sabato 31 dicembre 2011

87 APRIRE GLI OCCHI



 Siamo sempre stati insieme, affiatati, io e il mio fratello gemello. Ci muovevamo come un corpo solo, pensavamo all’unisono. Ed ora non mi capacito che non riesca a capire, che sia così arrabbiato con me… Ho avuto pazienza, sperando che gli sarebbe passata, che avrebbe constatato che non c’è proprio nulla da temere. È addirittura arrivato a minacciarla di morte!

  Ma tu gli hai risposto per le rime. Non sapeva che sotto il tuo aspetto gentile in realtà c’è una tempra tenace, è stata una sorpresa anche per me.

 Adesso è solo più discreto, ma per il resto…
 

  Ti guarda ma non ti vede realmente. O forse ha paura di farlo, paura delle conseguenze…

  È ancora convinto che ci tradirai, che ci stai ingannando tutti quanti e rivelerai notizie su di noi ai nostri nemici. E come? E poi, perché? Dov’è il rischio: sei qui, tra noi, un passo falso e ti possono uccidere senza nessuna difficoltà. E infatti è questo il proposito, anche Mattick ti aspetta al varco… Mi rinfaccia che potevo “togliermi la soddisfazione” e poi lasciarti al tuo destino, o sacrificarti… Ca**o, sei mia moglie, non una da cui volevo farmi scombussolare gli ormoni per qualche scopata! Non si rende conto di essere offensivo? A 18 anni usi la Trama d’Ombra meglio di quanto facesse lui alla tua età! Non sei una schiavetta da ridurre a concubina per qualche giornata di divertimento.
  Non accetta che io sia innamorato di te, accetta ancor meno il fatto che tu lo sia di me. Perché qualunque sia stata l’origine del nostro legame, e l’ipotesi che il mio volto si sia innestato sull’amore che provavi per il mago mi fa tremendamente male, so che mi ami, che adesso ami me. Altrimenti i tuoi occhi non riderebbero più quando incrociano i miei, altrimenti non ti abbandoneresti così tra le mie braccia…
  Mattick, gli altri, non hanno capito niente di te. E non potranno mai farlo se rifiutano di starti accanto. Ma forse è meglio così, perché altrimenti sì, si accorgerebbero del vero rischio che rappresenti e che nego anche a me stesso quando non sono qui ad ascoltare il tuo respiro calmo mentre dormi.

Tu cambi le persone.

Shar sapeva delle tue percezioni, non so come creda di avervi posto rimedio, o se non ha fatto nulla perché come me non le reputava importanti…
  Invece il nodo sta proprio lì: tu “leggi” dentro. Non è che ti accorgi che sono triste, o arrabbiato, tu vivi la mia tristezza e la mia rabbia, e allora sei capace di scioglierle, di dissiparle, ma pagandone il prezzo anche tu. E riesci a dare un nome a cose che si agitano dentro di me e di cui da solo non so liberarmi. Chi può fare altrettanto per te… Alla fine resta la parte migliore, io con te mi sento un uomo diverso.
  Sapere che in qualche modo“vivi” anche l’amore che ho per te mi rende felice, perché qualsiasi cosa accadrà nel nostro futuro, questo farà sempre parte di te. Se mai l’inganno che ti abbiamo costruito intorno dovesse cadere, in mezzo allo sfascio saprai per certo che quello che provo per te è autentico. Forse non basterà a salvarmi ai tuoi occhi, ma nessuno potrà portartelo via. È il mio personale riscatto, ti affido la parte più importante di me.

Non permetterò che ti facciano del male, finché sarò vivo nessuno ti toccherà.

 Ora ho capito perché il tuo gruppetto si affannava tanto a proteggerti, il portale era solo la scusa ufficiale. Mio malgrado, non li odio più così tanto.

martedì 27 dicembre 2011

86 "LA SERPE IN SENO..."

  Il giorno seguente ci saluta con un bel guaio: la notte uno dei nuovi schiavi è fuggito dal tempio prima di sottoporsi al giuramento di fedeltà a Shar e l’alto chierico è furioso. Stanno rivoltando la città per trovarlo, per non parlare dei controlli già previsti per stanare altri eventuali traditori complici del gruppetto arrestato. Il ranger a capo della sicurezza ci tiene costantemente informati, posso uscire di casa esclusivamente per le lezioni all’accademia. Vattick decide di recarsi al tempio per capire bene cosa sia successo. Io invece trovo un bigliettino nel vassoio della colazione con la scritta “non sono tutte malvagie le persone che verranno uccise durante i riti”. Ma come ci è finito qui?! L’unica persona che può avercelo messo è Vania… È impazzita? Non si rende conto di quello che potrebbe succedere se qualcun altro lo leggesse? Incenerisco il foglietto e faccio in modo di parlare con lei al sicuro da orecchie indiscrete. Scoppia in lacrime, dicendo che domani alcuni suoi amici verranno uccisi solo perché sono buoni. Beh, parliamone… Aiutavano gli schiavi a scappare, perché non tutti i padroni sono bravi come me e mio marito… e da quando si è sposato lui è cambiato ed è molto più sereno… Se io glielo chiedessi, lui potrebbe fermare le esecuzioni! Ma sta scherzando? Già mi odiano, figurati poi se mi metto a discutere le scelte sacrificali! E poi davvero crede che Vattick abbia tutto questo ascendente sul fratello maggiore? Non ha capito come funzionano le cose. Cerco di farle capire che non ho questo potere, ma lei insiste: Vattick fa tutto quello che dico io… No, calma… tu ti sei costruita un sacco di castelli in aria! Non è così, e poi nemmeno mio marito potrebbe ottenere una cosa del genere dall’alto chierico, ma non è semplice farlo comprendere ad una schiava sull’orlo di una crisi isterica. Cerco di calmarla, di farmi spiegare bene chi sono e cosa facevano i suoi “amici”: lei mi racconta di una donna sui 35 anni dai modi gentili che è il fulcro del loro gruppo, delle visioni che hanno avuto di una figura femminile piena di bontà e comprensione, dai capelli argentei e il sorriso sereno… Selune! O m***a! Ma in che guaio ti sei ficcata! Tento di fare mente locale sulla questione perché forse Vania non si rende conto della gravità della sua situazione, ma il mal di testa mi assale improvviso. Lei farfuglia che ha sbagliato a parlarmene, di dimenticare tutto, poi si accorge che sto male e in preda al panico corre a chiamare la guaritrice.
  Le cure mi rimettono in sesto quanto basta per recarmi a lezione. Cerco di scacciare dalla mente la discussione con la schiava, ripromettendomi di parlarne in serata con Vattick. I bambini sono contenti di dedicarsi alla magia dopo tre ore di teologia sharita. La bimba che ha comprato il gattone maculato è tutta orgogliosa al primo banco con la bestiola legata al guinzaglio. Ricorda davvero molto Malik… Verso metà lezione, mentre giro per la classe spiegando, il gatto si libera non so come e mi salta sulle spalle. La bimba si spaventa tantissimo e in classe scoppia una gran confusione. Il micio scappa volando per l’aula e riesce a fuggire dalla finestra prima che qualcuno possa catturarlo. Alcuni ragazzini mi chiedono di usare la cecità per fermarlo, buona occasione per spiegare loro che gli incantesimi non vanno sprecati quando non sono necessari… Il pensiero di Malik torna prepotente, la testa comincia di nuovo a dolermi e non riesco a finire la lezione. Perdo i sensi mentre vengo riaccompagnata a casa.
  Quando mi riprendo Vattick è già al mio fianco. È preoccupato e si fa raccontare quello che è successo. Il legame con un famiglio è profondo, difficile da “dimenticare”… Lui mi resta vicino e mi coccola, la crisi fortunatamente passa in breve tempo. Continuo a pensare anche alla storia di Vania, alle sue lacrime e alla sua paura. Forse se incontro queste persone avrò un’idea più precisa. Dico a mio marito che più tardi vorrei andare a vedere i prigionieri, come è usanza fare prima del sacrificio. Lui è un po’ dubbioso, alla fine acconsente ma vuole accompagnarmi. Meglio ancora, le guardie avranno meno da ridire. Infatti il ranger non è molto convinto, pare che abbiano trovato tracce di seguaci di Selune ancora in libertà.
  Appena scendiamo dalla carrozza davanti alle prigioni mi accorgo di Mattick sull’altro lato della piazza. E no! Già è una giornataccia, ci manchi solo tu! Infastidita, chiedo a Vattick di levarmelo di torno e mentre lui intercetta il fratello io scendo con la scorta nelle carceri. Sono investita da un’ondata di disperazione e rabbia. Molti shadovar insultano i prigionieri e sputano loro addosso, li irridono: pensavano di distruggerli, di tradire Shade, e ora pagheranno per i loro crimini e verranno sacrificati in onore della Dea Oscura. Molti sono ragazzini che avranno sì e no quindici anni… Infine arrivo dalla donna che mi ha descritto Vania. Avverto anche da qui che lei è molto più serena rispetto agli altri detenuti; si vede che è stata malmenata, le dita di una mano sono rotte. Sono tentata di allungare un braccio nella cella per cercare di toccarla e scoprire qualcosa di più attraverso le mie percezioni, ma è incatenata troppo distante perché possa riuscirci e farmi aprire la porta sembrerebbe una richiesta troppo strana. Metterei in difficoltà anche Vattick… Lei mi guarda incuriosita, mi chiede se anch’io sono qui per offenderla e infierire. Non c’è odio nella sua voce, nei suoi gesti. Le rispondo che in realtà sono qui per capire. Poi la calca degli altri visitatori mi costringe ad avanzare, finisco il giro delle carceri e torno alla carrozza. Di Mattick non c’è più traccia e rientro a casa insieme a mio marito. Lui mi vede pensierosa, taciturna e si decide ad affrontare l’argomento: non devo farmi ingannare perché anche se sembrano brave persone e innocui, in realtà tutti i prigionieri sono molto pericolosi. Può darsi, però forse si potrebbero usare altri sistemi… -“Jamila, tramano contro Shade, hanno voltato le spalle alla nostra Dea, non si può tollerare: la punizione esemplare è necessaria altrimenti lo scambierebbero per debolezza. Ed è solo dimostrando di essere i più forti e i più spietati, vendicando i torti e i tradimenti che siamo diventati una potenza e siamo sopravvissuti nel piano delle ombre!” –“Ma qui non siamo nel piano delle ombre! Guardati intorno: non è più necessario ricorrere sistematicamente a questi mezzi!” Resta immobile e muto per qualche secondo, come se di colpo avesse realizzato qualcosa che fino a quel momento gli sfuggiva. –“Hai ragione, ora è diverso. Anch’io mi sento diverso, soprattutto da quando ci sei tu.” –“Vattick, in quelle prigioni ho visto diversi ragazzini che arrivavano a stento ai quindici anni. Possibile che non siano recuperabili? Si saranno fatti abbindolare dalle belle parole di qualcuno che agiva in malafede, ma sul serio la nostra Dea li preferisce morti quando può riaverli come suoi fedeli seguaci? Cos’avrebbe da guadagnarci…” Si appoggia con un braccio allo schienale di una sedia, mentre si gratta nervosamente il mento. Poi mi guarda negli occhi con un sospiro: “Vado a parlare con l’Alto chierico, tu aspettami qui e non uscire di casa”. Mi bacia e si reca al tempio. Lo attendo per un paio d’ore, un po’ in ansia. Alla fine ritorna, piuttosto sollevato. È riuscito ad ottenere che i ragazzi più giovani non vengano sacrificati: per punizione verranno mandati a lavorare come schiavi nelle piantagioni e intanto avranno il tempo di essere “rieducati” e di riflettere sui loro errori. Certo, magari condendo il tutto con qualche bella frustata… ma almeno avranno salva la vita e un’altra possibilità.
  Prima di andare a dormire riesco a parlare con Vania. Lei è nervosa, vorrebbe chiedermi qualcosa ma non ne ha il coraggio: alla fine capisco che vorrebbe uscire da sola, senza guardie al seguito, e io dovrei coprirla fingendo che sia in casa. Ma tu allora non ti rendi proprio conto della situazione! Mandarti a morte certa e mettere una buona ipoteca anche sulla mia… La guardo severa: ma davvero lei non si è accorta che oltre alle guardie di mio marito ce ne sono diverse altre, per lo più invisibili, che rispondono ad altri prìncipi? Ci tiene così tanto a morire e a condannare anche chiunque abbia intenzione di incontrare? Lei arrossisce abbassando lo sguardo, chiedendo scusa se ne va in fretta ad attendere agli ultimi compiti della giornata.
Ormai è tardi, ho decisamente bisogno di riposare! Mi accoccolo contro Vattick e mi addormento quasi subito. 

