giovedì 25 febbraio 2010

34 TRIFOGLIO

Gdraddict: "I quadrifogli portano molta più fortuna" - parte finale
La notte trascorre senza incidenti. Al mattino costringiamo Thebaldol a portare in salvo con il suo teletrasporto tutti gli apprendisti che riesce, cioè tre. Ma quali? La scelta cade sui più giovani, tra cui anche Evraldol. Lui e il suo amico protestano perché vorrebbero aiutarci contro il drago (ma certo! Sapete a malapena usare gli incantesimi di livello zero, è un’idea geniale!), immagino già le ulteriori paranoie di Drevlin se oltre a preoccuparsi per me dovesse badare anche al fratello! Lo convinco a non cedere, così ci leviamo lo sharita di torno. Ora sono più tranquilla, le cose vanno anche meglio quando mi rimuovono la “paura”. Studiamo un piano d’azione. Scappare attraverso il giardino coi due apprendisti, il cadavere di Lorcan, inseguiti dal rettile gigante e magari attaccati da qualche pianta non è pensabile. Salire e affrontare il lucertolone… troppo rischioso, lui avrebbe una via di fuga e noi no. Si potrebbe provare a infilarsi nel portale per la città, che si trova nella stanza del drago ma sul lato ancora protetto dal soffitto, nel minor tempo possibile… Lee e Drev distrarrebbero il rettile mentre io farei scappare i due ragazzi. La zona coperta dal tetto è troppo bassa per permettere al mostro di infilarci la testa, lì potremmo essere raggiunti “solo” dal soffio e dagli incantesimi. Adeguatamente protetti potremmo avere delle chances… Però bisognerebbe sapere come si attiva il portale. Forse l’oggetto che serve è ancora nella torre, vale la pena cercare. Lasciamo i due apprendisti a fare la guardia al corpo di Lorcan, facendo mille raccomandazioni perché stiano attenti e veglino a turni. Se capita qualcosa vi appendo a testa in giù, e non vi dico per dove! Prendiamo anche gli oggetti magici del bardo che potrebbero tornarci utili. Drev sta pensando se sfilargli l’anello, ma io gli dico di lasciar perdere, visto che semplicemente altera le individuazioni sull’allineamento e simili. Il mago mi guarda interdetto: qui è VIETATO usare oggetti di questo tipo! Se lo dovrà togliere. E commenta che aveva ragione a dire che Lorcan era un gran bastardo. Mi rabbuio parecchio a questa uscita, gli dico di smetterla. –“Ho detto era…” Piantala lo stesso!
Iniziamo a esplorare la torre a partire dal piano più alto. La porta è protetta magicamente: Lee schiva il fulmine con la consueta agilità, ma entrare è un bel problema. Sarei quasi tentata di provare dalla finestra rotta usando il mantello da pipistrello del bardo, ma là fuori c’è il drago… Proviamo con le maniere forti. Drevlin disperde la magia della trappola, poi Lee con una raffica di colpi riesce a sfondare la porta. Ci troviamo nella biblioteca del mago. Scaffali pieni di libri (la maggior parte di botanica), un ampio tavolo, larghe finestre e piantine ornamentali. Sulla destra, una porta dà su un attrezzatissimo laboratorio. Io mi dedico al tavolo, ispezionandolo minuziosamente, mentre Lee controlla gli scaffali. Drev individua un paio di libri magici e il libro degli incantesimi dell’ex proprietario della torre, poi controlla il laboratorio. Ci sono due pozioni e degli occhiali magici. Teoricamente non possiamo prendere nulla, sarebbe furto. Drevlin allora agisce d’impulso e rivendica apertamente la proprietà della torre. Ehm… non mi sembra molto saggio farlo PRIMA di aver risolto la questione drago! Ti sei infilato in una grana colossale! Non ho il coraggio di farglielo notare, anche perché il volto del monaco dice già tutto. Della chiave del portale non c’è traccia. Provo a usare le mie percezioni sul libro di magia, ho una visione sul suo proprietario, un uomo anziano dalla barba bianca, sereno e gioviale, che studia e legge. Nient’altro. Dobbiamo scendere al piano di sotto. Questa volta apriamo la porta senza grosse difficoltà. Ci troviamo nella stanza del mago, ampia e confortevole. Un letto enorme troneggia al centro, sul muro di fondo c’è un grosso armadio, più in là delle mensole con alcuni libri e sotto la finestra uno scrittoio. Sull’angolo alla nostra destra si apre un lussuosissimo bagno, con una vasca immensa, arredato in maniera nemmeno troppo pacchiana. Ovviamente nei toni del verde e con decorazioni raffiguranti foglie e piante. Tutto il lato sinistro della camera invece è occupato da una vasta serra che ospita una lussureggiante vegetazione tropicale. Drev e Lee spulciano i libri, io mi dedico allo scrittoio e ai comodini. Trovano il diario personale del mago, nelle ultime pagine l’uomo dice di voler accompagnare il drago, Trifoglio, Trifoglio! Quello si sente bastardo dentro e lui lo chiama Trifoglio! Non l’avrà presa bene… a fare una gita sulle montagne. È convinto che non sia irrimediabilmente malvagio… Evidentemente mal riponeva la sua convinzione, sembra sia stato ucciso proprio dal lucertolone. Pare che da giovane il mago volesse diventare un druido, cosa praticamente impossibile ad Halruaa, così ha soddisfatto il suo interesse per la natura indirizzando la sua magia allo studio delle piante. Intanto io armeggio su un comodino. Centro! In un cassettino nascosto recupero un anello con un sigillo, raffigurante un arco composto da rune che sormonta una foglia. Dev’essere il sigillo personale dell’ex proprietario della torre, la chiave per attivare il portale. Gli altri due decidono che sia meglio controllare velocemente anche i restanti piani dell’edificio, tanto