimbetto di circa sei anni compare davanti a noi. Il più stupito è proprio Lorcan. Il piccolo è molto spaventato, ci chiede dov’è, la sua carovana è stata attaccata e lui rapito... Era col suo papà, la sua mamma era a casa… Da quello che dice, sembra sia rimasto rinchiuso per 4 anni. Lorcan cerca di calmarlo, è piuttosto bravo in questo. Sì, la prima cosa che ti è venuta in mente: un bimbo dagli occhi azzurri, come il tuo. Affidiamo il bambino all’elfa e a Olaf, che ci hanno raggiunti, e Lorcan fa un altro tentativo. “Bambino, biondo, umano” Di nuovo, un ragazzino sui dodici anni si materializza di fronte alla sfera. Ma quante probabilità ci sono di indovinare per 2 volte di fila? Un apprendista mago, orfano, rimasto in stasi per 120 anni! È molto esaltato da questa cosa… Lorcan ci ha preso gusto. Mi guarda con aria maliziosa: “Mezz’elfa, prostituta, occhi verdi” Niente. Plrrrrrr! Lee si volta, un po’ seccato: “Insomma, non è un gioco!” Lorcan per tutta risposta: “Elfa, mercante, procace!” Nulla.
Il problema vero è cosa fare della sfera: distruggerla vorrebbe dire liberare tutto ciò che c’è rinchiuso dentro, e se è vero che salveremmo persone innocenti, è altrettanto vero che potremmo rimettere in circolazione esseri molto pericolosi! Il rischio è troppo alto.
“Bambina, umana, occhi e capelli scuri” Puf! Bimba con treccine, in lacrime, appesa alla giacca di Lorcan. Ma è incredibile! Mi viene il dubbio che questo stregone non riuscisse ad uccidere i bambini a sangue freddo e per questo li rinchiudeva… La bimba è traumatizzata, ha visto assassinare i suoi genitori. Circa 70 anni fa, ma per lei è passato solo qualche minuto. Ancora una volta Lorcan si dimostra molto sensibile, riuscendo a tranquillizzarla un po’. Nemmeno tutta la tua rabbia è riuscita a soffocare la tenerezza dentro di te. Decidiamo di tornare a Sundabar per poi mandare qualcuno che sappia come risolvere il problema, visto che noi soli non ne abbiamo i mezzi. Anche Lee poggia la mano sulla sfera: “Mago, umano, capelli neri.” L'intenzione sarebbe trovare qualcuno che ci possa dare indicazioni sul portale e sulla sfera... Un uomo urlante in tunica blu ci minaccia: “Maledetti, ora la pagherete tutti” Gli grido di calmarsi, non siamo quelli che lo hanno rinchiuso, ma lui non sente ragioni e scaglia una “freccia acida” su Lorcan, il più vicino a lui. Il bardo impallidisce e indietreggia barcollando. Lo spingo via, fronteggio il mago e con l’aiuto di Drevlin riesco a farlo tornare in sé. Lorcan si fa curare mente i due maghi iniziano a discutere. Veniamo a sapere che il portale conduce fuori dalla valle, ma non riusciamo ad attivarlo. Ilven però è in grado di richiamare le grosse aquile che vivono nei dintorni, che potrebbero riportarci in città in poco tempo. Essendo ormai sera, decidiamo di pernottare tutti qui. Malik si concede un lauto spuntino a base di pesce prima di dormire. Trascorriamo il giorno successivo a perlustrare con attenzione tutta quanta la torre. Nella stanza dello stregone recuperiamo anche una pergamena magica. La preoccupazione maggiore è come proteggere la sfera in nostra assenza per evitare che qualcuno la adoperi. Ci pensano Lee, Ilven e Drevlin, speriamo che basti.
Inoltre Drevlin dà dei soldi ai bimbi e all’elfa, a cui presta anche il suo libro di magia per permetterle di memorizzare. Poi cerchiamo il modo di portarci via le prelibatezze dalla dispensa, pensando ai tristi funghi di Sundabar. Avrei in mente un certo progettino…
Immagino le facce quando ci vedranno tornare in numero doppio rispetto a quando siamo partiti. Di sicuro manderemo all’aria un sacco di scommesse!