lunedì 19 dicembre 2011

85 IL MERCATO DEGLI SCHIAVI

 
 La nuova routine procede senza grossi scossoni, l’incarico all’accademia mi piace, soprattutto perché mi dà accesso ai libri permettendomi di approfondire vari aspetti della magia legata alla trama d’ombra, cosa ben difficile da fare ad Halarahh. Adesso sto tenendo delle lezioni sulla “cecità” e sul suo uso strategico in combattimento e i ragazzini sono molto interessati. Qualche bambina in particolare ha grande simpatia per me, vuoi perché sono una principessa, vuoi per il mio aspetto. Mio marito vorrebbe che prendessimo una nuova schiava, così potrei istruirla io stessa, come si conviene al mio rango. In realtà mi pare che Vania se la cavi benissimo da sola a mandare avanti la casa… Lui però dice che con l’insegnamento potrei avere bisogno di qualcuno che sappia trascrivere le pergamene o che svolga altre mansioni, non strettamente domestiche, per me. D’accordo, vedremo se c’è qualcuno di adatto al prossimo mercato degli schiavi: ce ne sarà uno tra qualche giorno, anche perché ormai manca poco a una delle feste più importanti in onore di Shar durante la quale si terranno i sacrifici degli infedeli e dei traditori. I preparativi sono frenetici, tutti vogliono mettersi in mostra per l’occasione e quindi schiavi in più fanno comodo. Soprattutto nel caso qualcuno di loro, rivelatosi poco “devoto” o ligio al dovere, dovesse finire in sacrificio…
  Il giorno del mercato Vattick mi accompagna per visionare le persone disponibili. Mentre entriamo nella piazza incrociamo il primo ministro, che se ne sta andando. Ci saluta con cortesia e si ferma qualche minuto a chiacchierare con noi. Al suo seguito c’è una ragazza molto bella, dal portamento elegante e dallo sguardo profondo, attento. Dev’essere il suo ultimo acquisto… è sicuramente la schiava adatta a lui, al suo stile; e mi ritrovo a pensare che è stata fortunata, perché almeno con lui è al sicuro da certe attenzioni, da molestie che in altri contesti il suo aspetto attraente avrebbe potuto provocare… Il ministro non è uomo da indulgere in queste “distrazioni”, troppo occupato a consolidare la propria posizione e ad assicurare il potere all’Alto Principe. Incrocio anche una delle mie alunne insieme al suo papà, che tutta felice stringe una gabbia contenente un grosso micione maculato. Mi ricorda Malik… nonostante tutto, sento ancora la sua mancanza. Ma è un pensiero che devo soffocare immediatamente, ho già una leggera fitta alla testa.
  Quando ci troviamo al cospetto del mercante ormai sono rimasti pochi schiavi disponibili. La nostra attenzione si restringe a tre individui: un uomo che tiene sempre lo sguardo basso e con un brutto tatuaggio sul petto e due ragazze dall’aria timida e un po’ impaurita. Una di esse è istruita ed è in grado di attendere ai compiti di cui ho bisogno. La scelta cade su di lei, anche perché l’uomo tatuato ha uno strano modo di guardarsi intorno... Nel lasciare la piazza mi accorgo che il suo acquisto è contrattato dal fratello maggiore di mio marito, l’alto chierico di Shar.
  Vania accoglie benevolmente la nuova venuta, è piuttosto rassicurante con lei anche se da un paio di giorni è piuttosto nervosa. Forse teme la presenza di un’altra schiava in casa, o forse è il gran fermento per l’avvicinarsi dei riti. Vattick non ha ancora risolto i suoi problemi con l’assegnazione delle missioni e pare che la città sia in subbuglio perché è stato scoperto un covo di cospiratori che hanno rinnegato il culto della nostra Dea. Molti di loro sono stati rinchiusi nelle prigioni in attesa dell’esecuzione rituale, ora si stanno cercando eventuali fuggiaschi. Il ranger si raccomanda di prestare molta attenzione quando esco e rafforza ulteriormente la sicurezza intorno a casa nostra. Mio marito è preoccupato, mi invita a non lasciare casa se non è necessario e a non farmi ingannare perché molte volte questi traditori si presentano sotto le vesti migliori ma in realtà sono subdoli e non aspettano altro che un attimo di distrazione per colpire Shade alle spalle. Va bene, ma sono in grado di difendermi, e poi ho più guardie io che l’Alto Principe a momenti… Non capisco la preoccupazione di Vattick; è teso, è duro e severo nei suoi rapporti con “l’esterno”, torna ad essere quello di sempre esclusivamente quando siamo soli. Non vuole mostrarsi per quello che è al resto del mondo, a volte ho l’impressione che sia in preda al dubbio, su cosa non so: forse perché vede Shade anche attraverso i miei occhi, o perché dopo gli ultimi litigi sta riconsiderando i rapporti con i suoi pari… Di sicuro i dubbi non riguardano noi. Anzi, mi propone qualche giorno di vacanza da trascorrere in uno dei nostri villaggi nell’Anauroch quando si saranno conclusi i festeggiamenti per Shar. Perché no: ci riabitueremo un po’ al mondo di fuori e lui potrà finalmente rilassarsi.