per avere un’idea di quello che c'è. Le porte non sono più protette magicamente e entriamo senza difficoltà. I due piani sottostanti sono occupati ciascuno da due appartamentini per gli ospiti formati da stanza da letto, bagno e studio. Sul piano inferiore c’è una sala enorme per i ricevimenti, dotata di ogni confort (compresa una sfera magica), affiancata da una sala da pranzo. Da lì troviamo un passaggio che porta direttamente alle cucine e alle dispense. Parte del cibo conservato è ormai andato a male, ma pare esserci un’interessante riserva di un pregiato “vino di liana”. Sul corridoio che collega la cantina con le cucine c’è una porta che dà sull’atrio circondato dai fiori rossi che avevamo visto appena entrati. Lee si avventura all’interno della stanza, ma viene attaccato da alcuni fiori che si staccano in volo dai loro vasi e lo pungono. Avvisandoci di non entrare, il monaco si ritira dalla stanza chiudendosi dietro la porta. Ormai siamo di nuovo al piano terra e torniamo dai ragazzi per pianificare la fuga. Li troviamo intenti a giocare a carte tra loro, il corpo di Lorcan è ancora intatto e al suo posto. Io mi infilo l’anello col sigillo, Drevlin lancia su tutti noi una protezione dall’acido e poi spiega come pensa di agire: “Jamila, io e Lee faremo da esca al drago, mentre tu porterai gli apprendisti al portale e scapperai con loro.” No, scusa, e tu come pensi di uscire dopo? – “Vorrai dire che io apro il portale, faccio uscire loro e poi aspetto la vostra ritirata…” Lui mi guarda perplesso: “E io che ho detto?” Lascia perdere, sei talmente preoccupato da straparlare. Che il mago sia teso si capisce anche dalle brevi occhiate che mi lancia. Usiamo un “disco levitante” per trasportare il cadavere e saliamo le scale. Va bene, via alle danze! Il monaco varca la soglia, il drago ci sta aspettando. Lee, senza fare una piega, gli si piazza di fronte urlandogli: “Trifoglio, dobbiamo parlare!” Trifoglio… Poi entra Drevlin, con una certa ansia lo vedo infilarsi nell’angolino lontano dal portale. Va bene sviare l’attenzione, ma non esporti a pericoli inutili! Lo richiamo alla prudenza, mentre il rettile cerca di colpire il monaco, che sta innalzando una preghiera. Entro anch’io, con i due apprendisti. Sarà per quel “Trifoglio” che mi ronza per la testa e che ne mina la credibilità, ma questa volta il drago non mi impressiona più di tanto. L’apprendista più sveglio corre spedito verso il portale, l’altro urla impaurito e si lancia indietro. - “Di là, stupido, di là!” Lo abbranco al volo e strattonandolo riesco a frappormi tra lui e la porta, spingendolo avanti con un piede. In quella il drago soffia su Lee e sul mago, ma la protezione dall’acido regge. Ancora più impaurito il ragazzo cerca di scappare indietro di nuovo, ma sono pronta a bloccarlo e a buttarlo verso l’amico che lo chiama a gran voce. Gli incantesimi di Drevlin vanno spesso a segno, anche Lee riesce a colpire. Arrivo al portale e lo attivo con l’anello: i due ragazzi lo attraversano immediatamente, su un gemito di dolore di Lee. Mi sposto quel tanto che basta per guardare cosa succede, senza chiudere il passaggio. Grido agli altri che possiamo andarcene. Il drago è furioso, con una voce terrificante urla che nessuno può chiamarlo Trifoglio e pensare di uscirne vivo! In effetti stiamo continuando a chiamarlo Trifoglio… Mi rendo conto che nonostante le sue minacce il lucertolone comincia ad essere piuttosto malconcio. Drevlin si muove verso di me, sempre scaricando incantesimi. Lee è ferito piuttosto seriamente e decide di ritirarsi. Il drago soffia di nuovo, nel tentativo di mantenere il portale aperto non mi sposto e vengo investita in pieno dalla nube acida. La protezione di Drev è bella robusta e non subisco danni. Ora siamo tutti e tre vicini, al riparo dagli attacchi fisici del rettile, che nonostante le sue condizioni non sembra intenzionato ad abbandonare il campo e continua a insultarci. Ci guardiamo negli occhi: proviamoci! Lee si cura e riparte alla carica al grido di “Trifoglio”, io e Drev ricominciamo con gli incantesimi. Solo che lui colpisce, io invece mi infrango regolarmente sulla resistenza al magico del nostro bersaglio. Il drago è fuori di sé dalla rabbia, non si rende conto della gravità delle sue ferite, e nonostante un ultimo soffio, che stavolta evito prontamente e che danneggia lievemente solo Drev, soccombe ai nostri colpi, stramazzando al suolo con un rumore cupo e rimbombante. Un tuono che si diffonde lentamente tutto intorno. Rimaniamo lì zitti e immobili per qualche momento, increduli di essere riusciti a sconfiggere un avversario del genere. Drev, schiena al muro, scivola pian piano seduto per terra, stanchissimo. Se non si fosse fatto dominare dall’ira, al drago sarebbe bastato volare via per salvarsi, poi poteva tranquillamente tornare ad abitare la torre. Meglio così. La nostra arma migliore è che tutti ci sottovalutano! Il mago va ad accertarsi che Trifoglio sia proprio morto morto, a scanso di equivoci. Poi inizia a guardarsi intorno, valutando la situazione. Dovrà mandare dei conciatori per sistemare la carcassa, bisognerà disinfestare la torre, riparare i danni… Tanto per rilassarti un po’, vero? Sei buffo quando ti arrovelli così, tutto preso e assorto… Mi avvicino a lui e gli porgo l’anello ostentando un’aria solenne: spetta al legittimo proprietario. Lo prende con un sorriso di soddisfazione e ci teletrasportiamo ad Alarahh, con il corpo di Lorcan.

