lunedì 29 novembre 2010

53b DISCESA NEL BUIO

Drevlin entra a chiedere se ci sono camere libere per alloggiare, io accompagno Ulrik alle stalle comuni a sistemare il suo destriero. Quando torniamo c’è la proprietaria a riceverci. Ci osserva, i suoi occhi sono profondi: “Alla fine, sei arrivata.” Indica il mio anello, con Drev che si allarma. Lei lo rassicura: “Non preoccuparti, qui possiamo parlare senza timore”. Ci fa accomodare e ci serve qualcosa di caldo. –“È giunto il momento che lo custodisca tu.” Mi porge un bracciale di rame, molto semplice e un po’ ossidato. Porta incastonate delle gemme che sembrano scurite dal tempo. Ulrik non ci sta capendo nulla mentre Tara ci avverte che recuperare il ciondolo sarà problematico: il suo custode era molto scettico sul riuscire a riaprire il portale e per proteggere l’oggetto lo ha nascosto nel sottosuolo, nel cimitero degli Scavatombe da qualche parte sotto l’Anauroch. E già, tanto il deserto è piccolo… Scavatombe: li ho già sentiti ma in questo momento non ricordo che tipo di creature si… I miei pensieri si infrangono sul volto di Drev, che si fa terreo. A quanto pare, lui se lo ricorda bene! Non è un’impresa che siamo in grado di affrontare ora, ma del resto ci vorrà tempo per raccogliere informazioni più precise e per capire come agire. Mettiamo Ulrik al corrente della situazione, è meravigliato. Lui invece si trova qui perché hanno scoperto una nuova cellula di shariti in città e lui ha il compito di estirparla. Tara ci sarebbe molto grata se volessimo occuparci della questione. Ci dà le informazioni necessarie: dobbiamo indagare su delle persone che avvicinano le famiglie di ragazzini che nei mesi precedenti sono scomparsi senza lasciare traccia o i cui corpi sono stati ritrovati con evidenti segni di tortura. Queste persone sembrano voler sostenere i parenti delle vittime, in realtà ne manipolano le coscienze convincendoli che è giusto che anche gli altri soffrano ciò che hanno patito loro, fomentandone l’odio verso la società e il prossimo. Si è scoperto il tutto grazie alla denuncia di una donna a cui è stata rapita la nipote e che si è rivolta ai chierici di Selune per avere aiuto. Tara conclude il suo discorso dicendo che dobbiamo ricordare di non essere soli nella lotta contro la dea oscura, anche se a volte abbiamo l’impressione di esserlo. Altri gruppi si stanno impegnando per combattere il suo culto corrotto e ogni vittoria è significativa.
 Dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie ed esserci procurati un identikit delle persone da pedinare, Lorcan entra in azione. La notte segue una delle sospettate mentre noi lo aspettiamo in taverna. Quando torna dice di averla vista depositare un cestino in un cono d’ombra dietro una fontana in una piazzetta della città, ma quando ha controllato il cestino non c’era più e non ha visto passaggi. Però non ha avuto modo di cercare attentamente, forse sarebbe meglio andare tutti insieme, prima che venga giorno. Mozione accolta, ci armiamo e lo seguiamo alla fontana. L’idea