venerdì 9 dicembre 2011

84b TORNARE AD AGIRE

 
 Fatico a ritrovare la calma, la misura è veramente colma. Passeggio nervosamente, finché mi fa sedere accanto a lui. –“Davvero, Mattick non ti darà più fastidio.” Già che ci siamo, vediamo di toglierci tutti i pesi dallo stomaco… -“Sai, credo che sia ora di cambiare un po’ le cose. Insomma, io mi annoio da morire piantonata qui in casa da guardie al servizio di non so quante persone diverse che mi seguono a ogni passo che faccio. Vorrei ricominciare a studiare la magia come si deve, mi piacerebbe poter partecipare a qualche missione, o avere qualche incarico… Sono stufa di balli e ricevimenti fini a se stessi. Ho perso anche il mio famiglio, quando non ci sei l’unico diversivo è scambiare due parole con Vania! I miei mal di testa non sono più così forti e sono anche meno frequenti… perché mi tagliano fuori da tutto? Mi ritengono incapace?” –“No, sono solo diffidenti per natura e vogliono constatare le tue condizioni di salute. Per la verità anch’io ho chiesto di essere riammesso alle missioni; anzi, avevo intenzione di ottenere qualche incarico da svolgere insieme…” –“Fammi indovinare: il tuo fratellino non è d’accordo…” Fa una smorfia: “Non è solo quello il problema, e poi non è lui a decidere. Nel frattempo però, penso di averti trovato un’occupazione interessante”. Sorride alla mia curiosità, soddisfatto di tenermi sulle spine. Alla fine si decide a parlare: “Ci sarebbe la possibilità di insegnare alle prime classi dell’Accademia, così avresti accesso anche alle biblioteche”. Non è poi un brutta idea. Anzi! Gli schiocco un bacio sulla guancia, mentre lui divertito mi trascina giù sul letto. –“Pensavo che non sarei riuscito a toglierti il broncio, e invece…” –“Non penserai mica che il tuo gemello se la cavi per così poco, sono furente con lui comunque!”  -“Lo so benissimo! Ma è un problema suo”.
  Nei giorni successivi viene perfezionato l’accordo per l’insegnamento all’Accademia, finalmente posso occupare le mie giornate in modo produttivo e tornare a studiare. Giro sempre con la mia scorta di sorveglianti visibili e invisibili, ormai mi sono abituata anche al ranger responsabile della sicurezza di casa mia e al suo grosso lupo crudele. Mattick fortunatamente non si fa più vedere, ovvio però che nel codazzo di guardie che mi pedina costantemente le sue non manchino… Non ho problemi a gestire la situazione, ma muovendomi da sola vedo ancora meglio la rigidità con cui viene condotta la vita qui, il costante controllo, la determinazione nell’essere i più forti e i più efficienti per garantirsi la supremazia… Non c’è spazio per l’errore, chi non è all’altezza viene messo da parte. Tutto è sacrificabile per la grandezza di Shade. E sento la paura acquattata dietro gli occhi bassi degli schiavi, il disprezzo per chi mostra debolezza, l’odio feroce contro chiunque rappresenti un ostacolo alle proprie ambizioni… Per non parlare del terrore nei confronti dell’Alto Principe e dei suoi figli, Vattick compreso. La sua “immagine pubblica” non combacia con l’uomo che conosco io, ecco perché spesso mi dice che per me può essere difficile capire la necessità di essere duri e spietati. Vania mi ha confidato di ringraziare ogni giorno la Dea per essere al nostro servizio: altrove gli schiavi, soprattutto quelli che non hanno ruoli di “rappresentanza, sono frustati e sottoposti a pene crudeli. Lei invece non è mai stata picchiata dal padrone, nemmeno prima che arrivassi io; da quando sono qui poi, lui è sempre contento e di buon umore…
  Ad ogni modo, dopo una decina di giorni conosco la classe che mi è stata assegnata. Comprende una ventina di bambini sui sette – otto anni figli di Tenebre, tutti piuttosto volenterosi ed estremamente competitivi. Ogni tanto c’è un po’ di confusione, soprattutto per colpa di qualche animaletto che dovrebbe diventare il famiglio di qualcuno di loro, ma si riporta l’ordine in fretta perché la disciplina dev’essere ferrea.
  Vattick è contento di vedermi più tranquilla, pur cogliendo i miei velati dubbi su una certa mentalità degli shadovar. È lui ad essere inquieto, contrariato dal fatto che vogliano escluderlo da una missione molto importante che è in fase di organizzazione. Con me però è sempre lo stesso, anche se il senso di colpa si fa più accentuato. Di nuovo mi dice di essere pronto a diventare padre… Ma io forse non lo sono ancora per diventare madre! Cerco di spiegargli che non c’è tutta questa fretta, che vorrei godermi ancora un po’ la vita a due… Mi sento un po’ cattiva perché conosco la risposta, ma affondo comunque il colpo: e se per caso io e lui scoprissimo di non potere avere figli, finirebbe col ripudiarmi pur di dare una discendenza a Shade? Si rabbuia: “Non dire sciocchezze, sai che non lo farei mai”. Forse ho esagerato… -“Jamila, io non voglio importi niente. È solo che a starti accanto ci si può dimenticare di quanto giovane tu sia…” -“E tu invece? Dimostri circa il doppio dei miei anni, ma quanti ne hai in realtà, eh?” Niente da fare, non riesco mai a scucirgli la verità.

domenica 4 dicembre 2011

84a SCONTRO VERBALE

 
 Poche sere dopo partecipo insieme a Vattick al ricevimento in onore dell’Alto Principe e prima dell’apertura delle danze siamo invitati al suo cospetto. È la prima volta che mi trovo così vicino a lui, mi imbarazza guardarlo perché mi mette a disagio. Lui invece mi scruta con il suo sguardo penetrante ed inquietante; mi fa paura, c’è qualcosa in lui che mi terrorizza, eppure in fondo ai suoi occhi c’è un lampo di malcelato divertimento, mi osserva compiaciuto. Scambiamo qualche parola formale, poi lui sogghignando mi chiede quando arriverà un erede… Ma che cavolo! Lo so che avete un problema di ricambio del sangue, ma ci siamo appena sposati! Anche mio marito torna spesso sull’argomento, in maniera più o meno scherzosa. Io desidero un figlio da lui, ma non subito, è da così poco tempo che possiamo stare insieme… Lo so che per gli shadovar è necessario trovare il modo di rinnovare il sangue, che le nascite sono in calo, e ho sentito i discorsi di qualche nobildonna preoccupatissima perché non riusciva a restare incinta e aveva paura che il marito la ripudiasse… Ma fare pressioni continue e intromettersi nel privato mi pare eccessivo!
  Ci congediamo con un rispettoso inchino, poi il Primo Ministro mi saluta con un sorriso e resto a chiacchierare con lui mentre mio marito si apparta in un’altra ala del castello con suo fratello, che al solito, con aria truce, se lo trascina via. Non tornano per parecchio tempo, alla fine mi decido ad andare a cercarli. Sono in uno dei giardini interni e, guarda caso, discutono animatamente, anche se cercano di non dare nel’occhio e di mantenere un tono di voce basso. Rientro prima di loro, accetto l’invito a ballare di un nobile. Dopo non molto però Mattick si impone come mio cavaliere. Mi stringe il braccio con una forza tale da lasciarmi i segni, fissandomi con odio: “Sarai anche riuscita ad ingannare mio fratello, ma io non mi lascio incantare dal tuo bel faccino… Vedi di fare la brava mogliettina e di rigare dritto, perché la prima volta che sgarri io ti ammazzo con le mie mani!” Adesso mi hai veramente rotto i c***!
  Mi blocco e lo guardo dritto negli occhi senza battere ciglio, la voce colma d’ira: “Non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in questo modo, né tanto meno a minacciarmi! Non devo rendere conto a te di ciò che faccio, non sei né mio fratello, né mio marito, e tutt’al più spetterà a lui a decidere che moglie sono. Non presentarti di nuovo in casa mia mancandomi di rispetto, o giuro che sarà l’ultima volta che lo farai”. Se osi una mezza parola o una reazione ti scarico addosso un tocco d’idiozia qui davanti a tutti! Resta sorpreso, mi soppesa qualche istante con lo sguardo.
 –“E lasciami il braccio, mi stai facendo male!” Libera la presa con un mezzo ghigno, sembra aver apprezzato, a modo suo, la mia reazione e con un inchino ostentatamente formale si allontana.
  Sento gli occhi di Vattick su di me, lentamente lo raggiungo, ancora con il viso in fiamme per la collera. Lui trova il modo per svicolare dalla festa e tornarcene a casa.
  Si accorge dei lividi sul braccio.
– “È stato Mattick, vero?” Non ne posso davvero più! –“Senti, mi spiace perché so che ci tieni al legame col tuo gemello, ma ora sta davvero esagerando! Mi ha minacciato di morte in una sala stracolma di gente! Di morte! E perché, poi… Non sono più disposta a sopportare le sue sparate, se si presenta qui di nuovo a insultarmi ti assicuro che…”  -“Non succederà! Nessuno può permettersi di trattarti in questo modo, nemmeno lui. Dovrà farsene una ragione”.


sabato 26 novembre 2011

83 INCUBI


 Ringrazio Shar ogni giorno, perché apro gli occhi e tu sei qui al mio fianco. E la mia vita adesso ha una consistenza diversa…
  Non so ancora bene come sia possibile, ma è vero: il mio equilibrio è centrato su di te, sui tuoi gesti e le tue parole…
  Ed è ora che mio fratello la smetta con questa storia che metteresti in pericolo l’intera cittadella perché là fuori faranno di tutto per recuperare la loro arma potenzialmente più efficace contro di noi. Ma figuriamoci! Elminster e la Simbul se ne sono scappati con la coda tra le gambe e noi dovremmo temere qualcun altro? Mattick pensa forse che potranno contare su qualcuno più forte di loro? Non hanno alcuna possibilità in uno scontro frontale e ne sono ben consapevoli. Non hanno possibilità in nessun caso!
  Mattick è solo geloso, ma gli passerà.
O si preoccupa dei tuoi amici e di quel mago da strapazzo? Ma per favore…

Anzi, sai una cosa? Questa piccola vendetta sul tuo vecchio amante ha un gran buon sapore… Spero che la Dea Oscura controlli tutti i suoi sogni.