mercoledì 13 gennaio 2010

30 ASSALTO ALLA TORRE - parte 1^

Gdraddict: "Rivelazioni" - finale; "Ricordi da Netheril -parte 1^"
Riapro gli occhi, la mia mente è lucida ma mi sento spossata. Un rumore di dadi rotolanti mi echeggia ancora nelle orecchie… È notte, vedo Lee seduto di fianco a me e gli altri due che dormono. Sono legata come un salame, le corde mi hanno segnato le braccia e le caviglie. E sono pure scomodissima! Chiamo il monaco, chiedendogli che è successo. Sobbalza, poi mi fissa perplesso. Sono stata vittima di una “demenza” lanciata da uno strano essere simile a un grosso pollo, un’achierai, che ci ha attaccato mentre dormivamo. E ti pareva… Però adesso sto bene, potrebbe anche slegarmi. Non ne è molto convinto, teme che la mia lucidità sia solo momentanea. In effetti anche sotto “confusione” ci sono degli attimi in cui si torna in sé. Ripenso alle lezioni di magia: ricordo che l’incantesimo dell’achierai ha un effetto di sole tre ore, quindi ora può liberarmi. No, non è ancora convinto e per sicurezza sveglia Drevlin. Gli spiega che secondo me la durata della “demenza” è temporanea, lui resta pensoso, con tutti i capelli arruffati, gli occhi gonfi di sonno persi nel vuoto: “Può essere!” Può essere? Finalmente mi slegano, con un’ombra di imbarazzo e colpevolezza nello sguardo che non riesco a spiegarmi.
Al mattino cala una fitta nebbia. Lorcan resta esterrefatto quando lo saluto al suo risveglio. Mi mette una mano sulla spalla e mi chiede se sto bene, lanciando occhiate perplesse agli altri. Mah, forse non ero un bello spettacolo in preda alla “demenza”… Lee nel frattempo ha memorizzato un incantesimo che ci aiuta a individuare la direzione esatta, e nonostante si veda ben poco riusciamo ad arrivare alla torre in poco più di un’ora. Siamo circondati da rumori sinistri, stridii e versi innaturali, ma non incappiamo in nessun brutto incontro. Nei pressi dell’edificio piante e nebbia si diradano. Di fronte a noi si ergono due torri rotonde alte una trentina di metri, unite per tutta la loro altezza da un muro di raccordo. Emanano una sensazione di antichità, potere e inquietudine. A partire da una certa altezza ci sono delle piccole finestre strette e alte, dagli archi acuti, però sbarrate. Le pareti sono estremamente lisce, è praticamente impossibile scalarle. Dopo il primo piano si vedono statue dalle fogge più disparate. L’unico accesso è l’enorme portone che si apre sul muro di collegamento. Lorcan ci dice di aspettare qui, perché ha intravisto qualcosa davanti all’ingresso. Va in avanscoperta, trovando alcune gargolle frantumate al suolo. Non c’è pericolo e ci avviciniamo all’ampio portone metallico scolpito con figure deformi, sfuocate. Nessuna trappola protegge la serratura, che però è piuttosto complessa: Lorcan si cimenta per scassinarla, in modo da entrare senza fare rumore. Gli presto il mio disco dell’apertura silenziosa e lo assisto, l’anta si apre senza un cigolio. Lui tenta anche di intascarsi il mio disco con disinvoltura… E no, caro! Ci troviamo in un corridoio buio, si fatica a vedere anche con la scurovisione. Drevlin lancia una luce su un ciondolino, ma i suoi effetti sono limitati. Ci sono dei globi spenti e due porte di legno, una a sinistra e una a destra. Il posto è pulito e in ordine, nessun segno di abbandono. Usiamo un “messaggio” per tenerci in contatto (dei draghetti colorati che sussurrano alle nostre orecchie…) e apriamo la porta di destra: una lunga scala a chiocciola senza protezione sale