sabato 20 febbraio 2010

33 THEBALDOL

Gdraddict: "I quadrifogli portano molta più fortuna!" - parte 3^
Io e Lorcan bersagliamo a distanza il cipresso vampiro, che lentamente comincia a muoversi verso di noi. Anche la siepe a forma di leone sull’altro lato del giardino attacca, ferendo gravemente il bardo che saggiamente si ritira al fianco di Thebaldol. L’Anziano evoca delle fanciulle - tentacoli per bloccare la siepe, prendendo anche Lee. Poi impreca contro il monaco che non si leva mai di mezzo. Ringrazia che ci stanno osservando perché un quadrello nella schiena non te l’avrebbe levato nessuno! Del resto è risaputo che ho una pessima mira, un incidente può sempre succedere… Mi accorgo che Drev tiene sempre un incantesimo pronto per annullare eventuali effetti nefasti delle magie di Thebaldol. Solo che questo giochetto porta i due maghi a centellinare le loro forze nel tenersi a bada vicendevolmente e ci costa parecchio tempo. In più l’Anziano provoca, invitandoci a fare sfoggio del nostro potere per superare queste piccole difficoltà. Alla fine Drevlin elimina la siepe con un altro raggio rovente mentre Lorcan si preoccupa di curarsi. Thebaldol, dichiarando di voler liberare il monaco, lancia un “mani brucianti” sul tentacolo che lo blocca, ustionando anche Lee. Drevlin lo accusa dicendo che i tentacoli non vengono danneggiati dal fuoco, ma l’altro gli fa notare che la sua variante dell’incantesimo funziona in maniera differente, e dato che effettivamente Lee si libera nessuno può obiettare oltre. Nel frattempo l’albero continua la sua lenta marcia verso di noi, sempre bersagliato a distanza da Lorcan e me. Le nostre armi però infliggono pochi danni a ogni colpo e la pianta incassa molto bene. L’Anziano indietreggia sbeffeggiando Drevlin, mentre Lee rimette in sesto se stesso e Lorcan. Purtroppo Malik individua un altro cipresso vampiro sull’altro lato del vialetto. Di questo passo ci metteremo una vita a liberarci di loro. Se i due maghi non si decidono a fare sul serio faremo notte qui!
Il primo albero si ferma in prossimità dei tentacoli superstiti di Thebaldol, l’altro comincia a muoversi verso di noi. Io e il bardo ci concentriamo sul più vicino, freccia dopo freccia, e finalmente lo vediamo cadere, proprio mentre i tentacoli oscuri svaniscono. Lee prova a incendiare una fiaschetta d’olio che ha sparso per terra nel tentativo di tenere a distanza l’altro cipresso, l’Anziano si lancia una sfocatura. Cioè una serie di fanciulle discinte che fanno la lap-dance sul suo corpo. Veramente di buon gusto, non c’è che dire… Lorcan riprende a scagliare frecce, che però cominciano a scarseggiare. Ormai pressato dalla pianta, Thebaldol si decide: delle donnine oscure baciano voluttuosamente il tronco del’albero che sembra rinsecchirsi di colpo. Ma non a sufficienza da impedirgli il contrattacco, che però va a vuoto. Che peccato! Mentre noi teniamo a bada il cipresso, Drevlin cerca di capire se la porta sia protetta magicamente. Al secondo assalto della pianta l’Anziano viene colpito e rimane bloccato. Uh, il mio quadrello non è andato a segno. E senza neanche fare apposta… Lee carica ma senza grandi effetti e solo i dardi di Drevlin riescono finalmente ad abbattere il cipresso.
Ora la strada sembra sgombra. Lorcan si avvicina alla porta per esaminarla. Lo accompagno per aiutarlo, ignorando i suoi mugugni: non devo espormi a certi pericoli e bla bla bla. Che c’è, vuoi chiudermi nello sgabuzzino pure tu? Non ho neanche un graffio, più di così... La porta non ha trappole e riusciamo ad aprirla senza particolari problemi. L’atrio davanti a noi è illuminato da orchidee iridescenti chiuse in sfere di vetro che volano per la stanza. È tutto rivestito in marmo verde e l’ambiente è gradevolmente fresco.
Drevlin si sistema in un angolo e adopera la sfera per scrutare il fratello. Ci vorrà circa un’ora, così, mentre io resto a proteggerlo, gli altri esplorano il piano terra. Le due porte laterali danno su due stanze probabilmente destinate ai servitori della torre. Sarebbero perfette per riposare. Le altre due porte si aprono invece su un salone molto ampio, con grandi fioriere colme di fiori rossi, e vengono subito richiuse. Si stanno facendo piani su come organizzarsi per recuperare forze e incantesimi, quando Drevlin, appena finito di consultare la sfera, balza in piedi dicendo che bisogna muoversi subito e che i ragazzi si trovano all’ultimo piano. L’urgenza nella sua voce e nei suoi gesti mi spinge a seguirlo sulla fiducia, ma Thebaldol cerca di fermarlo. Dice che non è saggio, e che comunque lui ha memorizzato due teletrasporti: con uno potrebbe portarci direttamente all’interno della stanza e con l’altro potremmo poi