   Dimmi, mago, come ti senti a saperla felice tra le mie braccia, a vederla godere lontano da te?
  Tu che l’hai avuta, spiegami come vivi ora senza di lei…


mercoledì 23 novembre 2011

82b MATRIMONIO SHARITA

 
 Mancano un paio di giorni al grande evento, anche oggi Mattick si presenta qui con la solita arroganza e litiga con mio marito. Urla così forte che si sente da qui… non riesco a capire bene, dice qualcosa sul fatto che poteva tenersela come bella statuina in giardino da ammirare quando voleva… Dopo Vattick è così amareggiato che evito di indagare, non ricordo di averlo mai sentito così triste, così desolato. È come se all’improvviso non riconoscesse più una persona che fino a poco prima considerava quasi una parte di sé. Perché ci devono creare tutti questi problemi? Soprattutto non voglio essere la causa di questa situazione, ma non posso fare altro se non provare a sciogliere questo nodo stretto che lo fa star male. E quasi sempre riesco a riportargli il sorriso, e lui sembra sorpreso da questo…
  Finalmente arriva il giorno delle nozze ufficiali. Vattick aveva ragione: il vestito che aveva visto per me, nero con raffinati ricami dorati, è perfetto. Il tempio principale di Shar, solenne e imponente, è stracolmo di gente, Vattick al mio fianco è raggiante e sorridente nella sua impeccabile eleganza, i suoi occhi non mi lasciano un istante; io sono emozionata e intimidita da tutta questa folla. La cerimonia è officiata dall’alto chierico, il Principe primogenito, ed è molto partecipata, ma il “contorno” si sfuoca e quasi sparisce di fronte a ciò che invade le mie percezioni dall’uomo che ho accanto. E la presenza di Shar si fa tangibile, si sente nel respiro, si avverte tra le volte del tempio e le volute degli incensi che bruciano… Non possono non accorgersene, nessuno potrà negare che abbiamo la benedizione della Nostra Dea…
  Prestati i sacrifici di rito possono iniziare i festeggiamenti. Non avevo mai notato quanto spicchi il rosso cupo del sangue sul manto candido delle colombe morenti… Sono felice di essere la moglie di Vattick, ma non posso fare a meno di pensare che la mia famiglia non è qui a rallegrarsi con me, che non mi voglia più parlare e mi consideri una reietta… il volto di Yerodin… Il cerchio alla testa mi stringe subito nella sua morsa, ho un attimo di difficoltà di cui lui si accorge immediatamente. Interviene lesto e discreto per sorreggermi, mi sussurra di pensare solo a noi, di non lasciarmi rovinare questa giornata dai ricordi tristi. Hai ragione, non è giusto che anche oggi tu debba preoccuparti…
  Mi dedico solo a lui per il resto del tempo, attenta a come muovermi sotto gli sguardi degli altri, e tutto prosegue senza intoppi. Mattick, ignorato da mio marito, resta defilato e non mi dà noia, nonostante sia evidente quanto sia contrariato. Almeno oggi…
  Finalmente torniamo a casa, liberi dagli obblighi formali. Lui è sollevato, contento che tutto sia andato bene. Si accorge di quanto sono stanca, mi tiene vicino a sé: “Adesso tutti sanno che sei mia moglie e che la nostra unione è benedetta da Shar, nessuno può più permettersi di obiettare.” Spiegalo al tuo gemello… Resto in silenzio, pensando alla mia situazione.
  -“Jamila, ti manca la luce? Forse la penombra ti pesa e senti il bisogno di uscire da qui…”
  Questa sua attenzione e il tono dolente della voce mi sorprendono. Forse ha frainteso il mio silenzio, è che preoccuparsi per quella che dagli altri sarebbe considerata una debolezza da nascondere non è scontato, nemmeno per lui… Si rifugia tra le mie braccia in un gesto arrendevole, di abbandono, che ultimamente non si è mai concesso. Perché qui, come mi ricorda spesso, è bene non fidarsi di nessuno…
 -“No, il buio non è un problema, anche se mi farebbe comunque piacere rivedere ogni tanto il sole. È che… sai, come dici anche tu, Halruaa non era il posto per me: discriminata per via della magia innata e della trama d’ombra, senza un futuro perché nella loro stupidità non capivano, non accettavano i miei poteri… Pensavo che a Shade sarebbe stato diverso, più semplice. Invece sento gli sguardi ostili e la diffidenza, per via del mio sangue angelico, o della mia provenienza… o non so per cosa… e a volte mi sembra che nulla sia cambiato” Ora è lui ad abbracciarmi protettivo, anche se avverto in sottofondo la sua preoccupazione, o qualcosa di simile al senso di colpa: “Vedrai che le cose si sistemeranno. Sei mia moglie, e non è certo colpa tua se qualcuno dei tuoi antenati si è mischiato con quei traditori. E poi, detto tra noi, non c’è nulla da cambiare in te: i tuoi tratti, angelici o no, sono perfetti; hai il passo di una dea in mezzo ai mortali...” –“Uuuuuh, accidenti, come siamo poetici. Non è che hai qualcosa da farti perdonare…”

sabato 19 novembre 2011

82a ANCORA DIVERSA

  I giorni seguenti sono occupati dai preparativi per il matrimonio, la mia vita torna alla normalità e accompagno Vattick ai ricevimenti e ai ritrovi della nobiltà. Sono inevitabilmente al centro dell’attenzione, sento gli sguardi e le parole che mi scivolano addosso, la curiosità morbosa che ancora mi circonda. I miei tratti, la mia pelle, gli occhi dorati spiccano tra gli shadovar, gli sguardi ammirati si alternano a quelli diffidenti se non apertamente ostili. Ho il favore di buona parte della piccola nobiltà, per quanto riguarda i principi e le loro famiglie, il discorso è diverso. Il gelo è piuttosto diffuso, il problema più grosso resta il fratello gemello di Vattick. Ogni tanto si presenta a casa nostra come una furia, l’ho sentito litigare un paio di volte con mio marito e so che c’ero di mezzo io, ma non ho osato origliare perché non volevo mettere in ulteriore difficoltà Vattick. Ma Mattick sta davvero esagerando; mi minaccia in continuazione, neanche tanto velatamente; non riesco a capire perché mi detesti tanto, di cosa mi accusi esattamente. Comincio a non tollerare più il suo atteggiamento e le sue ingerenze, ma evito di scontrarmi con lui perché dopo ogni discussione Vattick ci resta male. Questa situazione gli pesa molto; gliene ho parlato, gli ho chiesto cosa avrei fatto di così terribile agli occhi di suo fratello, ma lui tutte le volte mi dice che non è colpa mia e che probabilmente Mattick è solo geloso. Hanno sempre condiviso tutto e ora, con me, è diverso… Ci mancherebbe altro! Mi prega di avere pazienza, di concedergli ancora un po’ di tempo… A me non sembra che col passare dei giorni le cose migliorino, anzi. Ma non sopporto che Vattick si tormenti così e allora faccio buon viso a cattivo gioco. È incredibile che due persone che si somigliano tanto nell’aspetto siano in realtà così diverse tra loro come il giorno e la notte. I loro lineamenti sono identici eppure non si possono confondere: l’atteggiamento del volto, il modo di guardare, la postura…
  Siamo arrivati al punto che le guardie di Mattick mi pedinano tutte le volte che esco di casa! Probabilmente mi piantonano pure! Mio marito mi dice di lasciarli fare senza badarci troppo, che prima o poi si stuferanno. Sarà… Perlomeno in casa si sta molto meglio: Vania inizia a rilassarsi e questo abbatte il livello d’ansia che mi circonda. Mi è stato rimproverato di trattare la servitù con troppa gentilezza e familiarità. Eccederei in sorrisi… e questo potrebbe far dimenticare agli schiavi qual è il posto che si meritano, la differenza che c’è tra noi e loro. La sanno benissimo questa differenza, loro che non sono in grado di usare la magia; non c’è bisogno di ricordargliela ogni istante. Vogliono forse farmi credere che lavorino meglio quando sono terrorizzati di sbagliare piuttosto che quando agiscono con tranquillità? E poi, quando Vattick non c’è io mi annoio da morire; potrò scambiare due parole con l’unica persona autorizzata a girare per casa? Non ho più la compagnia di Malik, cosa mi resta d’altro…
  Nemmeno in società mi riesce di fare una gran conversazione. Uno dei pochi tra l’elite dei Principi che è cortese con me e mi dimostri una certa simpatia è il primo ministro. Cosa che mi rende invisa agli occhi dei fratelli maggiori di Vattick, che odiano il braccio destro dell’Alto Principe dal profondo.
  Per il resto, solo frasi formali e di fredda cortesia, se si degnano di mostrare cortesia. E il mio “stato” trova sconveniente dare eccessiva confidenza alla nobiltà minore…
  Poi lui torna al mio fianco e del resto mi importa ben poco. Quando può mi accompagna fuori. Mi ha portato a vedere dall’alto il lago che hanno creato nell’Anauroch, le piantagioni che stanno sorgendo sulle sue sponde e i lavori per gli insediamenti. Un’opera notevole, senza dubbio, che richiede ordine ed efficienza. Per questo sono così rigidi: con gli schiavi, con i sottoposti, tra loro; non possono permettersi di compromettere ciò che stanno costruendo e da cui dipenderà il loro futuro. Il nostro futuro. È che in certi momenti fatico ancora a sentirmi una di loro fino in fondo…
 Chissà che il matrimonio ufficiale cambi qualcosa.