costeggiando il muro della torre, mettendo in comunicazione i vari piani. Andiamo allora alla porta di sinistra: un pozzo, delle gabbie vuote, un ripostiglio e attrezzi per pulire. Muovendoci con cautela, saliamo al piano superiore. Anche qui ci sono gabbie vuote, ma più grandi delle precedenti. Saliamo ancora. Questa volta dietro la porta chiusa sentiamo qualcosa. Lee apre con un calcetto, ma il rumore rimbomba per tutta l’altezza della torre. In una delle gabbie è rinchiusa un’elfa esile dagli occhi spaventati. Dice di essere stata catturata dai peryton mentre viaggiava sulla strada che fiancheggia la vallata ed è molto in ansia per la sorte di un chierico di Tyr, Olaf, che è stato preso con lei. È una maga, ma le hanno portato via il libro degli incantesimi e non ha potuto memorizzare. Ci chiede dell’acqua, è da quasi due giorni che non mangia e non beve. La liberiamo e la rifocilliamo, poi le chiediamo di scendere all’ingresso, dove la raggiungeremo (speriamo) più tardi. Al quarto piano ci sono ancora gabbie vuote, mentre al quinto troviamo una specie di serra. Ci sono alberelli invasati, piantine, ma la stanza è buia e impregnata di un odore pungente. Ci sono anche due casse, a cui Lorcan dedica la massima attenzione. Ci trova un piccolo tesoro: monete, gemme, statuine preziose, una pozione di cura. Si rammarica perché non riesce a portarsi dietro tutto quanto! Ma dai, per la miseria, abbiamo questioni più importanti da sistemare! Ci penserai al ritorno, se proprio ci tieni tanto! Finalmente possiamo salire, ma evidentemente il rumore della porta ha allertato gli occupanti della torre perché una freccia mi si conficca sotto la spalla destra. Che male, CHE MALE! Mi sbilancio ma non perdo l’equilibrio. Un’altra colpisce Lee. Grazie alla scurovisione li vedo: ci sono due arcieri appostati sul pianerottolo soprastante. Lancio una “cecità” su quello che mi ha ferito, che scappa a tentoni, mentre l’altro, stordito dal “suono dirompente” del monaco e colpito a morte dalle frecce da Lorcan, cade nel vuoto. Al sesto piano troviamo la stanza delle guardie e la dispensa privata dello stregone, che contiene ogni ben degli dei. Malik si butta su delle aringhe e del pesce essiccato, incapace di trattenersi di fronte a tanto spettacolo dopo giorni di soli funghi. Fatico a portarlo fuori da lì! Il piano successivo invece è protetto da una trappola a pavimento, un fulmine, che Lorcan evita con grande agilità. Riesce anche a disinnescarla, ma poi si impianta sulla porta chiusa a chiave. La serratura non cede, ci vogliono parecchi tentativi prima di riuscire ad entrare nella stanza: la camera da letto dello stregone. È arredata con mobili pregiati, ma dagli stili differenti. Probabilmente sono il frutto delle scorrerie e dei furti ai danni di carovane che passavano nei paraggi. Ci sono però anche dei mobili originali, netheresi. Il letto per esempio, un baldacchino circondato da un tripudio di decorazioni, riccioli, arzigogoli colorati. Truzzo anche per gli standard di Halruaa. È chiaro che qui gli shariti non sono riusciti ad entrare, non hanno toccato nulla. L’armadio è pieno di vestiti di buona fattura, poi c’è uno specchio, una sfera magica, oggetti di valore, monete e libri di intrattenimento. Prendo in mano la sfera: è antica; appare l’immagine dell’ultimo proprietario, un essere per metà uomo ma dalle zampe di caprone, pallidissimo, dagli occhi neri e le pupille rosse. Sicuramente lo stregone mezzo immondo.
La passo a Drevlin e saliamo all’ultimo piano.