sarebbe quella di muoversi con discrezione, ma con Ulrik al seguito è impossibile! Sferraglia rumorosamente, e orgogliosamente, a ogni passo, il nostro arrivo nella piazzetta ha disturbato tutto il vicinato. Mentre Drev e Lee lanciano incantesimi protettivi, Lorcan armeggia tra la fontanella e il muro retrostante, scoprendo un passaggio segreto. E anche la trappola magica che lo protegge. Il bardo si rimbocca le maniche tutto concentrato e si aiuta con un incantesimo. Dev’essere molto complicata… Dopo qualche minuto di lavoro e molto sudore della fronte, riesce a disinnescare il meccanismo. Si gira verso di noi soddisfatto: “Se non mi fossi accorto, sarebbe stato un bel guaio!”. Io nel frattempo ho lanciato il mio “occhio arcano” e lo dirigo nel passaggio. È buio: scale che scendono, un’ampia stanza sbozzata all’interno della roccia e sorretta da quattro colonne, con una nicchia da un lato. Un altro corridoio che esce e prosegue verso il basso. L’oscurità si fa sempre più opprimente, ne sento il peso anche attraverso l’incantesimo. Il passaggio si apre su un altro ambiente, ma il mio “occhio” non riesce ad entrarci, o meglio: non ho la forza di spingerlo oltre. È come se mi mancasse la volontà necessaria per farlo, come se avessi troppa paura di proseguire. Brutto, bruttissimo segno! Avviso gli altri, spronati da Ulrik decidiamo comunque di scendere. Siamo costretti a muoverci in fila indiana: Lorcan aprirà la fila e Drev la chiuderà. Ho un nodo alla gola già prima di entrare, so che la mia forza di volontà verrà messa a dura prova, qualche incantesimo potrebbe costringermi ad agire contro gli altri. O potrebbe succedere di peggio… Svegliarsi accarezzata dal tepore della sua pelle, la sua passione, i suoi begli occhi verdi… Perché ho così paura di perderlo... Mi blocco di colpo appena prima di varcare la soglia, tanto che Drev mi viene addosso. Mi giro sulle sue scuse. Non te l’ho neanche mai detto, io con te lo so per certo, ma forse tu no… Gli sorrido: “Ti amo”. Sono parole inattese, che lo stupiscono; entro nel passaggio, sento la sua mano sul mio collo mentre scendo i gradini. Cerco di bloccare la mia empatia, ma l’oscurità si insinua nella mia mente, nella mente di ognuno di noi, confondendosi tra i pensieri. Ancora ci provi… sei patetica. Non sei mai stata una minaccia per Shar, mai, nemmeno una volta. Ma tanto lo sai… E te ne starai lì a guardare, inutile, mentre i tuoi amici moriranno nel futile tentativo di difenderti. Andranno incontro a una morte atroce, perderanno le loro anime per proteggerti, e solo perché ti amano! È questo che li condannerà: il loro amore per te. Guarda cosa vi aspetta lì sotto, un regalo della Signora Oscura in persona: divorerà i loro corpi e porterà le loro anime alla dannazione. E se anche scampassero questa volta, ci sarà la prossima, o quella dopo ancora. Soccomberanno, Shar godrà della loro caduta, grazie a TE. Se vuoi salvarli devi allontanarli, spezzare i vostri legami. Non sei niente, se non ti affidi alla Dea Oscura, non avrai alcun potere.