mercoledì 16 novembre 2011

81b " NORMALITA' "

 Il giorno dopo va molto meglio. Lui può assentarsi per qualche ora, io mi occupo della casa con l’aiuto della schiava. Vania non osa guardarmi in faccia, tiene gli occhi rivolti verso il basso ed è costantemente in tensione. È preoccupata per ogni gesto che compie, parla il meno possibile, si precipita al minimo cenno, rasenta il panico se le sembra che io non stia bene. Anche le guardie che presidiano la casa ostentano deferenza. Non si può certo dire che la sicurezza lasci a desiderare, siamo sorvegliati ogni singolo istante e non credo che tutti i sorveglianti siano stipendiati da mio marito… In realtà tutta questa “ansia” che percepisco mi innervosisce! Vorrei vivere in un luogo sereno, non farmi delle overdose di stress altrui! E poi cos’avranno da stressarsi tanto tutto il santo giorno in una cittadella inespugnabile…
  Diventa un altro mondo quando Vattick è qui con me. Le sue emozioni eclissano tutto il resto e la casa si trasforma in un posto allegro, rassicurante. Com’è possibile che i miei non capiscano ciò che prova per me… Il suo sorriso è contagioso, mi fa sentire davvero come fossi la cosa più bella capitata nella sua vita.
  Quando rientra però è pensieroso. Gli circondo il collo con le braccia: “Cosa c’è?” Lui mi stringe: “Niente, ho avuto una discussione con Mattick. Non mi hanno incluso nella prossima missione…”  –“Ma è quello che volevi?” Mi tiene ancora più stretta mentre mi bacia: “Sì!”  –“E allora dove sta il problema?”  –“Hai ragione, nessun problema”. La tensione e la preoccupazione si dileguano portandosi via le due piccole rughe tra le sue sopracciglia, mentre le sue labbra si fanno sempre più intraprendenti, le sue carezze più audaci e la sua mano impaziente litiga con i lacci della mia veste.
  Devo essere stata proprio male l’ultima volta e lui si dev’essere spaventato da morire, forse ha avuto paura che la crisi avesse conseguenze permanenti, che non tornassi quella di prima, perché fa l’amore come se conoscesse il mio corpo per la prima volta, come se fosse una scoperta nuova, un miraggio appena raggiunto che rischia di svanire…  
  Invece sono qui, in carne e ossa, per te. E vedrai che starò meglio, che il male passerà… Niente mi porterà via, se io e te non lo vorremo.

domenica 13 novembre 2011

ABBIAMO FATTO TUTTO DA SOLI...

  L'ultima sessione di gioco è stata una di quelle in cui la master, dopo aver fatto il suo punzecchiando l'orgoglio del mago e portando oltre il limite la (enorme) pazienza di Jamila, si è goduta soddisfatta i frutti del suo lavoro, che sono andati ben oltre ciò che probabilmente si era aspettata. Il massimo risultato con il minimo sforzo! Bisogna riconoscere che Tenar in realtà si è giocata un "innocuo diversivo", ma lì, i giocatori ci han messo del loro e il tutto è deragliato ai limiti dell'assurdo.
 Neanche a dirlo, a innescare il tutto è stata l'ubriachezza di Lorcan (E NON PROVARCI NEMMENO A DIRE CHE TU NON HAI COLPE!), che francamente era preferibile quando era triste anziché molesta, dopo di che il bardo ha affrontato le cose da vero uomo qual è, e cioè si è dileguato (E NON PROVARCI NEMMENO A DIRE CHE è COLPA NOSTRA!). Poi, J ha sperimentato come sia difficile trattenersi dal dare una lezione a qualcuno solo perché rischi di ammazzarlo (e pare sia sconveniente e un poco fuori allineamento...); infine, il Nik ha sclerato di brutto, peraltro interpretando magistralmente un Drev che, provato dall'enorme stress degli ultimi mesi, fa saltare tutti i coperchi.
Stile funghetto atomico, avete presente?
Quindi, forse per non fare strage tra i villici innocenti, si è dileguato pure lui.
 L'unico a mantenere calma e decoro è stato il povero Lee, che ha tentato, inascoltato, di riportare un minimo di ordine.
 Ora sono rimasti una J esasperata e il monachello a guardarsi nelle palle degli occhi. Ma sistemata una piccola questione, J ha un'ideuccia malsana su cosa fare...
  

P.S: Ricordo solo una sessione "peggio" di questa: il mega - litigio a quattro tra i personaggi della campagna di Birth Right.


domenica 6 novembre 2011

81a RICORDANDO IL PASSATO

  
  Gli ho detto che stavo bene, in realtà ci vogliono due giorni per rimettermi in piedi. Lui è quasi sempre con me, pieno di attenzioni e riguardo. Muovo i primi passi al suo braccio, ho ancora un fastidioso cerchio alla testa e mi sento un po’ confusa. Da quando sono qui a Shade ho sempre avuto delle crisi di emicrania, ma mai così forti. I chierici hanno detto che non sono riusciti ad eliminare il problema del tutto anche se mi hanno assicurato che non si verificheranno più attacchi del genere. Lo spero, perché sono stata malissimo. Pare sia colpa di una qualche magia che Drevlin mi avrebbe lanciato addosso per ripicca. Possibile che non si rassegni una volta per tutte? Non capisco perché la mia famiglia volesse impormelo come marito, forse mio padre era abbagliato dalla sua posizione di Anziano, dal fatto che fosse una persona influente; forse Yerodin pensava che con lui sarei stata al sicuro… Un mago, per di più un Anziano, per me! Ma ogni volta che cerco di concentrarmi su di loro, il male alla testa peggiora e io non riesco più a reggermi in piedi.
  Non so perché osteggiassero tanto Vattick, perché non mi permettessero di frequentarlo. Eppure lo sapevano che ero innamorata di lui… Credevo che messi di fronte al fatto compiuto si sarebbero arresi, che finalmente lo avrebbero accettato, invece quando hanno saputo del matrimonio celebrato in segreto sono andati su tutte le furie, volevano impedirmi di uscire di casa. Ho dovuto scappare con lui e seguirlo qui. E Malik non è venuto, mi si è rivoltato contro. Chissà cosa ha tramato Drevlin per arrivare a corromperlo fino a questo punto…
  Il dolore torna pulsante, mi vengono le vertigini. Vattick rinsalda la presa sul mio braccio: “Jamila, che c’è… stai di nuovo pensando ad Halruaa?” –“Sì.” Mi attira contro di lui, con dolcezza. –“Lo sai che ogni volta stai male, non ti crucciare per queste cose, devi solo rimetterti in forze. Stai tranquilla, si sistemerà tutto”. Speriamo…
  Finalmente questa sera riesco a stare alzata, a cenare con lui. Poi chiacchiero tra le sue braccia. Vorrebbe celebrare il matrimonio ufficiale tra una ventina di giorni nel tempio principale di Shar. Ha visto un vestito bellissimo che secondo lui mi starebbe d’incanto per l’occasione… D’accordo, prima ufficializziamo la cosa e prima smetteranno i pettegolezzi. Mi spiace che il mio sangue angelico mi impedisca di diventare una Tenebra, ma lui non dà poi molta importanza alla questione: la predilezione che Shar ha per me è evidente nella mia capacità di usare la trama d’ombra. Non credo che tutti i Principi la pensino in questo modo, anche se lui mi rassicura sempre dicendomi che devono solo abituarsi all’idea… mi auguro lo facciano in fretta!
  –“Certo l’arrivo di un bimbo renderebbe tutto più semplice…” Me lo dice scherzando, con un bacio. –“Sì, ma almeno che prima sappiano che siamo sposati!”


lunedì 31 ottobre 2011

80 NUOVA VITA

 
 Riemergo lentamente dall’incoscienza, nella testa un susseguirsi frenetico delle immagini più disparate: volti e voci che si sovrappongono, luoghi sfumati, appena intravisti… Non riesco a concentrarmi su nessuno di essi, appena mi sforzo di pensare lucidamente il dolore torna lancinante. Spengo la mente e lascio che sia il resto di me a riportarmi a galla da questo caos indistinto. Affiorano suoni fievoli, presenze discrete…
  Percepisco la penombra della stanza, la morbida freschezza delle lenzuola, parole appena sussurrate per non infastidirmi che non riesco a decifrare; e c’è qualcuno che mi tiene la mano, con gentilezza, preoccupato per me. Tento di riaprire gli occhi, lui stringe più forte la mia mano tra le sue, ansioso di vedere che sto meglio; le sue emozioni, quello che prova per me, mi guidano nel ritorno alla realtà. Lo riconosco prima ancora di mettere a fuoco il suo volto, gli sorrido mentre lui si accuccia di fianco al mio letto mormorando il mio nome; mi sfiora la guancia col dorso delle dita: “Questa volta mi hai davvero spaventato”. Vorrei abbracciarlo, ma non riesco a sollevarmi. Se ne accorge e mi sorregge premuroso: “Calma, sei ancora troppo debole, hai bisogno di riposo.” Mi bacia i capelli, con una tenerezza che gli altri neanche immaginano in un uomo come lui. Mi piacerebbe rassicurarlo: “È passata, sto bene… Non ti avrei mai lasciato vedovo prima ancora di ufficializzare il nostro matrimonio!” Riesco a farlo ridere, nei suoi occhi nerissimi l’ansia cede il posto al sollievo: “Ma non scherzarci nemmeno su! Ora che ti sei ripresa sono più tranquillo.” Mi adagia di nuovo sul cuscino: “Purtroppo devo uscire perché sono stato convocato insieme a mio fratello. Tornerò prima possibile, tu intanto puoi dormire; Vania si occuperà di ogni tua esigenza.” Mentre esce dalla stanza la schiava lo saluta con un inchino rispettoso, poi mi risistema le coperte: “Qualunque cosa vi serva, io sono qui, non dovete fare altro che chiamare”.

mercoledì 26 ottobre 2011

GROSSE RIVINCITE!


