mercoledì 29 giugno 2011

65b CIBO PER RAGNI

 Le serve un giorno per attrezzarsi e poi partiamo. Lei è di poche parole, Lorcan invece è in fase “euforica” e sfodera tutto il suo senso dell’umorismo che puntualmente si frantuma sul gelo di Tamil. Li lasciamo fare, uno dei due si stuferà. Penso lui. In effetti è da qualche giorno che il bardo è tutto sfarfallante, alla fine si decide a confessare: diventerà papà per la seconda volta! Cosa? In mezzo a tutto questo casino tu pensi a un altro figlio? Ma congratulazioni! … Ho capito, se sarà incinta o se dovrà badare a un neonato tua moglie non farà storie per andarsene da Selunnara quando e se tornerà nel Faerun; la visione del sotterraneo ti aveva mostrato la sua morte non appena la cittadella avesse varcato il portale, e tu stai prendendo provvedimenti a modo tuo… Spero davvero che vada tutto bene e che tu possa goderti fino in fondo questa gioia.
  Avanzare nella giungla non è uno scherzo, ci atteniamo alla lettera alle indicazioni della nostra guida e, a parte uno sciame d’api inferocite che ci attacca, per i primi due giorni procediamo piuttosto spediti. Alla sera però Drev ha i brividi, deve avere la febbre, speriamo che basti il riposo per rimetterlo in sesto. Preferisco dormire tenendomelo vicino, così se dovesse star male durante la notte me ne accorgerei comunque. Il giorno dopo non sta ancora bene: dobbiamo rallentare e si stanca tremendamente. Quando ci fermiamo per accamparci è sfinito, scotta e respira con l’affanno. Usiamo uno dei nostri cura malattie, non possiamo rischiare che si aggravi. La notte dormo ancora accoccolata a lui nonostante il caldo; il suo respiro rallenta, il cuore si calma e il suo corpo lentamente si rilassa. Il riposo questa volta è ristoratore e alla mattina il mio maghetto è come nuovo. L’inconveniente di giornata è una muffetta biancastra che colpisce me e Drev. Mano magica, unguenti, gratta gratta… non sembra nulla di grave. Speriamo… Lorcan si lagna per il fatto che ne abbiamo sempre una. Si vede che i tiefling non sono un bersaglio gradito, buon per te! Pensa piuttosto a non farti sgamare da Tamil, che non mi sembra tanto ben disposta… Invece il camuffamento regge solo un altro giorno; durante una breve sosta per il pranzo sento le urla della ragazza contro Lorcan. Si è accorta delle ali da pipistrello e non l’ha presa bene. Drev non è presente, mi affretto a intervenire. Ci accusa di averla ingannata, di aver tradito la sua fiducia ed è quasi sul punto di andarsene. No no no! Pensa a Talassar… Cerco di calmarla, spiegandole che il bardo non mostra il suo vero aspetto proprio perché provoca reazioni di questo tipo. Lei insite che avremmo dovuto dirglielo subito; e perché, per essere sicuri che rifiutasse di accompagnarci? Perché si preoccupa tanto? Mezro non si farà trovare se non ne siamo degni, no? Lorcan si difende: “Cosa cambiava se te lo avessi detto in città?” –“Mi sarei informata!” Lui ride, ironico: “ E dove? In biblioteca?” In quella torna Drev dal suo giretto: “Biblioteca? Dove? Eh?” Ci voltiamo tutti e tre a fissarlo, senza parole. Lui, candido, imperterrita: “Chi ha parlato di biblioteca? … Ma che succede?” –“Tamil ha scoperto le alucce di Lorcan!” –“Oh, quello… uff.” Il mago fa un gesto di noncuranza e riprende a sistemarsi lo zaino come se niente fosse. Grazie per l’aiuto! Alla fine la ragazza si convince a proseguire, ma non perde mai di vista il bardo. La giungla si infittisce, in lontananza capita di sentire i passi pesanti di un dinosauro; ormai ci stiamo abituando ai rumori degli animali e della vegetazione, agli insetti, all’umidità, al terreno molliccio, ma più ci addentriamo e più forte è la sensazione di qualcosa di cupo pronto a chiudersi su di noi. Una sensazione che mi è fin troppo familiare. Pure qui? Lo sciamano al tempio aveva parlato di una divinità oscura che grava sulle giungle, una divinità dal nome impronunciabile… La sento, è un’altra forma di Shar.
 A metà pomeriggio giungiamo in un tratto in discesa, dove la vegetazione è meno fitta. Tamil ci avverte di fare attenzione perché il terreno è molto scivoloso, io riesco a stare in piedi ma Drev cade lungo disteso e scivola per alcuni metri senza che riusciamo a fermarlo. Da sotto le foglie si intravede una strana sostanza grigiastra, l’urlo di Tamil “è una trappola!” giunge troppo tardi: un enorme ragno nero si avventa su Drev ed inizia a imbozzolarlo. Ė comparso dal nulla, non era nascosto. Si muove nelle ombre! O ca**o! Se lo porta via rischiamo di non ritrovarlo più! Panico. L’istinto è di gettarsi sulla bestia, ma le urla di Lorcan, di Malik e la vocina della ragione che scolpisce Selunnara tra i miei pensieri mi frenano. Così è un suicidio, però non posso permettergli di sparire. Mi proteggo con i migliori incantesimi che ho mentre cerco di raggiungere il ragno senza cadere, solo per vederlo scomparire con il corpo di Drev. NOOOOOOOO! So che dalle mie labbra non è uscito alcun suono, eppure è come se tutti avessero sentito. Mi lancio giù nel tentativo irrazionale di capire dove possa essere finito il mago, Lorcan mi grida che possiamo provare a localizzarlo con un incantesimo, di fermarmi – non c’è tempo! – ma scivolo in malo modo e mi rialzo giusto in tempo per fronteggiare quell’obbrobrio nero che incombe su di me. Ridammelo, stro**o! Ė normale provare sollievo nel trovarmelo addosso? Almeno non stai banchettando con lui. E poi, non è detto che tu riesca a prendermi… Sento il sibilo delle frecce di Tamil, una zampata mi scaraventa a terra e non riesco a lanciare un incantesimo prima che il ragno mi morda. Il mio corpo si paralizza, il terrore nel sentire la sua tela appiccicosa che mi avvolge resta muto. E devastante. Vengo trascinata via nell’ombra.