venerdì 12 novembre 2010

53a ARRIVO A WATERDEEP

Già che siamo nella capitale, ci occupiamo delle nostre questioni. Lee torna da Lara, che ha trovato il modo di guadagnare qualcosa insegnando canto e musica a due ragazzini nobili. Edein cresce bene e sta diventando bello paffutello. Drev va a trovare suo fratello, che sta studiando con impegno per sostenere il prossimo esame. Riceve anche una lettera da sua madre: vuole sapere come sta e dice che sua sorella ha iniziato ad andare a scuola. Pare che la bambina abbia manifestato dei poteri stregoneschi, per fortuna è sotto la guida del maestro che ha saputo fare di Drev un buon mago. Ma allora! Cosa c’è che non va con la magia innata! Io passo da casa. Mio papà sta organizzando in gran segreto il viaggio di nozze per Yerodin, mentre i preparativi per il matrimonio procedono spediti. Sono tre giorni tranquilli, poi il 7 dobbiamo trovare il modo di andare a Waterdeep, alla locanda di Tara. Il problema è che non siamo mai stati in città o nelle vicinanze, non possiamo teletrasportarci. L’unica persona che conosciamo bene al nord è Ulrik, magari con un po’ di fortuna si aggira in zona. Drevlin prova a scrutarlo. Lo vede in mezzo a una fitta nevicata, proprio mentre transita sotto un cartello che indica la direzione per Waterdeep. Uuuh! Troppa fortuna! Prevedo grane colossali… Il mago tenta di contattarlo per avvisarlo del nostro arrivo, l’altro si guarda intorno perplesso, senza capire. Ci teletrasportiamo da lui, che di fronte alla nostra apparizione molla le redini di Dagon e sfodera lo spadone. Poi ci riconosce, sorpreso, mentre il lupo del ramingo mi salta addosso per farsi accarezzare. –“Ulrik, non sapevo che avessi adottato Stuck!” Viene a salutarci, col suo vocione inconfondibile. Ci trova tutti bene, soprattutto Lorcan. Ci chiede come siamo arrivati qui, Drevlin gli spiega che lo ha scrutato e lui si scoccia: non gli piace chi fa lo spione a sue spese, non è corretto. Il mago chiarisce che lo ha fatto solo questa volta perché avevamo necessità di giungere in breve tempo a Waterdeep, e poi ha cercato di avvisarlo. Ulrik però non è convinto. Anche lui è diretto in città, deve parlare con una certa Tara. Ma va? Le coincidenze… La nevicata prosegue sontuosa. Mi godo la bellezza incontaminata della distesa bianca che ci circonda. Il paladino è contento di vedere Lorcan così in forma. Gli chiedo di indovinarne il motivo: ha potuto riabbracciare la moglie. Purtroppo, da qui il bardo diventa protagonista assoluto in un monologo delirante: “Ulrik, sapessi, sono successe un sacco di cose! Lee è diventato papà. Sì, davvero! Pensa te, ha violentato più volte una ragazza nel Dambrath e l’ha messa incinta, e ora manco se lo ricorda, ’sto sfigato! La chiesa voleva rifilargli mille frustate!” Sul viso del paladino si susseguono le espressioni più disparate mentre Lorcan se la ride della grossa e Lee tenta di zittirlo con un incantesimo. –“E poi, Jamila va a letto con Drevlin!” MA! Lo prendo a palle di neve, finché lo riportiamo alla ragione. Ulrik è un po’ confuso. Mi fa salire a cavallo e ci incamminiamo verso la città mentre gli spieghiamo in maniera più sensata gli ultimi avvenimenti. Preferiamo non parlare di Tara, per evitare eventuali orecchie indiscrete. Durante il tragitto sento spesso lo sguardo del paladino su di me. Tranquillo, non cado da cavallo. Lo stai conducendo tu da terra…
 La città emerge in fondo alla piana innevata, tra i fiocchi corposi. È grande, più di quanto mi aspettassi. Le mura massicce si stagliano nella luce grigia, gli edifici sembrano addossati tra di loro, ma non danno l’idea del caos, come a Calimport. Superiamo la porta senza problemi, le case coi tetti d’ardesia e le facciate pulite si assomigliano tutte, raggruppate in quartieri regolari. Impieghiamo un paio d’ore a trovare la taverna.

lunedì 8 novembre 2010

PRIMA MISSIONE (Mystara)

Il punto di vista è quello di Kayleigh.