 ... quando a fallire il tiro salvezza sulla confusione di J (che tra l'altro ogni volta ha passato la resistenza al magico come niente) è uno MOLTO grosso, MOLTO cattivo e dall'alito decisamente pesante!

 La domanda è: sarà compensazione cosmica, o questa dovrò poi scontarla?


martedì 18 ottobre 2011

79b SULLA SOGLIA


 
 Riprendo i sensi a stento, mi fanno bere qualcosa… Sono appoggiata con la schiena a un masso enorme, Drev con una certa urgenza mi chiede se sto bene, cerca di farmi parlare. In un paio di minuti grazie alle antitossine recupero la lucidità. Siamo caduti nell’imboscata delle Tenebre, uno stregone potente affiancato da quattro scagnozzi. Erano invisibili sui due lati della gola, in alto, fuori portata per il corpo a corpo. Lorcan e Lee li stanno tenendo impegnati, dobbiamo trovare il modo di sconfiggerli perché il portale è stato bloccato con un muro prismatico. Lorcan e Lee? Ma allora sono salvi, sono sopravvissuti al drago! Non ho tempo di rallegrarmi per questo, è necessario agire in fretta per liberare la via verso il portale. Dannazione! Se non si accorgono dall’altra parte siamo spacciati…
  Andiamo, il mago è ormai a corto di incantesimi, ma io ne ho ancora parecchi. Un paio di Tenebre sono già morte, ne acceco un’altra, così possiamo concentrarci sullo stregone. Lorcan grazie al fatto di poter volare è quello che ha più possibilità di far male, per cui per aiutarlo tento di bloccare l’avversario con una telecinesi, in modo da rendergli difficoltoso lanciare i suoi incantesimi e ridurlo un bersaglio più agevole.
  Me**a!
Sarebbe una buona idea, se la mia telecinesi non tornasse al mittente permettendo allo sharita di usarla su di me, come se avesse le mie abilità. Mi solleva da terra attirandomi verso di lui: “Arrendetevi, o la uccido scaraventandola nel muro!” Questa l’ho già sentita… non è giornata! Cerco di resistere, non voglio che si arrendano. Drev prova a lanciare un’altra telecinesi su di me per contrastare la prima, ma la mia è più forte. Ma tu pensa! Mi avvicino lentamente ma inesorabilmente al muro prismatico, Malik tenta di colpire lo stregone per distrarlo mentre lui mi minaccia di morte di nuovo. Vorrei fargli mollare la presa usando una terza telecinesi per far cadere alcuni massi, ma lui, pur restando leggermente ferito, mantiene saldo il controllo. Lorcan mi ha afferrata in volo e prova con la forza fisica a sospingermi indietro, ma il mio incantesimo è più forte anche di lui. Ma tu pensa!! La Tenebra si spazientisce: “L’avete voluto voi!” Il muro ormai è vicinissimo, gli sforzi del bardo vani.
  -“Morire così è inutile…”
 -“Sì, lo è; lasciami Lorcan”.
Mi guarda con gli occhi traboccanti d’angoscia.
–“Lasciami!”
  Molla la presa, senza dire una parola. Non crucciarti, amico mio, hai fatto ciò che dovevi.

  Come ogni volta che mi avvicino alla soglia della morte, il tempo per me rallenta; è come se vivessi a due velocità, quella degli eventi reali e quella della mia mente, sdoppiata in due realtà complementari. Non so perché succeda…
  Ho il tempo di vedere come cristallizzate le ultime azioni degli altri, le emozioni stampate sul loro viso, la disperazione paralizzante di Malik… e il muro che sta per inghiottirmi.

  Forse è giusto così, la morte ha scelto bene il momento, perché salvaguardare il portale ad ogni costo mi ha spinto ad agire in maniera diversa da quella che sentivo, ad accettare cose che non avrei voluto, a “ignorare” una parte di me. Ho abbandonato Lorcan e Lee a uno scontro suicida con un drago d’ombra per coprirmi la fuga, li ho lasciati partire per Landis senza di me, ho permesso che le vite di due bambini fossero barattate per la mia… Come ho potuto! Loro sono pronti a morire per me e io resto a guardare…
  Magari le mie capacità mi sono state donate proprio in virtù di ciò che ero, ma ho tradito me stessa, le aspettative: ho perso il diritto di usarle.
  Il ritorno di Selunnara… Utile per noi, ma è un bene per i selunnariti? Chi non conosce l’odio, la vendetta, il tradimento, come può difendersi qui, come può sopravvivere senza traumi irreversibili?
  Forse abbiamo sbagliato tutto, forse è davvero meglio che finisca così, anche per il gruppo. Sarebbero liberi…
  Ma non sono pronta a lasciarli, ho paura di quello che c’è oltre quel muro… Ho paura per lui, di saperlo soffrire… Perché non l’ha capito, ma non è fatto per restare solo.

Spero tanto che Selune arrivi per prima.

Un’eco lontana…
- Puoi dire che una vita valga più della salvezza di un’anima? Chi può sapere dove porteranno gli eventi innescati da un gesto che cambia il modo di pensare delle persone? Quel gesto potrebbe preservare molte vite...

Il dolore, insopportabile, poi il nulla.


(vedi post 24 bis: buon compleanno)

sabato 15 ottobre 2011

PICCOLE RIVINCITE


 Chiunque leggiucchi da queste parti, sa quanto devastanti siano state la varie "confusioni"  che la master non si è fatta scrupolo di usare contro di noi, nella piena consapevolezza che qualcuno del gruppo, qualcuna in particolare, non avrebbe salvato (Chiedete a Ulrik...).

 Da qualche tempo però, anche Jamila è in grado di lanciare la "confusione", e per salvare dal suo incantesimo la difficoltà minima è 21. E nel mucchio, qualcuno sbaglia sempre... anche quelli brutti e cattivi...

Vista da questa parte del lancio, la confusione dà effettivamente delle belle soddisfazioni!

  

martedì 11 ottobre 2011

79a ABBANDONARE GLI AMICI

 
 Ci avviciniamo alla zona della taverna muovendoci nascosti tra le macerie. Sento Lee invocare l’aiuto della sua divinità pregando, e deve essere stato convincente perché poco dopo ci annuncia di poter usare i suoi incantesimi. Ci imbattiamo in un drago d’ombra impalato a una stalagmite, ormai morto, ma poco più avanti si sentono i rumori di uno scontro tra un altro drago d’ombra e gli ultimi sparuti difensori di Fine della Terra. La bestia è troppo occupata nel suo lavoro di distruzione per accorgersi di noi, che siamo a una certa distanza alle sue spalle e al coperto. Lo strazio intorno a me mi seppellisce sotto il senso di colpa. Conveniamo che l’unica via di fuga praticabile è rappresentata dal portale verso il monastero di Ilmater, poi la discussione prende una piega che non mi piace per nulla: la priorità è assicurarsi che io ne esca viva e per riuscirci è necessario evitare uno scontro diretto col drago, che dovrà quindi essere distratto mentre io scappo. Calma! Anch’io ci terrei ad uscirne viva, ma non in questo modo! Nelle loro intenzioni, Lee e Lorcan dovrebbero affrontare il bestione per permettermi di fuggire sotto la protezione di Drev, che grazie alla magia è il più adatto a fronteggiare eventuali imboscate delle Tenebre. L’accesso al portale infatti è un ottimo luogo per agguati, visto che è costituito da una lunga scalinata incassata tra due alti costoni. –“No, dico, mi state seriamente proponendo di squagliarmela alla chetichella abbandonando due di voi al loro destino?! E pensate pure che io possa accettare? Ma voi siete pazzi!” Lorcan si spazientisce: “Jay, porca miseria, non fare la bambina! Dobbiamo pensare a Selunnara e senza di te Selunnara è persa! Non ci sono altre soluzioni.” –“Sì che ci sono! Affrontiamo tutti insieme il drago d’ombra e tutti insieme scappiamo!” –“Ma non dire idiozie!” Intervengono anche gli altri: “Jamila, ha ragione! È il piano con più probabilità di successo, altrimenti appena esci allo scoperto concentreranno tutte le loro forze su di noi. Non affronteremo il drago allo sbaraglio, abbiamo l’opportunità di proteggerci e potenziarci prima che si accorga di noi.” Un nodo mi chiude la gola, non riesco nemmeno a parlare: “È una cosa che mi fa schifo!” –“Ma va fatta”. Aiuto Lee e Lorcan a proteggersi come posso, hanno anche delle ottime difese contro il soffio d’ombra, ma dentro di me è come se qualcosa si spezzasse. Mi salutano con una pacca sulla spalla e mi augurano buona fortuna, poi attaccano il drago mentre io e Drev ci defiliamo dietro le macerie tenendoci fuori portata e dirigendoci verso la scalinata, con Malik in avanscoperta. Aggiriamo un’enorme stalagmite, i rumori dello scontro arrivano fino a noi; sento distintamente la voce di Lee, il soffio del drago… Mi fermo e mi volto indietro per cercare di vedere che succede, ma Drev mi prende per un braccio tirandomi verso di lui. –“Muoviti! Vuoi rendere vano il loro sacrificio?” Sacrificio? Lo guardo malissimo, oppongo resistenza. Si rende conto della gaffe: “Avanti! Prima arriviamo di là e prima potremo trovare rinforzi per aiutarli. Jamila, tu devi uscire viva da qui o sarà tutto inutile!” Ricaccio indietro l’amarezza di due lacrime che vorrebbero uscire e lo seguo muovendomi il più furtivamente possibile. Ormai le scale sono in vista e la strada sembra sgombra, non vediamo nessuno a sorvegliarne l’ingresso. Usciamo allo scoperto per salire i primi degli innumerevoli gradini che ci separano dal portale, siamo tutti tesi a cogliere cosa succede intorno a noi. Nonostante questo, il sibilo del proiettile che mi si conficca nella spalla mi coglie alla sprovvista. Tutto si annebbia di colpo, una pesantezza familiare si impadronisce del mio corpo… Malik sta gridando qualcosa... No, di nuovo il veleno soporifero!