domenica 26 giugno 2011

65a UNA GUIDA PER MEZRO

 
 Ci lasciano varcare il portale verso Nyanzaru senza problemi. Purtroppo Lee non è comparso e così dobbiamo affrontare la missione senza di lui. Dall’altra parte ci aspetta un caldo umido, molto più pesante di quello di Halruaa. Siamo su una piccola collinetta, una stradina costeggiata da una vegetazione lussureggiante scende verso la città; tempo dieci minuti e gli abiti sono già appiccicati addosso, mentre insetti di vario tipo ci ronzano attorno. L’afa è insopportabile, sono sudata fradicia senza aver mosso un dito.
  In breve tempo arriviamo nei pressi del porto. Strada facendo, notiamo diverse aree sbarrate e sorvegliate da esseri serpentiformi, dove in alcune grosse gabbie sono rinchiusi degli umani dalla pelle scura e altri esseri di varia natura. Gli schiavisti non perdono d’occhio nemmeno per un istante la loro “merce”, che evidentemente deve essere molto redditizia. Ci viene l’idea di liberare uno di questi ragazzi per farci guidare da lui attraverso la giungla: di sicuro conoscerebbe bene i luoghi e poi sarebbe ben motivato ad aiutarci… Certo potrebbe non sapere nulla di Mezro, ma al suo villaggio ci sarà sicuramente un arcanista ben informato, che però non potrà guidarci di persona fino a là… Visitiamo la zona per studiarne eventuali punti deboli, fingendo di essere interessati agli schiavi. La sorveglianza è molto stretta, riuscire ad organizzare una piccola evasione senza causare un putiferio è praticamente impossibile. Forse potremmo comprare il ragazzo… I nostri discorsi vengono interrotti da uno schiavista che è venuto a imbonirci la sua merce. Si rivolge a Lorcan con fare cospiratore e complice, proponendogli una giovane schiava “da trastullo” molto carina. Il bardo declina l’offerta, tentennando un po’. L’uomo allora si dedica a me: ha un ottimo eunuco che sarebbe perfetto al mio servizio. ??? No, non ho bisogno di un servitore eunuco… Lui non si perde d’animo e con linguaggio forbito offre a Drev un ragazzino, per le sue esigenze. Il mago lo guarda interdetto e si affretta a rifiutare. Ehm…
  Forse è meglio se ragioniamo con calma sul nostro piano, cerchiamo una locanda dove sistemarci e magari vediamo che guida riusciamo a trovare, poi decideremo il da farsi. Però mi scappa da ridere: “Ma Drev, non capisco… Eravamo assieme e a me ha proposto l’eunuco, mentre a te il ragazzino? Per farci che?” Lorcan ci si tuffa a peso morto: lo schiavista ha capito subito chi era l’uomo vero! Invece non l’ha nemmeno sfiorato il pensiero che tu, mago, potessi stare con una come Jamila! Bella fama che avete voi halruiani… Abbiamo i nostri 10 minuti di svago mentre ci aggiriamo per la cittadina. Passiamo davanti al tempio di Ubtao ed entriamo. C’è poca gente, tra cui un giovane sciamano in preghiera. Aspettiamo che finisca e poi parliamo con lui, che spiega che Mezro è un luogo particolare a cui non  tutti possono accedere, la sua ricerca nella foresta è anche una sorta di viaggio spirituale e se non sei degno non arriverai mai alla meta. Pericoli concreti a parte. Noi non verremo respinti, puoi starne certo.