 Il capitano è contento della nostra decisione e ci manda in fureria ad equipaggiarci. Nel pomeriggio chiedo a Kelsia di tirare qualche colpo con me, giusto per evitare a parecchi fanciulli insanabili ferite nel loro orgoglio guerriero. Prima le insegno a tenere un arco come si deve, con la spada è molto più abile e tiene botta. Quando smettiamo intorno a noi c’è il deserto. Appunto! E scommetto che nessuno mi ringrazierà per il favore! Lei è molto perplessa. Eh eh, tranquilla cara, tutto normale. Oz invece si dedica con estrema dedizione all’arte dell’ozio.
 Verso sera il capitano ci dà gli ordini: perlustrare la zona a sud del forte alla ricerca del gruppo organizzato. Partiamo poco dopo l’alba. Di tracce ce ne sono parecchie, in genere vecchie di un paio di giorni. Alcune sono chiaramente di gruppetti allo sbando: tornano sui loro passi e non fanno nulla per nascondersi. Verso mezzogiorno sentiamo dei boati in lontananza, come degli scoppi. Ci dirigiamo da quella parte, ma dopo poco trovo una pista fresca, un paio d’ore al massimo. E questi non sono sbandati, hanno anche cercato di coprire i loro movimenti. Orme belle grosse, non semplici goblin. Con estrema cautela, andiamo ad indagare. Ci muoviamo silenziosi, anche se Oz è un po’ troppo in vista. Sono così attenta a non far rumore e a non perdere la copertura che quando inciampo su un corpo a terra mi spavento. Accanto ci sono altri due cadaveri, più due hobgoblin e un bugbear intenti a frugarli. Mi fissano a bocca aperta, del tutto sorpresi. Aaaaaaah! Scappare! Urlo per avvertire gli altri e mentre mi ritiro impugno l’arco, ma le mie frecce vanno a vuoto. Dannazione, Kay, con calma! Il bugbear punta dritto su di me. Te possino… Mollo l’arco e sfodero la bastarda. Oh sì. Vieni bello… Il buco che gli apro nel torace lo sbilancia, lui anziché colpire me falcia un cespuglio lì di fianco. E si scopre. Il mio affondo lo finisce. Mi volto mentre Kelsia si libera del suo hobgoblin, Oz sta ancora combattendo con il suo avversario, che viene abbattuto da una mia freccia nel collo. Fiùùùù. Bene. Visto papà? Solo Kelsia è leggermente ferita e per sicurezza beve un’antitossina. Uno degli hobgoblin è ancora vivo, Oz lo stabilizza mentre controlliamo i cadaveri dei due uomini. Due pastori equipaggiati per stare fuori alcuni giorni. Hanno anche due scatolette di metallo sigillate, con un forellino sul coperchio da cui spunta un lembo di stoffa. Che strano odore… forse sono quegli aggeggi esplosivi fatti con la polvere nera, quelli che si stanno diffondendo da Karameikos. Interessante. Approntiamo una barella di fortuna per il nostro prigioniero, trasportato da Oz e Kelsia mentre io faccio strada. Il capitano è moooolto soddisfatto di aver un prigioniero da interrogare: è stata proprio una fortuna averci assoldato! E dai! È merito della guida, questa guida. Ma siamo proprio sicuri di non volere entrare nell’esercito? Io sì. Glielo dico: ero arruolata, ma ho scelto di andarmene. Lui sogghigna, se l’era immaginato. Dall’interrogatorio si scopre che la banda organizzata esiste: conta circa 30 membri tra orchi, hobglblin e bugbears; il capo è un orco di nome Kultak Mein e si prefigge di uccidere tutti gli umani che incontra. Che scopo nobile e sensato. Sulla malattia invece il prigioniero sembra non sapere nulla.

venerdì 5 novembre 2010

PRIMA MISSIONE (Mystara)

Il punto di vista è quello di KELSIA, il post è di Tenar. 

 A sera ceniamo insieme agli altri soldati. La maggior parte di loro ha all’incirca la mia età, sono reclute venute al forte per l’addestramento. Sono socievoli, allegri e ben disposti a fare amicizia. Nonostante il pericolo sembrano non avere nessuna preoccupazione al mondo, anche se non fatico a capire che loro nel bosco con i goblin mollaccioni avrebbero qualche problema più di me.
 Li invidio un po’. Non perché hanno una famiglia che li aspetta a casa e che li ha protetti fino ad ora. A me l’affetto di Ann e di mio fratello è sempre bastato e se invece di proteggermi hanno preferito mettermi in grado di badare a me stessa il prima possibile, meglio così. Non è il loro passato che invidio. E’ il loro presente. Essere così, alla pari, poter stringere amicizie senza temere che il compagno con cui spezzi il pane ti accoltelli nella notte, senza già sapere che lotterai per la spartizione del bottino, senza la certezza che tutti i sorrisi sono falsi. E se anche mi arruolassi, credo, questa differenza tra me e loro non sarebbe mai colmata. La spensieratezza, una volta svanita, non può più tornare e io, la loro spensieratezza, non l’ho mai avuta.
 Mi giro verso i miei compagni. Nonostante la differenza di età, mi sento più simile a loro che non a questi ragazzi allegri che scherzano senza vedere la morte che li assedia. Oz sta facendo un po’ di conversazione, è rilassato e non sembra più la persona scontrosa incontrata nella caverna. Kay invece se ne sta in disparte e guarda assorta attraverso un bicchiere. E’ così concentrata che non si accorge di un paio di persone che le rivolgono la parola. Ora la silenziosa è lei e Oz l’affabile, come se fosse avvenuto uno scambio di personalità. Li sento simili a me, tutti e due, ma la verità è che non li conosco per niente.