sabato 9 gennaio 2010

29 PARTENZA PER ALTA THOROG - parte 2^

Gdraddict: "Rivelazioni"
Iniziamo la discesa verso la valle, che sembra stranamente deserta, senza la normale fauna che dovrebbe abitare un luogo come questo. Raggiungiamo il greto di un torrente, che forse potrà esserci utile per orientarci, e notiamo alcuni alberelli divelti con tutte le radici. Drevlin osserva nei dintorni e trova delle grosse impronte dalla forma molto strana; non sembrano appartenere a nessun animale a noi noto. Riprendiamo il cammino, ma orientarsi è tutt’altro che facile. La valle non sembrava molto grande, ma da qua sotto è davvero difficile mantenere la giusta direzione. Dopo un’altra mezz’ora, poco lontano dal torrente vediamo una bestia che sembra scorticata e si contorce, mutando continuamente il suo aspetto. È un intrico di fauci, tentacoli, artigli, che spuntano e si sostituiscono senza sosta. Una bestia del caos! Beviamo una pozione di protezione prima che ci sia addosso, poi mentre Lee e Lorcan la tengono a bada io e Drevlin usiamo la magia. In un paio di minuti riusciamo ad eliminare quell’obbrobrio, ma il bardo è stato morso ad una spalla. Sudiamo freddo. Fortunatamente non è stato infettato, possiamo riprendere la marcia verso la torre. Forse. Non sono poi così sicura che Lee abbia preso la direzione giusta. Prima ci ha fatto allontanare dal torrente per aggirare una collinetta, ora ci dice che è meglio se raggiungiamo di nuovo il corso d’acqua perché abbiamo deviato troppo… Speriamo che più avanti sia più semplice trovare la strada. La normale vita animale sembra assente da questo luogo che reca invece i segni di altre bestie, ben più inquietanti. Tornati al torrente, ci troviamo la carcassa di una grossa idra. Ha due teste tagliate di netto e qualche freccia piantata nel corpo. Lì vicino c’è anche l’orma di uno stivale. Si direbbe proprio uccisa da “umani”, passati di qui un paio di giorni fa. Sta a vedere che i monaci oscuri sono arrivati fino a qui, e un’altra volta prima di noi! Cerchiamo di mantenere la giusta direzione, forse senza riuscirci. Di nuovo lasciamo il torrente per costeggiare un laghetto ghiacciato e senza volerlo ci infiliamo sotto la tana di un pheryton, uno strano incrocio tra un cervo e un’aquila. Ma che brutto! La bestia attacca Drevlin, che accusa il colpo. Miro accuratamente con la balestra e lascio partire un dardo che da sopra la spalla del mago si infila in un occhio del peryton, accecandolo. E non ho usato nemmeno uno dei dardi magici! Lee ne approfitta per attaccare a sua volta e con un pugno micidiale stordisce il bestione che viene poi finito da Lorcan. Emana una puzza orribile, cosa che però non scoraggia il bardo dall’arrampicarsi sull’albero e frugare nel nido del peryton. Ma sarà pieno di cacche e schifezze in putrefazione… ma chi te lo fa fare, solo per recuperare qualche moneta! Lorcan sguazza soddisfatto tra resti ed escrementi maleodoranti e scende dalla pianta tutto trionfante tenendo tra pollice e indice una mano dalla pelle grigia. – “E questa secondo voi a chi appartiene?” Mah, in effetti ha un aspetto insolito. Il colore non è riconducibile né ai drow né ad altre razze conosciute… La cosa mi ripugna, ma afferro la mano per cercare di vedere qualcosa. Nel frattempo Lorcan è CALDAMENTE invitato a lavarsi di tutto punto per togliersi di dosso quella puzza insopportabile. La visione arriva: questo essere, che non riesco a vedere chiaramente, è il mio esatto opposto. Sento che tutto ciò che in me è rivolto al bene, in lui è rivolto al male. Ed è legato a Shar. Non riesco a capire altro perché c’è una forza che oscura le mie percezioni, una forza che sta schermando lui e i suoi compagni.
Dannazione! Sono proprio gli shariti! Speriamo che non siano riusciti ad arrivare al monaco nascosto nella sfera. La notizia non piace nemmeno agli altri, ci rimettiamo in cammino cercando di sbrigarci perché il tempo passa e della torre neanche l’ombra!