  Scegliamo una locanda e prenotiamo le stanze, non vedo l’ora di rinfrescarmi. Drev mi cede il primo turno in bagno, dicendo che approfitterà dell’attesa per fare un giro nella zona del porto. Non è che impiego un’ora a lavarmi, dove vuoi andare in 10 minuti? Lo richiamo: farò in fretta, e poi avrò bisogno di qualcuno che mi lavi la schiena… Fa un dietrofront immediato chiudendosi ben bene la porta alle spalle.
  Più tardi parliamo con l’oste per sapere dove ingaggiare delle guide in gamba. Ci indica tre nomi: il primo è un guerriero sopra la trentina, è molto richiesto perché organizza anche safari, battute di caccia e via dicendo e riporta sempre indietro più o meno incolumi i propri gruppi. La seconda è una donna, una ragazza del luogo che però ha un caratteraccio e soprattutto si rifiuta di guidare safari. Questa già mi piace di più… Il terzo assomiglia al primo, ma con meno esperienza. Usciamo di nuovo, ci rechiamo nell’unica altra locanda degna di nota per raccogliere informazioni. Anche lì ci vengono suggerite le stesse guide, per cui la nostra prima scelta cade sulla ragazza, Tamil. La troviamo in quella stessa locanda la sera, impegnata in una gara a chi beve di più con un tipo grande e grosso, mentre attorno si scatenano il tifo e le puntate. Lorcan, trattieniti! La ragazza è uno scricciolino, molto più minuta di me, con la pelle scura e i capelli ricci dei locali. Tracanna un bicchiere dopo l’altro con grande disinvoltura, finché l’omaccione crolla sul tavolo in un tripudio di urla, disappunto ed esultanze sguaiate. Finita la confusione chiediamo di poterle parlare, lei intasca i soldi delle scommesse e poi si alza un po’ barcollante facendo cenno di seguirla. In una stanzina riservata le proponiamo il lavoro. Ė scontrosa e diffidente, quando sente di Mezro ci squadra e ride. Mi scende un brivido lungo la schiena: tutti quelli che l’hanno fatto prima di lei non sono sopravvissuti. Il suo atteggiamento cambia al nome di Talassar: lo conosce, è stata lei ad accompagnarlo la prima volta. Ottimo! E come mai ci preoccupiamo tanto di salvarlo? Perché ci servono delle informazioni che solo lui è in grado di darci. Si convince e accetta di farci da guida, ma impone delle regole che dobbiamo tassativamente rispettare, riassumibili in: si fa quello che dice lei e senza discutere, perché senza di lei siamo morti; non si cacciano dinosauri e non si importunano i locali - è per questo che l’abbiamo scelta -; nessuno si deve azzardare a mancarle di rispetto, e fulmina con lo sguardo Lorcan e Drev, che si affretta ad alzare le mani farfugliando: “Io sto con lei!” Sì, tesoro, non è che questo ti renda automaticamente innocuo…
  Nella stretta di mano che sancisce l’accordo cerco di “leggere” Tamil: vedo distintamente il volto del mezzelfo, attorno a cui danza un piccolo tumulto di emozioni… Ė un po’ innamorata di lui, si impegnerà allo spasimo per portarci alla meta!