fuggire. Drev dubita, io però non credo allo sharita e convinco il mago a proseguire. L’Anziano afferma che non si muoverà di lì e Lorcan decide di fermarsi con lui per tenerlo d’occhio. Saliamo di corsa le sei rampe di scale, insieme a Lee. Pare che il drago abbia chiesto ai ragazzini di scegliere chi di loro dovesse essere mangiato al tramonto, quando sarebbe tornato. Adesso è il tramonto! Nella foga Drevlin fa scattare la trappola magica che protegge la porta dell’ultimo piano e viene colpito in pieno petto da un fiotto d’acido. Per fortuna si era preventivamente protetto e resta incolume. Lancia una protezione anche a me, che traffico per cercare di disattivare il congegno. Ma è complicato, accidenti… lo danneggio ma non riesco a neutralizzarlo del tutto. Dall’interno della stanza provengono delle voci. Forse conviene proteggersi dall’acido e cercare di scassinare direttamente la porta. Ci provo, mentre i rumori provenienti dalla stanza non lasciano dubbi sull’arrivo del drago, che reclama il suo pasto. Forza, forza! Ho agganciato il meccanismo ma al momento buono mi sfugge. È una serratura bella tosta. Dannazione! Optiamo per le maniere forti e Lee tenta, senza successo, di sfondare, mentre uno sbuffo acido filtra da sotto la porta. No! Il drago ha soffiato! Ma perché… Mi ributto sulla serratura, mentre qualcuno dall’altra parte si attacca alla maniglia con un urlo. È Lorcan, è la voce di Lorcan! Ma che ci fa lì dentro… Sarà la forza della disperazione, ma l’anta si apre, sbattendo sul corpo del bardo accasciato per terra con le mani strette sul petto. Drevlin e Lee si precipitano nella stanza e sento il monaco recitare una preghiera. In quella vedo il drago, con le fauci spalancate nel tentativo di azzannare i miei compagni. È impressionante, spaventoso. La paura mi assale, fuori controllo. L’unico pensiero sensato è andarsene di lì, al più presto. Afferro Lorcan e lo trascino con me verso le scale. Il suo viso si gira dalla mia parte, i suoi occhi sono semi aperti e vitrei. Mi sento mancare. È morto. Freneticamente controllo il battito, il respiro, con il sangue che mi pulsa nelle orecchie. Non è possibile, è morto. Dall’alto si sentono urla, incantesimi, tonfi e rumori orribili. Ora che aveva ritrovato un motivo per vivere, dopo tutto quello che ha passato… non può morire così! È una presa in giro… Grido, grido tutta la rabbia, il dolore e la frustrazione che mi sopraffanno. Poi penso che qui le resurrezioni sono abbastanza facili da ottenere, che ci sarà un alto chierico disposto ad aiutarci, basterà solo trovare la somma di denaro necessaria… Di sopra lo scontro prosegue, un ruggito del drago focalizza la mia attenzione sul pericolo imminente per gli altri ancora nella stanza. Mi addosso alla parete tenendo stretto il cadavere e urlo di rifugiarsi sulle scale, dove il drago non può arrivare. Tre ragazzi escono sul pianerottolo poco prima che il rettile soffi di nuovo, proprio mentre un altro di loro si tuffa fuori dalla porta. Poco dopo arrivano anche Lee e Drevlin, malconci ma vivi. Il mago sta imprecando perché Thebaldol si è allontanato in volo con suo fratello, ma si blocca non appena si rende conto che Lorcan è morto. Nel frattempo il drago banchetta coi resti del giovane che non è sopravvissuto al soffio. Mentre stiamo per ridiscendere, il fratello di Drevlin, Evraldol, compare sulle scale del piano inferiore, dicendo che è stato l’Anziano a metterlo in salvo lanciandolo all’interno della torre dopo aver spaccato una finestra. Decidiamo di riposare nelle stanze del pian terreno, per poi valutare il da farsi a mente fredda. Nel frattempo ci raggiunge anche Thebaldol: rinfaccia a Drevlin che se fossimo andati con lui Lorcan sarebbe ancora vivo e tutto sarebbe stato più semplice. Sei un gran bastardo, lo so che l’hai ammazzato tu… Ne nasce un alterco (guarda caso lo sharita ne è uscito incolume, il drago ha preferito soffiare su dei ragazzini inermi piuttosto che su di lui…) che si mantiene a fatica su toni civili; non so come Drev riesca a controllarsi, forse è per la consapevolezza che tutte le nostre azioni sono scrutate dagli alti ranghi. Chiediamo all’Anziano di portare in salvo i ragazzini col teletrasporto, ma lui dice di doverlo rimemorizzare. Ma come, non aveva detto di averne memorizzati due? Uno l’ha usato per entrare nella stanza del drago, e l’altro? Improvvisa un scusa: l’ha già usato per salvare Evraldol, o forse si è sbagliato prima… Bravo, contraddiciti, che capiscano tutti la tua mala fede.
Alla fine dobbiamo dormire con lo sharita tra i piedi. Chiedo a Malik di sorvegliarlo per le quattro ore in cui riposa Drevlin. È strano, ma il mio sonno non è turbato dalla morte di Lorcan.