Vaghiamo ancora per qualche ora, ho l’impressione che stiamo girando a caso, e incrociamo prima un tentacolo mozzato, poi uno squartatore grigio che annoiatosi di sradicare alberi tenta di aprire in due Lee. Il monaco si sottrae a fatica dalla stretta del colosso, già ferito dagli incantesimi del mago, poi finalmente anche il mio indebolimento va a segno (Ho dovuto lanciarlo 2 volte!), e seppur con una certa fatica, ci liberiamo del problema. Peccato che il sole stia tramontando. E dire che speravamo di arrivare alla torre in giornata! Invece non l’abbiamo vista neanche da lontano…
Ci accampiamo alla bell’e meglio nella radura creata dallo Squartatore grigio e stabiliamo i turni di guardia. Mi prendo l’ultimo, così posso riposare senza interruzioni. Sono stanca, mi addormento quasi subito. Però improvvisamente la mia mente si perde… non è un incubo, almeno non come quelli che conosco… tutto diventa incoerente, i pensieri sono sfuocati e pieni d’ansia. Non riesco a fermarne nemmeno uno, mi sfuggono in una paura indefinita e nell’agitazione. Ma che succede? Dove sono? Sento altre voci nella mia testa! “Tirate!” Aiuto… devo andarmene… Un rumore infausto di dadi che rotolano su un tavolo… più volte. Nevica sabbia, togli il cappello! “NOOOO! L’ha sbagliato, di nuovo! NON è POSSIBILE!!” AAAAAAH! L’acqua, si infila ovunque, non si respira! Corri, corri… guarda, i gatti volanti … “E che! Non hai salvato nemmeno tu!” …la collezione di code di rettile… non c’è più luce, non riesco più a lanciarla… “E adesso, cosa fate? Chi curate dei due?” SVEGLIATEMI!

mercoledì 6 gennaio 2010

29 PARTENZA PER ALTA THOROG - parte 1^

Gdraddict: "L'ultimo raggio di sole" - parte finale; "Rivelazioni" - 1^ parte.
Mi pianto di fronte a Lorcan guardandolo negli occhi, parlandogli con tutta la calma di cui sono capace: “Sei arrabbiato e per questo prendi ogni cosa che dico nel verso sbagliato! Hai 30 anni suonati e stai qui a fare i capricci come i bambini?! Comunque se in questi giorni ho detto qualcosa che ti ha offeso, ferito o irritato mi dispiace, e ti chiedo scusa. Sarebbe ora che affrontassi le cose da uomo adulto. D’ora in poi farò molta più attenzione. E piantala di sfogare sugli altri le tue frustrazioni”. Non risponde nulla, forse l’ho spiazzato. Oh sì, il primo muro sta venendo su che è una meraviglia! Mi incammino di nuovo verso la locanda, seguita a ruota dagli altri.
Il mattino successivo Lee interroga il volere degli dei con una divinazione. La risposta è chiara: è assolutamente nefasto gettare il fermaglio nel vulcano di Sundabar. Ecco, neanche adesso ci libereremo di questo peso. Forse dovremmo tentare con un vulcano situato in zone disabitate, anche nei pressi di Halruaa, se non ricordo male, ce ne dovrebbe essere uno.
A pranzo io e Lorcan ci sediamo lontani. Non c’è una gran conversazione. Nel pomeriggio Drevlin mi invita a fare un giro per la città con lui. Accetto volentieri, avevo già programmato di uscire per una giornata di relax. Gironzoliamo per le strade di Città Sopra e Città Sotto senza una meta precisa, curiosando tra negozi e bancarelle. Visto che ci sono avanzati i soldi della resurrezione, cerchiamo delle armi magiche per colpire a distanza. La scelta cade su un arco per Lorcan e dei dardi per la mia balestra. Il mago oggi è davvero di compagnia, si vede che ha deciso di concedersi anche lui una piccola “vacanza”. Chiacchiera amabilmente, è persino divertente e passiamo buona parte del tempo a scherzare e ridere, assaggiando qualche specialità locale a base di funghi. Avevo intenzione di chiedergli cos’avesse vissuto quando è crollato sotto i dardi di Riccoburro e se si fosse ripreso da quell’esperienza, ma ora mi spiacerebbe rovinare quest’atmosfera serena e preferisco non toccare l’argomento. Oggi niente Alta Thorog, niente fermagli, niente ossa del santo, né shariti, né tragici vissuti. Oggi siamo in libera uscita.