lunedì 20 giugno 2011

64 PARTENZA PER LE GIUNGLE

 Tutti i progetti di Drev vengono smontati dalla lettera di Zelman che ci convoca alla taverna astrale per cena, la sera stessa. Visto il poco preavviso, ci saranno novità “urgenti” e quindi una missione in vista. Perlomeno sarai preso dall’azione e la smetterai di rimuginare sugli ultimi avvenimenti…
  Il capo ci aspetta nella solita saletta. Ci accoglie in modo ironico, dicendo, con un sorrisino divertito, che mentre noi ce la spassavamo alle feste lui ha lavorato sodo portando avanti le ricerche sulla Tomba e scoprendo cose interessanti.
 Circa 5 anni fa, una compagnia di avventurieri che si faceva chiamare “Il drago di topazio” si è avventurata nel sottosuolo seguendo una mappa che avrebbe dovuto portare alla tomba degli scavatombe. La loro ricerca però si è infranta su un drago d’ombra: dallo scontro con questa creatura è sopravvissuto solo un ranger, un mezz’elfo, che sarebbe la persona più informata sulla nostra meta, anche se non è riuscito ad arrivarci. La morte dei compagni, tra cui c’era anche la donna che amava, l’avrebbe però segnato a tal punto da fargli decidere di abbandonare per sempre l’impresa e il Nord, nel tentativo di ricostruirsi una vita altrove. Ha fatto perdere le proprie tracce, tanto da far credere che fosse morto. Le ricerche e le divinazioni di Zelman però hanno rivelato che è ancora vivo: una volta guarito dalle ferite riportate nello scontro con il drago, pare si sia dedicato a trovare la mitica città di Mezro. Mezro… mi pare di averla già sentita… “I famigli dei maghi ne “parlano” spesso, alcuni dei loro padroni sarebbero molto interessati ai segreti magici che questo posto sembra proteggere”. Zelman prosegue: in questa città, che si è nascosta al resto del mondo per lungo tempo, andavano a studiare tutti gli arcanisti delle tribù delle giungle del Chult. Non se ne sono più avute notizie per secoli, ma da 3 o 4 anni, cioè qualche mese dopo la partenza del ranger, sono comparsi dei viaggiatori che dichiarano di venire da Mezro e che vorrebbero stabilire accordi commerciali con altre nazioni. Halruaa, data la sua politica isolazionista, non ha avuto molti contatti con queste persone, che effettivamente vendono merce e prodotti delle giungle, per cui non è chiaro se questa apertura di Mezro verso l’esterno sia attribuibile o no alla presenza e all’opera del mezz’elfo in città. È quasi certo però che il ranger, di nome Talassar, sia effettivamente lì: sarebbe il caso di rintracciarlo per poter parlare con lui. E bisogna farlo in fretta, perché le divinazioni di Zelman hanno rivelato che il mezz’elfo sarebbe in pericolo di vita. Però è impossibile teletrasportarci in città, visto che nessuno ne conosce l’ubicazione. E quindi? Ci vorrà un sacco di tempo se dobbiamo cercarla in mezzo alle giungle sterminate! Il massimo che il capo può fare è mandarci alla città costiera di Nyanzaru, tramite un portale usato per il poco commercio stabile tra Halruaa e il Chult. Da lì, dovremo inoltrarci nelle giungle e trovare la strada da noi, con l’aiuto di una buona guida. Le altre informazioni che ci vengono date sono che la popolazione è divisa in tribù che abitano in villaggi separati e distanti tra loro; che il culto più diffuso è quello di Ubtao, una divinità buona a cui Mezro è consacrata e che ha come animali sacri i grandi dinosauri erbivori che vivono in quelle zone; che vi sono numerosissime sette segrete di vario tipo, la più radicata delle quali sembra essere guidata da esseri con i tratti da rettile che schiavizzano gli umani locali.