lunedì 15 febbraio 2010

32 RIVELAZIONI - parte 2^

Gdraddict: "I quadrifogli portano molta più fortuna!" - 2^ parte
Pranziamo tutti assieme. Mi sommergono di domande, pensano che io faccia un lavoro importante alle dipendenze del ministero degli esteri. Beh, più o meno… Papà è fiero che io sia arrivata a tanto, sapeva che i miei poteri da stregone non sarebbero stati un ostacolo per me. Eh, fosse solo quello il problema… Sono un po’ delusi quando scoprono che mi fermo solo poche ore, speravano di poter stare con me per più tempo. Magari di ritorno da questa missione. Finalmente arrivano al punto. Mia madre mi dice che con Yerodin ha avuto una gravidanza e un parto difficili, e che dopo non ha più potuto avere figli. Un giorno al mercato ha incontrato una vecchia dai modi gentili e gli occhi dorati, che le ha subito ispirato grande fiducia. Hanno cominciato a parlare e senza nemmeno sapere perché mamma le ha confidato di essere felice della sua vita, ma che le sarebbe piaciuto avere un altro figlio, o meglio, una figlia femmina. La donna allora l’ha convinta a seguirla e le ha consegnato una bimba di pochi mesi, me, dicendole che era importante che io crescessi ad Halruaa e che dovevano proteggermi fino alla mia maggiore età. Compiuti i 18 anni, avrebbero dovuto consegnarmi l’oggetto che ora mia madre mi sta porgendo in una scatoletta. Per questo erano molto preoccupati quando me ne sono andata, avevano paura che mi accadesse qualcosa e loro non avrebbero potuto mantenere la promessa. Mamma mi viene vicino, mi dice che per lei sono stata sua figlia dal primo momento che mi ha presa in braccio e che sarò sua figlia sempre. Li bacio tutti e tre: loro sono la mia famiglia, qualunque sia la verità.
Apro la scatoletta. Al suo interno c’è un anello, un anello d’argento con un diamante dall’aspetto insolito, sembra annerito. Non risulta magico. Lo metto al dito, un lampo di luce offuscata si diffonde nella stanza e poi tutto torna normale. Dentro la pietra sembra muoversi una nebbiolina scura. Nessuna visione, nessuna percezione.
Mi resta ancora un po’ di tempo per parlare da sola con Yerodin. Vorrebbe approfondire di che mi occupo, ma resto sul vago. Però a grandi linee gli spiego perché devo ripartire subito e del fratello di Drevlin. Forse avrei dovuto evitare: è preoccupatissimo e vorrebbe chiudermi nello sgabuzzino per non farmi andare! Lo rassicuro, poi devio il discorso raccontandogli dei posti che ho visto. Il Calimshan, il freddo, la neve… Mi chiede se ho incontrato qualche bel ragazzo che mi interessi. Come no, viaggio con tre uomini: uno è un tiefling vedovo inconsolabile, uno un monaco di Ilmater che ha fatto voto di castità e l’altro è il mio superiore… Più o meno…
Lui in compenso è innamorato cotto. Ma come, quando me ne sono andata c’era in piedi un mezzo filarino e ora sta già facendo progetti di matrimonio! Arrossisce mentre ne parla, è evidente nonostante la sua carnagione scura. Kelina mi piace, è una ragazza che non parla molto però sa il fatto suo. Ma non gli sembra di correre un po’ troppo? Se incontri la persona giusta perché aspettare, lei vuole aprire una locanda tutta sua, comunque per ora stiamo attenti, sai com’è… Sì, prego, spiattellami anche dei tuoi incontri clandestini! In realtà no, non so com’è. Pacca sulla spalla: “Brava! Fai bene!” Ah, fai pure lo spiritoso? Quando lui esce per tornare al lavoro, risistemo lo zaino prima di andarmene. Mi ricapita in mano la lettera per Drev. Ho nominato Selune e pure la Trama d’Ombra: meglio bruciarla. Poi ripenso a quello che ha scritto lui. Stanno succedendo troppe cose e troppo in fretta, ho bisogno di un po’ di tempo per chiarirmi le idee. Credo che anche lui abbia bisogno di staccare, di concedersi del tempo per se stesso. In fin dei conti sono l’unica donna che ha frequentato negli ultimi sei mesi, ora ne avrà a disposizione molte altre appartenenti al suo mondo, e sarà anche in una posizione “appetibile” visto il ruolo che ricopre. Potrà capire se crede solo o se è veramente innamorato di me. Poi l’amore non dovrebbe rendere felici? Lui non ha un’aria felice, da ben prima di sapere di suo fratello. Tranne quel pomeriggio a Sundabar… sembrava quasi un’altra persona.