Rientriamo in locanda per cena, raggiunti poco dopo da Lorcan e Lee che a quanto pare sono usciti insieme e stanno discutendo di religione. Sembrerebbe anche che il bardo abbia tentato di portare a donne il monaco, che naturalmente ha resistito con tutte le sue forze. La sera trascorre con una delle lezioni di magia che Drevlin mi impartisce nei tempi morti. All’inizio ero molto preoccupata: magia inculcata da un mago di Halruaa! Argh! Invece non è poi così pesante, perché Drevlin riesce a rapportare il tutto al mio modo di usare i poteri arcani. A volte dimentico che anche lui possiede abilità da stregone, probabilmente è per questo che riesce a spiegarsi bene con me. Inoltre ci sono 2 o 3 incantesimi nuovi che mi stanno frullando per la testa, devo solo riuscire a metterli a fuoco e perfezionarli…
Il giorno successivo il mago dichiara che non potrà muoversi perché deve preparare una pergamena di “disperdere il magico” da lasciare a me. Non ha un’aria molto soddisfatta… mi sa che preferiva un’altra libera uscita! Io vado di nuovo a zonzo per la città, da sola, mentre gli altri due escono ancora in coppia. Lorcan sembra più tranquillo, forse la vicinanza del monaco gli fa bene.
Alla sera prendiamo gli ultimi accordi per la partenza, dopo aver consegnato lo scrigno del fermaglio agli alti chierici di Tyr che lo conserveranno per noi. Non possiamo certo correre il rischio che cada nelle mani dello stregone mezzo immondo che regna ad Alta Thorog.
Il mattino dopo veniamo scortati fuori città da una delegazione. Elm dice che ha parlato di noi anche ai suoi alleati e pare che al nostro ritorno ci saranno alcuni ambasciatori di Silverymoon ad attenderci. Hanno saputo che veniamo da Halruaa e vogliono parlare con noi. In pratica, ci state dicendo che dobbiamo tornare interi se no fate brutta figura… ma dalle vostre facce si capisce che non credete affatto di rivederci ancora tutti e soprattutto tutti integri! Mi sa che Lorcan si sta dedicando a gesti scaramantici poco educati...
Un nevischio indeciso accompagna i nostri passi; seguendo le indicazioni e la cartina che ci hanno dato cominciamo a inerpicarci verso il passo che porta alla valle di Alta Thorog. Si procede piuttosto lentamente, distratti dal volo di alcune grosse aquile che volteggiano molto al di sopra delle nostre teste. In due giorni siamo ormai in alta montagna, il freddo si fa ancora più intenso. A metà pomeriggio ci blocchiamo quando Malik soffia in direzione di alcune rocce imponenti che stiamo per superare. Estraiamo le armi mettendoci sulla difensiva e vediamo un lupo enorme dal manto quasi bianco strisciare verso di noi. I suoi occhi sono rossi e malevoli, si lancia in avanti per attaccare. Mentre noi lo teniamo occupato, Lorcan lo affianca gettando l’arco magico per terra. Anche nella concitazione del momento il mago non riesce a trattenersi: “Noo, l’ho pagato una fortuna…” La stoccata furtiva del bardo è letale per la bestia, che cade morta prima di essere riuscita a ferirci seriamente.
Il giorno successivo le condizioni meteorologiche peggiorano decisamente: nevica fitto e aprirsi il cammino diventa davvero faticoso. Siamo sferzati da un vento gelido, i nostri abiti sono bagnati e ho le mani intorpidite dal freddo. Finalmente al tramonto raggiungiamo la cima del passo. La valle che si apre di fronte a noi è selvaggia, coperta da una vegetazione intricata che la neve non riesce a nascondere del tutto ed è costellata di laghetti ghiacciati. Non è molto ampia e nella parte più lontana vediamo qualcosa di scuro baluginare agli ultimi bagliori di luce. Sarà la torre? Poi inizia a calare il buio. Lì vicino c’è una piccola grotta che probabilmente era usata come bivacco organizzato per i viandanti che tempo fa attraversavano ancora questi posti. Accendiamo un piccolo fuocherello e riposiamo qui. Poco prima dell’alba, un profondo ruggito primordiale scuote la valle e numerose sagome scure si alzano in volo allontanandosi, emettendo un suono rauco e fastidioso. Poi tutto tace e torna la calma.