 Il giorno dopo è dedicato alla preparazione della missione. Ci equipaggiamo. Prendo anche un arco. E’ un’arma che non mi piace, per usarlo bene bisogna rimanere immobili, mentre io amo il movimento, danzare intorno al mio avversario fino a vederne tutte le angolazioni e scoprire i punti deboli. Amo il rischio costante di essere colpita, se appena abbasso la guardia. Però non mi va di rimanere impotente, come contro il toro. Kay mi fa vedere come si usa e, se lei è una maestra insuperabile, anche io riesco a colpire con facilità i bersagli.
 Poi passiamo all’allenamento con le lame. I nostri stili di combattimento sono del tutto diversi, lei ha questo grande spadone che fa paura solo a vederlo, io con la mia lama sottile sembro una zanzara, tuttavia scopriamo di essere più o meno alla pari, se lei fa prevalere la forza, io la disoriento e la inganno. Vorrei vedere anche come me la cavo con i ragazzini dell’esercito, ma di colpo tutti quelli che ieri sera si sono proposti per sfidarmi non ci sono più… Che simpatici vigliacchi!

 Bene, partiamo all’esplorazione. Il mio primo lavoro legalmente retribuito. Chissà se gli altri si rendono conto di quanto ne sia fiera? E tu, fratello? Lo vedi, anche adesso ti do ascolto, cerco di farmi strada alla luce del giorno… Se solo avessi saputo che era così semplice… Avremmo potuto andarcene insieme e arruolarci tutti e due… E tu non saresti morto da solo, in un canale puzzolente…
 Non facciamo fatica a trovare i nostri nemici. Questi non sono goblin, sono più grossi. Non importa. Provo a colpirli con l’arco, ma non riesco a rimanere abbastanza ferma e come faccio, con gli altri già in corpo a corpo? Al diavolo l’arco.
 Ho troppa voglia di dimostrare a me stessa il mio valore e il mio nemico riesce a prendermi di striscio con la sua arma. Adesso mi arrabbio davvero… E la mia lama entra dritta dritta nella sua gola, lasciandogli solo un sottile rivoletto di sangue, che si allunga sul corpo riverso per terra. Sono soddisfazioni.
 Kay intanto ha già sistemato il suo avversario, mentre Oz è più in difficoltà, il suo nemico è come impazzito e lo attacca con una furia animalesca… Che viene repentinamente domata dalla freccia di Kay. Bene!
 Oz e Kay si affannano a cercare di mantenere vivo il mio avversario: l’ideale sarebbe riportarlo al forte per interrogarlo, ma hanno qualche difficoltà con il buco in gola… Be’ temo non piangerò se non ci riescono… Io ho i miei dilemmi. Ho solo un graffio, ma ricordo benissimo le ferite infette inferte dai goblin ai miei compagni e non mi va di trovarmi con la bava alla bocca a tentare di attaccare qualcuno a mani nude. A costo di sembrare una sciocca, bevo un’antitossina e medico la ferita come se fosse ben più grave di quanto in realtà non sia.
 Intanto gli altri hanno stabilizzato il bestio: possiamo tornare indietro, a quanto pare per oggi ci siamo guadagnati il pasto!

martedì 2 novembre 2010

52c SOGNO DALL'ALDILA'