  Bene, il tempo necessario per organizzarsi e informarsi meglio e poi si parte. Dobbiamo riuscire a salvare Talassar. Mentre torniamo alla torre Drev si ricorda che alcuni dei libri di botanica del vecchio proprietario riguardavano proprio le giungle del Chult, così diamo un’occhiata: uno di essi è dedicato quasi per intero all’Hulu-Talong, una grande e antica creatura carnivora di cui non si capisce bene la natura e che infesta quelle zone. Non si sa se sia un animale, un vegetale o cos’altro… Com’è possibile che non si riesca a distinguere una cosa del genere? Pare che il suo arrivo sia preceduto da un suono strano e primordiale che terrorizza chi lo ascolta. A dispetto del suo nome, la descrizione dell’essere è particolarmente disgustosa anche se piuttosto vaga, visto lo scarso numero di sopravvissuti al suo incontro. Si parla di tentacoli rossi, della capacità di mimetizzarsi alla perfezione nell’ambiente circostante e di utilizzare i cadaveri delle precedenti vittime come “burattini” per attirare tra le sue sgrinfie con false richieste d’aiuto altri malcapitati. Alcuni maghi si sono coalizzati tra loro per distruggere questa creatura, ma senza riuscirci: pare che anche da “morta”, in realtà sia in grado di rigenerarsi in qualche modo.  Andiamo bene!
  Non sono certo notizie rassicuranti, speriamo di evitare almeno quest’incontro!
  Ci dormiamo sopra. Non proprio serenamente, per quanto mi riguarda…
  Il giorno dopo Drev si occupa del rifornimento, Lorcan cerca di recuperare mappe del luogo e io vado in biblioteca. Dove trovo tutta la storia di Mezro, che però non riserva informazioni fondamentali. Ubtao creò la città circa 4.000 anni fa, poi se ne andò, stufo delle richieste degli umani, e la città venne attaccata da una creatura d’ombra (d’ombra? Sta a vedere che anche qui c’è lo zampino della nostra amica…) che la devastò anche se alla fine venne sconfitta. Poi la città “sparì”, per secoli nessuno ne ha avuto notizia, fino a pochi anni fa. Gli umani vivono in piccoli villaggi che si spostano di anno in anno e il metallo è molto raro. Ogni clan ha un suo arcanista che viene istruito a Mezro e vi sono anche molte popolazioni non umane.
  È chiaro che senza un’ottima guida sarà complicato, non sappiamo come muoverci in un ambiente del genere e dobbiamo agire cauti in loco per trovare una persona affidabile. Il fatto che non ci sia Lee costituisce un ulteriore problema, e mica da poco.
  Purtroppo Lorcan non ha trovato nessuna mappa: quella regione è terra incognita, ad eccezione di pochi insediamenti sulle coste, come Nyanzaru. Il capo mette a nostra disposizione oli e pozioni, soprattutto curative, e in pochissimi giorni siamo pronti alla partenza.