sabato 2 gennaio 2010

28 SUNDABAR - parte 2^

Gdraddict: "l'ultimo raggio di sole" - seconda parte
In mattinata discutiamo su cosa acquistare per la nostra spedizione ad Alta Thorog. Abbiamo un limite di 10.000 monete d’oro, che aumenta a 13.000 grazie ai soldi ricavati dalla rivendita del mantello magico di Riccoburro. Forse però ci chiederanno di pagare la resurrezione di Ulrik, per cui ne teniamo 5.000 da parte. Decidiamo di comprare pozioni di cura e pergamene che possono tornare utili per eliminare i poteri della bestia del caos o per eliminare gli effetti di incantesimi che potrebbero colpirci. Prima di pranzo poi mi ritrovo sola con Lorcan a un tavolo della sala comune.
Ordina da bere. Di nuovo quelle immagini… Non so neanch’io perché, senza ragionarci mi infilo in un ginepraio. Gli dico che farebbe meglio a non eccedere con l’alcool, perché quand’è ubriaco “parla troppo”. Non capisce, gli spiego cos’è successo quella sera quando gli ho tolto la bottiglia dalle mani e che da allora sto male. Sorvolo sul fatto che me la sono cercata… L’argomento non gli piace per nulla, è ovvio, e si trincera sulla difensiva. Vorrei fargli capire perché l’esperienza mi ha sconvolta, ma trovare le parole non è facile. Lui si scaglia prima che io riesca a formulare il pensiero compiuto: cosa voglio da lui che sta in questo stato da più di due anni? Nulla, non volevo paragonare le due cose ma mi sento un verme lo stesso. Provo in un altro modo, gli dico che se anche mettessimo le mani su Shar in persona questo non lo ripagherebbe di ciò che ha perso, che ogni sofferenza inferta agli shariti non toglierebbe nulla alla sua. Anzi, alla loro. Non è questo che lo aiuterà, deve ricostruire il suo equilibrio su qualcos’altro. Mi fissa sarcastico: “Mi stai consigliando di trovarmi un hobby?” Eh? È impazzito? Avvampo. NO! Evidentemente parliamo due lingue differenti! Di nuovo le immagini della casa in disordine, il corpo riverso per terra… quella rabbia compressa… Vorrei solo che trovasse un modo per uscire da questa instabilità emotiva. Lui mastica tra i denti che non so nulla del gran bastardo che era prima che LEI lo mettesse in riga, che era molto peggio di come è adesso. Sarà, ma so che la scelta di cambiare è stata SUA, e il nuovo Lorcan gli piaceva più dell’altro e anche di questo, e non solo perché c’era lei. I suoi occhi sono taglienti: ora non ha più motivo di essere quell’uomo. E quindi continuerà a macerarsi in questa sofferenza senza uscita? Persino io sono stufa di vederlo così! Chi vuole essere? Preferirei sapere che l’uomo di fianco al quale dormo la notte somiglia a QUELLO piuttosto che a questo! Che a volte devo fare sorvegliare da Malik! Resta di sasso, poi si scosta con la sedia e mi dice che deve pensare e che ha bisogno di stare solo. Mi viene spontanea: “Sei già rimasto solo per troppo tempo”. Non so nemmeno se mi ha sentita. Vivi come se non esistesse altro che tu e la tua rabbia, attento a non legarti a niente di ciò che ti circonda. Così non è vivere…
Arrivano anche gli altri mentre lui cambia posto allontanandosi da me. Notano i nostri volti tesi, non fanno domande, ma nei loro sguardi c’è una punta di rimprovero. In effetti ogni volta che parlo da sola col bardo ne usciamo provati. Più tardi Drevlin mi chiede di cosa abbiamo discusso, ma rispondo genericamente. Perdonami mago, devo ancora sbollire. Quando riuscirò a farlo ti racconterò.