venerdì 7 ottobre 2011

78d IN OSTAGGIO

 
  Il bardo spalanca la porta per lanciarsi fuori ma inciampa nel corpo senza vita di Damara. No! Sudo freddo. Sono qui, l’hanno uccisa per colpa nostra… Quattro Tenebre sbucano dalle ombre. Due si gettano su di me, ma sono pronta al loro attacco e riesco a evitarlo. Drev mi afferra per un braccio e con una “porta dimensionale” ci sposta dall’altra parte della caverna, ricoprendo poi tre dei nostri avversari con la “polvere luccicante”. Così non potrete scomparirci tra le mani… Ne acceco uno mettendolo fuori causa, mentre gli altri si difendono con uno “scudo”. Lee riesce ad avere la meglio sul suo diretto avversario, Drev intrappola i due restanti nei “tentacoli neri”.
  La situazione sembra tornata sotto controllo, ma all’improvviso una delle Tenebre riesce a liberarsi dall’incantesimo e sorprendendo tutti si lancia su di me. Gli affondi degli altri non riescono a fermare il suo attacco suicida e lui, cogliendomi assolutamente alla sprovvista, riesce ad abbrancarmi. Ma questo è impazzito? Mi punta un pugnale alla gola ordinando agli altri di stare indietro e lasciare le armi, se no mi uccide. Non penserà mica di riuscire in questa cosa per caso… Sorpresa per sorpresa, vediamo come te la cavi sentendoti invecchiare di qualche annetto... Mi volto quel che basta per baciarlo…
  Non succede niente di niente, l’indifferenza più totale; anzi, l’uomo si scosta preoccupatissimo e preme di più la lama. Lee stava per colpire ma si blocca guardando Drev, che fa cenno con la mano di aspettare. La Tenebra arretra intimandogli di nuovo di arrendersi altrimenti mi taglierà la gola. Mi vuole teletrasportare via… Il monaco lo fissa calmo e serissimo: “Meglio morta che in mano vostra”. È vero. Lo incito: “Uccidilo, Lee!” Un rivoletto di sangue scende lungo il mio collo, Drev prova a ingannare lo sharita con una suggestione ma senza riuscirci.
 Eh no, dopo tutti i nemici che ho affrontato e tutto quello che ho passato non cadrò certo per mano della prima Tenebra che capita! Gli punto un gomito sul petto e strattono con l’altra mano riuscendo a liberarmi e dando al monaco l’opportunità di colpire. La Tenebra impreca e prova di nuovo ad afferrarmi, ma con una finta e uno spintone lo tengo a distanza per poi infilargli un quadrello nel collo. Stecchito. Ma tu pensa ’sto cretino… Il viso di Drev riprende colore mentre viene a sincerarsi delle mie condizioni. L’unica Tenebra ancora in vita è quella cieca, che non appena si rende conto di essere rimasta sola si suicida. Ci curiamo e poi usciamo dalla caverna: ci sono altri due cadaveri oltre a quello di Damara, devono aver tentato una difesa. Ci orientiamo per tornare verso la cittadina e capire cosa sta succedendo: siamo di fronte a un inferno. Devastazione e distruzione ovunque, cadaveri scempiati… non è rimasto in piedi praticamente nulla. Non riesco a credere a ciò che vedo. Tutto per arrivare a noi, perché ci hanno ospitati… Di sicuro gli shariti si sono serviti di un drago d’ombra, o probabilmente più di uno. Come hanno fatto a sapere che eravamo proprio qui, con le protezioni che abbiamo? Il mago si pone quesiti molto più pratici e immediati: “Come torniamo a casa in mezzo ai draghi d’ombra? Senza contare che il portale per Halarahh sarà inutilizzabile…”

martedì 4 ottobre 2011

78c IMPREVISTI


È stato più semplice del previsto, come rubare le caramelle a un bambino. In cambio di una dose vi ha venduti tutti… La Signora non si sarà nemmeno divertita, troppo facile.

 E tu ti affidi a persone come lui? Sei un’incosciente, è un miracolo che tu sia ancora viva.

 La vostra “eroica” impresa finirà ancora prima di incominciare, Fine della Terra è l’unica parte di Sottosuolo che vedrete. Questa volta si fa a modo mio, il primo ministro ha appoggiato la mia proposta e l’Alto Principe, con grande scorno di molti, ha dato il suo beneplacito. Persino la Signora Oscura, consultata da mio fratello primogenito, si è dimostrata favorevole. Che cosa vogliono di più? Non basta il giudizio della nostra Dea?

  Il mezzo immondo ha parlato, ha parlato un sacco… Dice che sei in grado di “leggere” le emozioni altrui, di farle tue… è da questo che nasce il tuo potere sugli altri? Come è possibile che sia una capacità del genere a renderti così speciale?

Davvero, piccola, sei un mistero per me… Un mistero che non vedo l’ora di sciogliere.

giovedì 29 settembre 2011

78b ADDESTRAMENTO SUL CAMPO

  Va bene, vediamo cosa ci aspetta. Temevo un Lorcan irritante e nervoso, visto che siamo ormai in zona astinenza, invece si sta controllando bene, senza paturnie. Ci inoltriamo per uno stretto cunicolo che dopo poco si apre in una caverna, apparentemente senza uscite. D’accordo, cominciamo a cercare un passaggio tastando per bene le pareti, senza risultati. Il pavimento? Nemmeno… Ma come: prova e riprova, non resta che il soffitto. Ma bisogna arrivarci al soffitto e arrampicarsi non è così semplice né consente di cercare con la dovuta calma. Lorcan finalmente trova l’apertura e ci fissa una corda per salire, ma è necessario usare un volare per arrivarci. Avremo già perso un paio d’ore, e solo per uscire dalla prima caverna! Immagino l’espressione sconsolata di Damara, le sue considerazioni sulle nostre capacità… mi vien male a pensare alle guide che prima di lei han fatto altrettanto. Con un po’ di difficoltà ci issiamo tutti quanti. L’ostacolo successivo è un crepaccio, troppo largo per essere superato con un semplice salto e attraversato da fortissime correnti d’aria. Lorcan riesce a passare coi suoi mezzi, noi sfruttiamo il “volare” ancorandoci con una corda. Nonostante questo, trascinata dal vento picchio una facciata tremenda sul costone prima che gli altri mi tirino in salvo.
  Entriamo in un altro passaggio che dopo pochi minuti di cammino si biforca in tre: uno si apre in un’ampia caverna ricoperta da strane rocce e muschi luminescenti; non emana un buon odore… Il secondo porta a una caverna più piccola in cui ci sono delle sabbie mobili; il terzo è interrotto da un crollo, che sembra insuperabile. Così a naso, tentiamo col primo. Non appena ci inoltriamo nella caverna, molto grande e piuttosto profonda sotto di noi, veniamo subito colti da una violenta nausea e ci sentiamo male. Torniamo indietro. Si tratta di cercare un’uscita a tentoni, ci vorrà tempo… Drev usa la protezione viola già sperimentata da Rowane su Lorcan, che non risentendo degli effetti delle pietre riesce a trovare l’uscita. Il problema è che il mago non ha memorizzato altri incantesimi di quel tipo e anche volando potremmo sentirci male prima di arrivare di là. È Drev a trovare la soluzione: disintegra la porta e poi usciamo grazie a una “porta dimensionale”. Camminiamo per un’altra mezz’ora, finché la strada è sbarrata da una grossa frana. Proviamo a scalarla, ma risulta un’impresa improba. Lorcan impiega tempo, acrobazie e molto sudore per arrivare sopra, noi riusciamo ad arrivare a metà grazie alle corde tese dal bardo, ma se Lee alla fine sale, io e Drev abbiamo bisogno dell’aiuto di due dischi levitanti che ci impediscano di scivolare giù di nuovo ogni volta che perdiamo la presa. Mi sento veramente un’interdetta! Ancora non abbiamo incontrato un solo avversario e Drev ha già usato la metà dei suoi incantesimi… andiamo proprio bene! Siamo sufficientemente abili da evitare una fossa acida nella caverna successiva e poi, purtroppo, dobbiamo infilarci in un cunicolo strettissimo in cui possiamo avanzare solo uno alla volta a carponi. Per fortuna nessuno soffre di claustrofobia… Il cunicolo si rivela lungo, quando ormai si intravede l’uscita sentiamo uno strano odore: un gas invisibile rende complicato respirare e restiamo intossicati. Per fortuna non è niente di serio e una volta sbucati all’aperto recuperiamo velocemente. Ci troviamo su una specie di balconcino di roccia, sotto di noi, in una caverna enorme, si vede la forma massiccia dello scavatombe. Va bene, non si può compenetrare nell’ambiente circostante e ci possiamo ritirare ripercorrendo il cunicolo. –“Ricordatevi che è resistente alla magia, dividiamoci!” Rafforziamo le nostre difese prima che il mostro ci sia addosso e sferri il suo colpo, che coglie Lorcan troppo allo scoperto. Il bardo incassa in malo modo, cade a terra privo di sensi perdendo sangue dal naso. Porca miseria, l’ha quasi ucciso! Drev distoglie l’attenzione dello scavatombe con i suoi incantesimi mentre io raccatto il corpo e curo il bardo. Una pozione, due… Forza, forza! Lui riapre gli occhi, ancora stordito; con voce angosciata mi dice che ha visto Shar: gli ha assicurato che moriremo tutti qui. Gli sorrido per tranquillizzarlo: “E beh? Non è una novità, a me lo dice tutte le volte.” Come mai hai visto proprio Shar in premorte? Tu? È strano… Non si calma, non capisco perché si preoccupi tanto, comunque va subito a dar manforte al mago e a Lee provando a colpire a distanza. Io tento con la “sfortuna”, ma devo lanciarla due volte prima che abbia effetto; poi tengo a distanza lo scavatombe con i "dardi dell’unicorno". Nel frattempo Drev ha trasformato Lee in un gigante, dato che il monaco può contare solo sulle sue abilità fisiche ed è praticamente in corpo a corpo. Il mago continua a creare dei diversivi per facilitare noi nel colpire e quando finalmente il bestione comincia a mostrare segni di cedimento, sentiamo il rumore di un crollo alle nostre spalle: la nostra via di fuga non esiste più. Lorcan mi guarda allarmato, urlo agli altri due di fare attenzione perché gli shariti potrebbero essere qui. Questo timore ci sprona ancora di più, una raffica dei miei dardi dell’unicorno dà finalmente il colpo di grazia al costrutto. Lorcan grida di andarsene il più in fretta possibile mentre vola verso la porta, io mi lancio una protezione dal male prima di raggiungerli in fondo alla grotta.