Lo so che è un colpo basso… magari non è proprio corretto... Oh, al diavolo! Prendo dallo zaino la pergamena con l’incantesimo di “disperdere il magico” che Drevlin ha scritto per me a Sundabar e libero le mie percezioni.
All’inizio è tutto sfuocato, poi emerge limpida l’immagine del mio volto, molto preoccupato, accarezzato da una luce insolita. Sembra il riverbero bianco della neve, in un’atmosfera quasi soprannaturale. Forse è questo che mi rende tanto bella ai suoi occhi… occhi che non vedono traccia di corruzione. Non so definire le emozioni che affiorano leggere e rapide senza che io riesca a fermarle, ma credo che sia davvero innamorato di me. O qualcosa di simile… Quello che spicca su tutto è la sua preoccupazione. Preoccupazione che io non mi renda conto dei pericoli effettivi della mia magia e che Shar possa usarla come strumento per arrivare a me e farmi del male; preoccupazione di non avere niente da offrirmi; una più vaga preoccupazione su come eventualmente presentarmi in società ad Halruaa…
Riemergo dalla concentrazione. Sei paranoico, da buon mago halruiano. Mi hai ridato la mia vita liberandomi dal fermaglio e stai in ansia perché non sai che offrirmi? Non riesci proprio a vivere sereno. L’unica preoccupazione dovrebbe essere che io non contraccambi, invece tu ti moltiplichi i problemi... per cose a cui io non farei nemmeno caso!
Loro tre sono le prime persone che sento vicine e do per scontato che mi capiscano, che mi conoscano bene. Invece non è così. Yerodin ha avuto una vita a disposizione per riuscirci! La maggior parte delle volte non hanno idea di quello che mi passi per la testa e di come mi senta. Perché non ho mai permesso a loro di avvicinarsi così tanto da porsi il problema. Non ne hanno colpa, come possono sapere.
Mi avvio verso il palazzo di Zelman dove trovo il gruppo già riunito.
Il mio nuovo anello crea un certo scompiglio, tanto che Lorcan, dopo averlo valutato ben bene, arriva a insinuare che mi sia fidanzata. In quattro ore, di sicuro! Rido, spiegando che me lo ha dato mia madre. Non so perché, non ne è molto convinto… Gli uomini sono davvero strani!
All’ora stabilita andiamo all’attracco delle navi volanti, dove siamo attesi su un galeone di dimensioni piuttosto ridotte da un tal Thebaldol, il responsabile dei ragazzi e cugino di Harbaldol. È dispiaciuto perché teme di essere stato lui a dare lo spunto ai suoi allievi, suscitando la falsa impressione che il drago non fosse molto pericoloso. Spera di raggiungerli prima che entrino nella torre. Partiamo. Ceniamo con l’uomo, molto viscido, poi mentre mi dirigo in cabina vedo Drevlin corrucciato che guarda nel vuoto appoggiato al parapetto. Mi avvicino, vorrei rassicurarlo. Lui è un po’ imbarazzato, entrambi evitiamo accuratamente argomenti “a rischio”, non mi pare proprio il momento. Mi rivela che con un incantesimo ha visto suo fratello che veniva preso dal drago, per questo è così angosciato. Gli dico che arriveremo in tempo e lo porteremo in salvo, anche se so che sono parole inutili. Sto per andarmene quando mi chiede dell’anello. Gli racconto in breve tutta la vicenda, lui sembra sollevato. Ma non avrai mica pensato sul serio che mi fossi fidanzata…
Arriviamo alla torre di primo mattino. Un vialetto alberato, cipressi così a occhio, porta all’ingresso principale. Il giardino è delimitato da siepi a foggia di animali e prima ancora da piccoli prati coperti di bei fiori multicolori. Drevlin ci avvisa di fare attenzione perché probabilmente sono fiori soporiferi. Alcuni dei cipressi poi sarebbero stati mutati magicamente e si nutrirebbero di sangue umano, come scopriamo ben presto quando uno di loro all’improvviso allunga i rami afferrando saldamente Lee. Il mago lancia dei “raggi roventi” per liberarlo, ma l’incantesimo sembra non avere un grande effetto sulla pianta. Il monaco perde molto sangue e fatica a liberarsi, nonostante i nostri sforzi. Finché Thebaldol, rammaricandosi, lancia una tempesta di ghiaccio che colpisce anche Lee, procurandogli danni consistenti. Al posto dei draghetti di Drevlin, lui usa fanciulle oscure procaci e discinte (oltre che sharita, pure porco!). Ci vogliono ancora dei dardi incantati miei e del mago e le frecce di Lorcan prima che la pianta si accartocci liberando Lee, che cade a terra malconcio. Anche dopo essersi curato è debole a causa dell’emorragia. Gli infilo al polso il mio braccialetto magico, ne ha di sicuro più bisogno di me. Visto che, secondo Malik, un’altra pianta più avanti sembra come questa, proviamo ad aggirarla inoltrandoci nel lato destro del giardino, ma una delle siepi a forma di leone ruggisce e carica Lorcan, che viene immediatamente potenziato dal mago. Per fortuna, perché il bardo sembra accusare pesantemente il colpo. Uso di nuovo i dardi incantati, anche Malik si scaglia contro il nemico, che si accanisce su Lorcan. Thebaldol usa una bacchetta: fanciulle fiammeggianti colpiscono la siepe, finita poi da altri dardi miei e dai raggi roventi del mago, che inceneriscono il leone. Usiamo un altro paio di pozioni per rimettere in sesto il bardo. Si sta mettendo male: siamo sì e no a metà giardino e i nostri migliori combattenti sono già a mezzo servizio. In più, lo sharita temporeggia senza mai esporsi e usa gli incantesimi solo quando non può farne a meno, coinvolgendo nel raggio d’effetto sempre qualcuno di noi. E io ho usato quasi la metà dei miei incantesimi… Thebaldol sostiene che la parte difesa meglio dovrebbe essere la zona antistante la porta, perciò sarebbe meglio aggirarla. Lorcan lo guarda malissimo, con un tono che non ammette repliche dichiara che essendo ormai piuttosto vicini proseguiremo su questo vialetto e neutralizzeremo il cipresso vampiro a distanza. Ammesso che riusciamo ad entrare, come potremo affrontare un drago in queste condizioni? Dovremo riposare, con uno sharita a guardarci le spalle… l’idea dello sgabuzzino di Yerodin non era poi così male!