venerdì 17 giugno 2011

63d GELOSIA

  La settimana successiva trascorre tranquilla. Io partecipo a un paio di feste per insinuare, pur con discrezione, “il seme del dubbio” ogni qualvolta salti fuori l’argomento stregoneria. Mi rendo conto di essere diventata un personaggio in vista, sia per effetto del diploma, sia perché mio padre ha guadagnato parecchia considerazione grazie al fatto che il governo ha affidato a lui l’apertura dei commerci con Landis. Inutile dire con quanto entusiasmo si sia gettato nell’impresa… Stava già progettando grandi cose per il viaggio di nozze di Yerodin, visto il lauto guadagno che si prospetta. Più che altro, mi accorgo di essere una sorta di modello di “stile”: a ogni festa trovo qualche ragazza vestita in maniera molto simile a me nella festa precedente. Il che ha anche i suoi lati positivi nel limitare la truzzaggine diffusa, ma mi imbarazza un po’. E poi c’è il problema Karolus, perché adesso sta diventando un problema. Ė da diverso tempo che ha messo gli occhi su di me e da quando Drevlin non mi accompagna è diventato ancora più insistente. Si è preso una cotta solenne e mi tartassa senza tregua. Purtroppo è una persona arrogante e pure il figlio di uno degli isolazionisti più convinti e potenti. Vedi un po’, la sfiga… Durante l’ultima festa raggiungo il limite della sopportazione, così provo a scrollarmelo di dosso a muso duro. Ho persino la tentazione di urlargli in faccia che uso la stregoneria, ma riesco a trattenermi. Mentre cerco di intimidirlo lui mi fissa con quello sguardo un po’ ebete e adorante che mi fa smarrire per un attimo la stizza e la rabbia, con il risultato che di fronte alla mia sfuriata lui risponde candidamente: “Jamila, sei ancora più bella quando ti arrabbi!”
  La situazione peggiora quando Drev lo sorprende sotto casa mia a farmi la posta. Pare che si siano pesantemente insultati, anche se non credo siano arrivati alle mani. Il mago è reticente in merito. Non capisco, nonostante tutto è ancora geloso. So che è un periodo complicato per lui: prima il rapimento della sorella, poi le questioni politiche, il duello… Vede messa in forse quella sicurezza che pensava finalmente di aver raggiunto. Ma questo non dovrebbe riguardare la fiducia che ha in me. Provo a parlargliene: lui col muso lungo si limita a risposte evasive… E no, è ora di finirla! La sua gelosia sottintende che io sia pronta a farlo cornuto alla prima occasione, e non è così. Sa perché partecipo alla vita mondana ed é inevitabile che attiri le attenzioni di qualcun altro, ma non per questo lui deve prendere a insulti tutti quelli che mi avvicinano. Non ha importanza quello che fanno o vorrebbero gli altri, perché io sono innamorata di LUI e il discorso è chiuso lì.  –“Al massimo sono loro che devono rosicare, non tu!” Quest’ultima affermazione gli strappa finalmente un sorriso, mi abbraccia un po’ più rilassato. 
 Dopo qualche minuto di silenzio mi ripropone di andarcene al Nord. Di nuovo… Ma mi hai ascoltato?