Nel pomeriggio ci dedichiamo alle spese. Troviamo tutto ciò che ci occorre e anche un’armatura di cuoio borchiato incantata molto utile per Lorcan. Facciamo dei veri affari: siamo gli unici clienti e ci vengono concessi degli sconti davvero consistenti. Non ci sono novità e ce ne andiamo a dormire presto. Ripenso al dialogo col bardo, forse non avrei dovuto. Io sto male uguale, lui ha un pretesto per sfogarsi su di me e probabilmente non è servito a niente. Non vuole sentire. Farsi un hobby… Ma come gli è venuto in mente? È colpa mia, sono una stupida. Non riesco a tradurre in parole perché apprendo per altre vie. A volte vorrei che i miei poteri avessero un doppio canale, così forse riuscirebbero a capire… Risento la voce di Selune, nel sogno: “Stai diventando forte.” Sarà, ma mi sento una schifezza. “Mi fido di te.” Ami l’azzardo, confessalo… Devo uscirne da sola, lo so. Mi serve un po’ ti tempo. E un bel “muro” che mi protegga dall’esterno. Me lo costruirò. E di sicuro non indosserò più l’abito rosso! Certo potessi ricaricami con un po’ di empatia positiva…
Finalmente il giorno dopo ci dicono che l’Artiere è pronto a riceverci e ci scortano a Città Sotto, nanica fin nel midollo. Tutti i cunicoli convergono verso la Forgia, che si trova nella caldera del vulcano. Chissà perché ci viene il sospetto che se gettassimo lì il fermaglio c’è il concreto rischio che un’esplosione si porti via mezza città... Un nano dall’aspetto vetusto coperto di bende e medicazioni ci sorride dicendo che ci stava aspettando. Sembra molto stanco, non solo fisicamente. Dice che si domandava perché fosse ancora vivo, ora sa che è perché doveva incontrare noi. Si ricorda benissimo di quel giovane, Anvraham. Giovane? Alla faccia… ed è molto felice di aiutarci. Pone le ossa del santo su un’incudine e con un solo colpo del suo martello le frantuma, polverizzandole. Per lo sforzo le sue ferite si riaprono e le sue bende si intridono di sangue. Cerchiamo di sostenerlo, alcuni nani lo portano a coricarsi e lo medicano. Drevlin intanto separa la polvere delle ossa in due diverse fialette di vetro, consegnandone una a Lee e tenendo l’altra. Ora non ci resta che disperderle nel deserto, come voleva il santo. Se riusciamo a tornare… Non ci intratteniamo molto con l’Artiere perché capiamo che ha bisogno di riposo. Ci limitiamo a chiedere se sa come possiamo liberarci dell’artefatto malvagio che ci portiamo appresso. Guarda come è attento Lorcan! Anche secondo lui non è una buona idea gettarlo in questo vulcano, ma ormai non è più in contatto diretto con gli dei e dovremmo provare a consultare il loro parere attraverso una divinazione. In contatto diretto con gli dei? Chi è veramente costui?
Il fatto che l’Artiere ci abbia ricevuti con onore ci guadagna il libero accesso a Città Sotto, dove possiamo girare indisturbati.
Verso sera, quando risaliamo in superficie, arrivano anche notizie dal Tempio. I Chierici di Tyr ci dicono che resusciteranno Ulrik, gratis, quando torneremo da Alta Thorog. Siamo perplessi. Faccio notare che sembra un ricatto. Lee, più diplomatico, spiega che con un combattente come Ulrik al fianco avremmo più possibilità. Loro rispondono che non è un ricatto e che le loro divinazioni hanno rivelato che questa è una missione che spetta solo a noi. Noi? Tutti e quattro? Ops, l’ho detto ad alta voce, e ho pure guardato Lorcan nel mentre.
- “Sì”.
Lorcan si volta inviperito. Eccolo, figurati se perde l’occasione. - “Che c’è, non dovrei venire?” Rispondo a mezza voce: “Forse per te sarebbe meglio” Potresti cominciare a lasciarti alle spalle tutto questo schifo e scoprire che si può vivere per qualcos’altro. In fondo, che c’entri col santo, tu.
Le occhiatacce del monaco fanno capire che non è il caso di discuterne qui. Appena usciti dal tempio il bardo torna alla carica. –“Aspettate un attimo, a quanto pare Jamila non vuole che venga con voi” – “Non ho detto questo” - “Ah no?” C***o, adesso mi hai proprio rotto!