mercoledì 10 febbraio 2010

32 RIVELAZIONI - parte 1^

Gdraddict: "I quadrifogli portano molta più fortuna!" - 1^ parte
Mentre sistemo le mie cose alla sede della Cabala, mi arriva un piccolo draghetto origami. È la mia lettera, sul retro della quale Drevlin ha aggiunto una frase: “Mi spiace, ci sono andato troppo pesante, ma sono preoccupato per te. E credo anche di amarti. Drev"
La mia mente è come svuotata, è un piccolo shock. Ma come, due sere prima fa quelle affermazioni e poi dice che mi ama… le due cose mi sembrano in netta contrapposizione! Neanche mi vede per quella che sono… Beh, crede di amarmi… forse è un po’ confuso pure lui, io lo sono di sicuro. Malik socchiude gli occhi dorati, sornione. Guarda che non è divertente… Io ho sempre vissuto stando ben attenta a tenere gli altri a distanza, cosa indispensabile per nascondere la mia magia e salvaguardare la mia incolumità in un posto come Halarahh. Loro tre sono le prime persone che hanno superato quella distanza, sono il mio piccolo lusso, il primo che ho potuto permettermi. Non voglio correre il rischio di perderli, o di allontanarli.
Forse l’altra sera ho frainteso le parole del mago, ma anche gli altri hanno reagito come me… Forse lui si è espresso in quel modo per paura di “scoprirsi”, per non trovarsi in imbarazzo. Conoscendolo, potrebbe anche essere… Però non mi capacito. Davvero. Forse inconsciamente ero convinta che la Trama d’Ombra gli avrebbe sempre impedito di pensare a me in questo modo. Cioè ero convinta che non avrebbe mai superato la cosa, e allora perché mi sono arrabbiata così tanto alle sue parole! Accidenti!
Lee bussa alla porta distogliendomi dai miei pensieri. Scendo con lui in una saletta privata dove gli altri ci stanno già aspettando insieme a Meriad. La chierica mi consegna un plico di carte contenenti tutte le informazioni che sono riusciti a trovare sul genasi adepto dell’Ombra che combatteva Shar, poi ci saluta. Prima di teletrasportarci, chiedo a Drevlin quanto sappia Zelman sul mio conto e cosa possiamo raccontargli. Lui mi guarda come se avessi fatto una domanda inutile: gli diremo tutto! Ma c’è da fidarsi? Lui ride: non fa differenza, dalle sue divinazioni saprà molte più cose su di noi di quante ne sappiamo noi stessi! Ecco, questo sì che è rassicurante…
Dopo la consueta sensazione di smarrimento e di vuoto allo stomaco, ci materializziamo nel mezzo di una piazza della città, tra gli addetti allo smistamento delle persone in arrivo. Sono un po’ nervosa all’idea del colloquio che mi attende, ma nell’aria c’è qualcosa che mi fa sentire, nonostante tutto, a casa. L’idea del mare, la moltitudine variopinta che riempie le strade, gli edifici dalle strutture improbabili, con torri che si ergono contro ogni legge di gravità… la magia che pervade tutto. Molte cose di qui mi infastidiscono, ma sento di essere tornata in un luogo familiare. Forse tra poche ore sarò dai miei genitori. Chissà che faccia farà Yerodin quando mi vedrà…
Navi volanti di diverse dimensioni solcano i cieli, l’espressione di Lorcan intento a guardarsi intorno è uno spettacolo. Deve sembrargli proprio un altro mondo. Seguiamo Drevlin che si dirige a passo sicuro verso un palazzo che occupa tutto un lato della piazza. Una piccola porta si apre al nostro arrivo, un uomo armato di due lunghi pugnali ci dice che Zelman ci sta aspettando. Il Jordain, la guardia del corpo resistente alla magia usata dalla nobiltà halruiana, ci scorta lungo una stretta scala fino all’anticamera dell’ufficio del ministro degli esteri. O meglio, del capo dei servizi segreti. Sostiamo qui per alcuni minuti, durante i quali veniamo analizzati magicamente da capo a piedi. Tutte le nostre abilità e protezioni magiche non sono più un segreto. Ora capisco cosa intendeva Drevlin quando diceva che era inutile essere reticenti. Sono ancora più nervosa…
L’uomo ci riceve con un sorriso. Ha circa 45 anni, forse neanche (però, una carriera folgorante!); è alto e allampanato, con gli occhi e i capelli scuri e il naso aquilino. La cosa che colpisce di più è il suo abbigliamento sobrio. E lo sguardo troppo sicuro di sé. Nella stanza c’è anche un leopardo dal manto bellissimo e gli occhi dorati. Viene da me a farsi accarezzare e si gode le coccole in maniera indecorosa, quasi peggio di Malik. Zelman osserva la scena interessato, poi ci dà il benvenuto e ci invita ad accomodarci. Sperava di incontrarci in circostanze migliori e si dispiace molto per la perdita di GP. Però è soddisfatto del nostro lavoro, soprattutto per i contatti avviati con Silverymoon. Dice che ci ha richiamati perché non è ammissibile che i suoi agenti possano essere ricattati, soprattutto facendo leva sulla famiglia, come sta accadendo ora a Drevlin. In pratica Harbaldol ogni anno mette a disposizione dei più meritevoli delle borse di studio, e quest’anno è toccata al fratello di Drevlin. Pare poi che il gruppetto degli apprendisti abbia rubato una pergamena di teletrasporto, “convinto” di essere in grado di liberare una torre alla periferia della città infestata da un drago verde e da diverse piante pericolose, con l’intento di rivendicarne il possesso. E loro sono così furbi da pensare di riuscirci? Andiamo bene… Il vecchio proprietario era un mago che si dedicava agli esperimenti con le piante, ma una volta morto lui gli alberelli sono stati del tutto privi di controllo e parecchio aggressivi. Essendo evidente che i sei ragazzini (ragazzini, la metà di loro è più vecchia di me…) siano destinati a fare una brutta fine, Harbaldol si è premurato di organizzare una missione di soccorso, ovviamente finta. Il tutto sarebbe una prova a cui ha voluto sottoporre i suoi allievi per selezionare i più adatti a seguire i suoi insegnamenti e ad entrare nella cerchia dei suoi fedelissimi. Aggiungiamoci che il signore è un seguace di Shar ed è evidente a quale tipo di “selezione” intenda esporre il gruppetto. Zelman spiega di avere le mani legate, perché se un Anziano di Halruaa ha garantito non si può intervenire ufficialmente. Ma se si presentasse un parente diretto è chiaro che non gli verrebbe negato di partecipare ai soccorsi. Il ministro dice anche che lui parecchi anni fa è stato nella torre, perché il proprietario era amico di suo padre. Il drago verde non è di sicuro anziano, ma è comunque temibile, anche se probabilmente non è la cosa peggiore che potremmo incontrare. Ai tempi c’era anche un portale legato alla capitale, attivabile con un oggetto che però ora è scomparso. Ad ogni modo nessuno è stato di recente nella torre, o comunque nessuno ne è tornato, per cui non ci sono notizie precise.
Terminato il discorso, Zelman richiama il leopardo e lo trasforma in una statuetta di occhio di tigre che appoggia sulla sua scrivania. Mi fissa, incuriosito, e mi racconta che la statuetta è un regalo di suo padre. A volte nelle fiere di Halruaa c’è un banchetto tenuto da persone dagli occhi dorati. Non si fanno notare, sanno mescolarsi molto bene tra la gente, in genere si fermano per un solo giorno e soprattutto non vendono a tutti. Nel suo caso, uno di loro, un vecchio, ha insistito molto con suo padre perché acquistasse quell’oggetto: sarebbe stato un regalo perfetto per il figlio e lo avrebbe aiutato. E infatti il leopardo lo ha salvato diverse volte. Lui ha fatto ricerche su queste persone dagli occhi dorati senza scoprire molto. Hanno sicuramente ascendenze angeliche, ma non sa da quale piano provengano. Per questo sarebbe bello saperne di più, forse io sono una di loro.
Non so cosa rispondere, di colpo sono tutti così interessati alla mia effettiva provenienza… molto più interessati di me. Prima di congedarci affidiamo il fermaglio a Zelman: non è certo il caso di portarcelo dietro sotto il naso del suo ex padrone. Ad ogni modo, siamo tutti ufficialmente alle dipendenze del ministero degli esteri (nella realtà, siamo alle dipendenze SUE) e possiamo contare, quando siamo in città, di uno stipendio mensile di 100 monete d’oro.
Sono circa le 11 del mattino, la nave volante diretta alla torre partirà al tramonto e quindi abbiamo qualche ora di libertà. Una guardia accompagna gli altri in uno degli appartamenti del palazzo messo a loro disposizione e poi mi scorta fino a casa. Lee si era offerto di venire con me, ma so che i miei mi devono parlare di cose molto private e preferisco essere da sola, anche per non metterli a disagio. Arrivo all’ora di pranzo e incontro Yerodin sulla soglia di casa. Quasi non mi sembra vero! Il suo volto si illumina quando mi riconosce. Lo stringo stretto stretto mentre lui mi solleva da terra dondolandomi. Finalmente di nuovo al sicuro, sono invasa da una bella scossa di energia positiva. Lui ridendo protesta di lasciarlo andare. – “Sei l’ultima persona che ho abbracciato, Yerodin!”. Oh! Capisce, e si concede ancora per qualche momento ai miei abbracci. Poi entriamo in casa, dove i miei genitori sembrano impazzire dalla gioia.

venerdì 5 febbraio 2010

31 tris PER DREVLIN


Di ritorno dal deserto, prima di raggiungere di nuovo la Cabala, consegno la mia lettera al mago. Gli dico di leggersela con calma prima della partenza. Poi raggiungo gli altri due poco più avanti e proseguo con loro, istruendo Lorcan su come sarebbe meglio comportarsi ad Halarahh.