sabato 24 settembre 2011

78a AUTOCONTROLLO

  Guarda caso, un paio d’ore più tardi Lorcan si aggira davanti al portale per la torre di Drev. Lo recuperiamo, lui chiede quando dobbiamo partire per il Sottosuolo. Non così in fretta, caro… -“Com’è che sei già qui?” Pausa di riflessione. Io ho tutto il tempo del mondo, vedi tu quanto vuoi perderne… -“Aud mi ha bandito da Selunnara”. Ma che strano! Da non credersi! –“E come mai, di grazia?” Altra pausa. –“Si è un filino alterata… perché dice che mi sono ubriacato di fronte a nostro figlio…” Quando ti ho lasciato non eri ubriaco, vuoi dire che in tutta risposta al nostro ‘confronto’ tu hai pensato bene di ubriacarti pure!? AVREI DOVUTO INCHIODARTICI SUL SERIO A QUEL MURO, PER LA CODA!! Riesco a stare calma, con grande sforzo di autocontrollo. –“E come pensi di guadagnarti il perdono di tua moglie?”
… … …
-“Quand’è che partiamo per il Sottosuolo?”
  Partiremo appena ci saremo equipaggiati, ma lui dovrà rispettare rigorosamente le regole che gli imponiamo. Anzitutto sequestriamo tutta la droga ancora in suo possesso, gli spieghiamo come verranno gestite dosi e somministrazione, con buona pace della sua insofferenza all'essere controllato da qualcuno. Del resto, se dimostra di non sapersi gestire da solo bisogna correre ai ripari… Sono sicura che in questo momento mi stia odiando con un certo gusto, ma gli passerà. O almeno spero.
 Il giorno successivo veniamo scortati da un Jordain verso il palazzo dove si trova il portale che collega Halarahh con Fine della Terra. Ad aspettarci di là troviamo Turska, la Speleosa che controlla questo posto, un genasi della terra. Verremo ospitati nell’Ostello del Superno, l’unico attrezzato per accogliere le persone di superficie e dotato di una stanza in cui è stata deviata la luce solare. In più, è stato predisposto un percorso di allenamento studiato per noi, alla fine del quale dovremo affrontare uno scavatombe, indebolito però dal non potersi compenetrare con la roccia. Per oggi prenderemo confidenza con il Sottosuolo, domani affronteremo la prova sotto il controllo di Damara, l’elfa scura che ci farà da guida per il periodo in cui ci fermeremo qui. L’oscurità in effetti non tarda a far sentire i suoi effetti, ne siamo tutti infastiditi. C’è da dire che l’atteggiamento di Lorcan non fa che peggiorare questa sensazione… Vediamo gnomi dell’oscurità ed elementali che si muovono attraverso le rocce, ma non c’è un gran movimento. Non molto distante da qui un altro portale conduce al monastero della Rosa Gialla di e Lee pensa bene di approfittarne per andarsi a confessare e chiedere conforto, visto che i suoi incantesimi continuano ad essere fuori portata. La notte riposiamo, non molto bene per quanto mi riguarda, e il mattino dopo Damara viene a prenderci per scortarci all’inizio del percorso. Se lo scavatombe risultasse troppo forte per noi, potremo ritornare alla stanza precedente e lei ci recupererà.

domenica 18 settembre 2011

77c COME ROVINARSI CON LE PROPRIE MANI...

 
 Il giorno dopo ci ritroviamo dal capo, senza Lorcan. Veniamo informati che a Fine della Terra sono pronti a riceverci, noi lo mettiamo al corrente della situazione del bardo. Zelman resta interdetto, conferma che liberarsi da quella dipendenza è un percorso lungo e difficile: bisogna diminuire le dosi man mano perché un’interruzione improvvisa dell’assunzione causerebbe seri danni fisici. Il problema è che se Lorcan non vuole uscirne, sarà comunque tutto inutile. E a me non è parso per nulla motivato a smettere… speriamo che Aud trovi il modo. A fornirci le dosi penserà il capo, pare che anche qui nella capitale questa droga abbia un buon mercato. Però non potremo perdere di vista il bardo nemmeno un momento… Ma perché ha dovuto infilarci in questo guaio, non ne avevamo già abbastanza?
  Lee è molto agitato, già da prima delle parole di Zelman. Non ne capiamo bene il motivo, tant’è che il capo per sdrammatizzare scherzosamente gli chiede se abbia passato la notte insonne. Il monaco arrossisce violentemente, anzi… un bel bordeaux acceso… Ma stai a vedere che… Drev non perde l’occasione e tira in ballo Lara. Dal bordeaux al viola! Ci scappa da ridere, finché lui riesce finalmente a parlare e imbarazzato ci rivela di non poter usare i suoi incantesimi. COSA??? Dall’alto, gli negano la possibilità di farlo. Il mago lo squadra incredulo: “Mi stai dicendo che Ilmater ti vieta la sua grazia perché hai ceduto alle tentazioni di Lara?” Una nuova ondata di viola: “No… credo che sia per lo spettacolo di ieri…” Drev è basito, immobile, Zelman tamburella con le dita sul tavolo: “Ragazzi, quante altre pensate di combinarne da qui alla partenza per Fine della Terra? Così, giusto per sapere…”
  Una volta tornati alla torre io e il mago discutiamo della situazione: ha senso coinvolgere nella missione un tossico e un monaco senza incantesimi? Se guardiamo all’utilità, di sicuro no, però… Il mago si altera un pochino: “Con tutti i problemi che già abbiamo, possibile che non riescano a starsene tranquilli senza cercarsi altri guai?” È chiaro che Lee deciderà da solo se venire o meno, la cosa che Drev teme di più è quello che potrebbe arrivare a fare Lorcan per ottenere una dose. Però, se siamo noi a fornire dovremmo ridurre i rischi, no? In più è solo una spedizione di allenamento… Il mago non è convinto. Nemmeno a me piace l’idea di portarmi dietro il bardo in queste condizioni, però ho paura che se lo lasciamo qui resterà abbandonato a se stesso, invece venire con noi potrebbe dargli uno scopo per agire, ricordargli perché sta lottando, motivarlo a tornare se stesso. Lasciarlo a casa sarebbe come ammettere che lo diamo per perso… E poi, conoscendo Aud, minimo minimo lo scaraventa giù da Selunnara a calci in c**o se lui si azzarda a risponderle come ha fatto con me! –“Lo vuoi in giro per la torre fuori controllo?” Drev ci pensa su, serio. –“È meglio se viene con noi, ma dovremo fare in modo che la droga sia fuori dalla sua portata”.