Il giorno prima di partire recuperiamo ciò che può tornarci utile, teletrasporti soprattutto. Lorcan ha deciso di venire con noi, ma si è dotato di un medaglione che gli consentirà di tornare a Selunnara ogni volta lo desideri. Alla sera (difficile stabilirlo, col cielo perennemente stellato) mi trattengo con Eliana. È preoccupata, cerco di scoprirne il motivo. Ha visto in che condizioni sono arrivata qui: sa quali rischi dovrò correre e questo la spaventa. Anche perché tu non ci sarai; perdermi prima ancora di ritrovarmi sarebbe troppo. Dissimula, è abituata a controllarsi, ma vederla così mi dà un leggero magone –“Non sono sola, molte persone hanno a cuore la mia incolumità, credimi.” –“Ci mancherebbe! Però sei tu quella che Shar vuole colpire.” Io non so cosa dire. –“E comunque l’ho capito che Drevlin è disposto a tutto per proteggerti.” Ehi, così non vale! Mi scappa da ridere e d’istinto l’abbraccio. Lei si commuove, stringendomi a sua volta. Cosa… Mi rendo conto che è il primo gesto di vero affetto da parte mia. Mi bacia sulla fronte: “Se non fosse per Mayuri verrei con te.” Le asciugo una lacrima con il palmo della mano. –“Non serve, si prendono già cura di me. È più importante che tu rimanga qui e aiuti Aud.” Annuisce. Restiamo a parlare, lei si rilassa poco per volta. Quando vado a dormire ormai è tardi.
 Di notte però sogno. Sogno Lee, seduto sulla sponda di un fiume che mi impedisce di raggiungerlo. È sereno e fissa intensamente il suo zaino che è di fianco a me. Lo apro, appaiono due oggetti: un bilancino metallico e una piccola teca contenente un pezzo di stoffa. Poi sopra di essi compare una fenice fiammeggiante che vola via. Al risveglio tutto è ancora nitido nella mia mente. Frugando nello zaino del monaco trovo i due oggetti. Siamo tutti concordi di doverli consegnare ai chierici di Latander al tempio di pessimo gusto a forma di fenice rosa.
 Al momento della partenza Mayuri prova a insistere per scendere nel Faerun con noi, ma un secco richiamo di Eliana la fa desistere subito. Ci teletrasportiamo direttamente di fronte al tempio indicatoci in sogno. I chierici non sembrano sorpresi di vederci: Elminster ha lasciato da loro una lettera per noi. Drevlin consegna i due oggetti indicati dal monaco, i religiosi vanno in visibilio e raggianti esclamano che sono molto onorati di ricevere e conservare queste sacre reliquie. Non avrebbero mai sperato tanto. Avremo fatto la cosa giusta? Se non altro, ora saranno costretti a risorgere Lee. Per la verità, erano già pronti a farlo prima: nella lettera infatti Elminster dice che Saharael l’ha contattato e lui ha già pagato per la resurrezione, fornendo il diamante necessario. Inoltre, lui sa che Tara gestisce una locanda a Waterdeep.
 Purtroppo, il superiore di questo tempio non padroneggia il rituale per restituirci Lee esattamente com’era, per cui decidiamo di recarci ad Halarahh, comparendo davanti al tempio di Mystra. Chiediamo di essere ricevuti dall’Alto Chierico esponendo le nostre credenziali e nel giro di mezz’ora veniamo ricevuti. C’è anche Zelman: “Ragazzi, cominciate ad essere molto dispendiosi! Ditemi almeno che avete ottenuto ottimi risultati.” Quando sentono che non abbiamo il bracciale lui e il chierico ci guardano come si fa coi bimbi monelli, poi Drev mette sul tavolo le pietre che ci ha dato Saharael (storia netherese da fonte diretta!) e a quel punto il capo si entusiasma. È pur sempre un mago di Halruaa…
 La sera stessa Lee viene resuscitato. Sta bene. Gli chiediamo dove ha preso le reliquie che aveva con sé: erano un dono di Elminster, per aiutarlo nella sua ricerca teologica. Ecco, sarebbe bastato consegnare solo la teca, l’altra reliquia non era per loro. E va be’, lui però poteva essere più chiaro, no? Doveva mostrarmene solo una, che ne sapevo io. La cosa che lo scoccia di più però è che nessuno di noi ha risposto alle chiamate di Lara sulla pietra comunicante. Secondo te, cosa avremmo dovuto inventare, eh? Guarda, siamo spiacenti ma al momento Lee è un pochino morto…