Per Drevlin

Scrivo perché non sono molto brava a parole, tu mi interromperesti e non riuscirei a dire quello che vorrei. Almeno questo, nei turbolenti colloqui con Lorcan, l’ho imparato.
Mi spiace per la discussione dell’altro giorno, con tutti i guai e le responsabilità che hai davanti a te queste tensioni non aiutano di certo. Per questo vorrei provare a spiegarmi, ma è l’ultima volta che affronto l’argomento.
Io so tutto quello che hai fatto per me, liberarmi dal fermaglio è stato ben più che salvarmi la vita, e so che anche adesso ti preoccupi di proteggermi. Qualunque cosa accada, questo non cambierà e io mi fiderò sempre di te.
So anche che gli altri non si fanno tanti problemi per la Trama d’Ombra semplicemente perché non la conoscono quanto te, non ne capiscono tutto il potenziale pericolo. Ma io sì, l’ho capito.
E infine, so quello che ti hanno insegnato, e come te lo hanno insegnato, ad Halarahh fin da quando eri bambino, e che quindi probabilmente il mio modo di usare la magia resterà sempre una barriera insormontabile per te.
Per questo capisco che forse le tue parole partivano da buone intenzioni, ma hanno fatto lo stesso molto male, mi hanno ferita. Non puoi pretendere che passassero indolori.
Usare la Trama d’Ombra è sempre stata una parte di ME, è nella mia natura, anche se forse non sono nata con questa capacità. Te l’ha spiegato anche Lamadicorno. Se io oggi sono quella che conosci, è grazie ai poteri e alle percezioni che la mia magia mi ha concesso. Non voglio rinunciarci, non sarei più io perché perderei una parte importante di me stessa. Tu mi guardi e pensi solo a come liberarmi da questa cosa che mi corrompe (hai detto “corrompe”, Drevlin!), come se fosse un secondo fermaglio, ma non è così. Non ho bisogno di essere liberata. Non accettarlo vuol dire rifiutare qualcosa di me che non si può cambiare, vuol dire non vedermi per quella che realmente sono.
Dici che poter usare impunemente la Trama d’Ombra per me sarebbe un miracolo.
Io conosco un mago di Halruaa che mi ha trovata clandestina su una nave e scoperto che ero una strega, senza nemmeno sapere chi fossi, mi ha regalato un libro di magia per non farmi passare guai. Non gliel’hanno insegnato a scuola. I miei occhi corrotti hanno visto in questo mago un miracolo.
Conosco anche un ragazzino che sopporta volontariamente la cecità perché la sua fede è talmente salda da essere in grado di sbriciolare le montagne se necessario. Anche in lui i miei occhi corrotti hanno visto un miracolo.
Poi conosco un tiefling, un essere mezzo immondo, capace di un amore così profondo per sua moglie che nemmeno molti esseri umani riuscirebbero a capirlo. Un altro miracolo, che solo i miei poteri corrotti mi hanno permesso di vedere.
Tu mi guardi prima con il cuore di Drevlin, e vedi me, o almeno credi. Poi arrivano gli occhi “razionali” del mago, e vedono la Trama d’Ombra avvolgermi, intenta a corrompermi in qualcosa di maligno.
Prova a fare il contrario. Lascia che siano gli occhi del mago a guardare per primi e lasciali pure contemplare la Trama d’Ombra quanto vogliono. Poi però guarda con il tuo cuore, e permettigli di vedere me prendere parte di questo potere corrotto per trasformarlo in qualcosa di diverso. Forse il tuo cuore sarà più propenso dei tuoi occhi a credere ai miracoli.

Jamila

Se può servire a tranquillizzarti, a Nevimorte la notte che lo sharita mi ha quasi uccisa Selune mi è apparsa in sogno. Ed è stata molto meno contorta che con la sua chierica! Mi ha chiamata “figlia mia” e ha detto che si fida di me. Niente avvertimenti sulla trama, nessun ammonimento. Non vi metterei mai in pericolo, Drev, lo sai.

giovedì 4 febbraio 2010

DI NUOVO!

Il copia - incolla!!!
Sparito, un'altra volta!
Mi spiace, post sospesi fino a risoluzione del problema.
(che OO)

lunedì 1 febbraio 2010

31 bis LETTERA DA CASA

Questo post è di Tenar.
Cara Jamila,
non pensavo di doverti scrivere questa lettera.
Quando ti ho aiutata ad imbarcarti sulla nave volante ero certo che fosse la cosa migliore per te. Hai delle doti eccezionali che qui la gente non capisce, sono sicuro che ci sono nel mondo nazioni più illuminate dove tu potresti fare davvero tanto senza doverti nascondere.
Ero certo che anche mamma e papà avrebbero capito. Invece non si danno pace per la tua partenza. Continuano a chiedere se tornerai, quando tornerai, se so qualcosa di te.
Già da tempo, con le loro angosce, sono riusciti a farmi preoccupare non poco. È stato con sollievo che ho scoperto che te la cavi bene e che lavori per un dipendente del ministero degli esteri.
Non volevo farmi i fatti tuoi, davvero! Però qualche mese fa uno dei miei capi, un tipo in gamba che dà poco nell’occhio, è venuto a chiedermi se stavo bene e se avessi motivo di preoccuparmi per qualcosa. Lui mi ha rivelato il lavoro che fai, ha detto che sei al seguito di una sorta di ambasciatore nel Calimshan e ha aggiunto che eri preoccupata per me.
Da quel giorno immagino che tu faccia un lavoro importante, forse proprio quello adatto a te. L’ho detto a mamma e papà, ma le cose non sono cambiate. Per il tuo compleanno, poi, erano disperati. Alla fine li ho costretti a parlare.
Non voglio scriverti tutto quello che mi hanno detto, lo sentirai da loro, ma, in pratica, hanno promesso di consegnarti per il tuo 18° compleanno un oggetto. Questa promessa per loro è estremamente importante e non sopportano che tu non possa avere quello che loro dovevano darti. Inoltre ci sono delle cose che devono dirti.
Per questo ti prego, se puoi, di tornare a casa, anche per poco tempo. Ormai lavori da molto e avrai pur diritto a una vacanza! Io, poi, sarei tanto contento di poterti rivedere.
Sono tornato dall’uomo che mi ha dato tue notizie e gli ho chiesto di farti pervenire questa lettera.
Spero che tu la riceva presto.

Yerodin
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