domenica 12 giugno 2011

63c DOPO LA SCONFITTA


 La mattina successiva i genitori di Drev tornano ad Halruarim e Lee, per la gioia di Lara, parte per la sua missione teologica. In compenso alla torre arriva Lorcan, tutto gongolante. Il suo finanziatore ha creduto che Drevlin abbia perso grazie a lui e non solo gli ha sganciato tutta la somma pattuita, ma ci ha aggiunto pure un bel diamante! –“Mago, ma non sei contento?” Il mago dev’essere un po’ depresso perché si limita a rispondere con una smorfia.
  In effetti cominciano a girare pettegolezzi e insinuazioni di diverso tipo sul conto di Drev, che dopo la sconfitta viene evitato e ignorato dalla società bene che prima lo invitava di qua e di là.
  Passiamo gran parte del tempo alla torre, lui mi propone addirittura di andarcene al nord, a Silverymoon, per un po’: nelle loro biblioteche è più facile trovare informazioni sul sottosuolo e sugli scavatombe. Non che l’idea di Silverymoon mi dispiaccia, però non deve prendersela così tanto: ben presto le chiacchiere troveranno altri argomenti su cui scatenarsi e tutto tornerà più o meno alla normalità. Lui in realtà teme qualche “vendetta” in cui anch’io potrei restare coinvolta, ma credo si preoccupi troppo perché in fin dei conti è pur sempre un Anziano e agire contro di lui vuol dire mettere di mezzo le alte sfere e non conviene a nessuno. Però lo vedo sempre un po’ cupo, se andarcene al Nord lo farà sentire più tranquillo ben venga. Forse non gradisce molto nemmeno il fatto che io resti comunque ospite gradita alle feste, che tra l’altro spesso diserto.
  La cosa più sorprendente è che a una decina di giorni dal duello riceviamo un altro invito a cena, nel quale sono compresi anche Lorcan e famiglia, da Doroteo. Questa volta Lara non c’entra, dopo la conversazione di rito arriva alla questione: dice di non essere dispiaciuto dell’esito del duello. Drev si lascia scappare un “Perché tanto la faccia ce l’ho messa io…”, ma l’altro non raccoglie e continua. Vladimir ha dimostrato che la stregoneria può essere potente ma non necessariamente pericolosa, e questo potrebbe finalmente far capire a tutti che un’alleanza con le altre potenze magiche per limitare il crescente potere dei Maghi Rossi è doverosa. Gli isolazionisti continuano ad opporsi a quest’opportunità, sostenendo che tutti i possibili alleati usano anche la stregoneria e quindi sono pericolosi e inaffidabili. È necessario perciò lavorare sui pregiudizi locali per far sì che la gente sia propensa ad un’apertura verso queste forme di collaborazione. Noi gli sembriamo di vedute più ampie della media, crede che potremmo essere degli ottimi “ambasciatori” per questa causa. Sì, certo. Vorrei vedere la tua faccia se ora ti dicessi che oltre ad essere una strega uso pure la trama d’ombra… tutti i tuoi bei discorsi sui pregiudizi si vaporizzerebbero in un istante. La cosa gli sta particolarmente a cuore, ne parla con una partecipazione troppo profonda per limitarsi ad essere una questione politica. Credo che sotto ci sia qualcosa di personale, chissà, magari qualcosa che riguardava sua moglie… Il figlio di Lorcan e quello di Doroteo vanno d’accordo e giocano assieme. Solo che Lintel ogni tanto si lancia in racconti un po’ troppo veritieri sul suo passato, suscitando occhiatacce e alzate di sopracciglia da parte dei suoi. All’esclamazione “Ma lo sai che io una volta sono morto?” Lorcan gli molla un sonoro ceffone sul collo intimandogli di smetterla di sparare scemate. Ma poverino... La serata si conclude in un clima cordiale e rilassato, anche se Drev resta taciturno.

domenica 5 giugno 2011

63b DUELLO MAGICO

  Sono preoccupata per il mago: è teso per l’incontro e qualunque sia l’esito una parte degli Anziani non sarà comunque soddisfatta. Non posso neanche stargli vicina come vorrei, sia perché la sua famiglia è ancora qui, sia perché è occupatissimo a studiare le strategie migliori da usare contro l’avversario. La sua pipa sta facendo gli straordinari! La scelta del re lo ha messo in una situazione difficile, eppure ho sempre pensato che il sovrano ci avesse in simpatia perché siamo alle dipendenze di Zelman; e non capisco il motivo della sua decisione, visto che per la natura dei nostri incarichi non è certo una buona cosa esporsi così. Però Zelman non è arrabbiato, ci dev’essere qualche ragione che non ho considerato.   
  Visto che non posso fare molto altro, vado a scambiare due parole con Vladimir. Lui mi accoglie un po’ incuriosito e un po’ diffidente. Provo a sondare il terreno, se proprio non si può evitare questo duello magico… Lui insinua che se Drevlin ha così paura di perdere si può ritirare. Non è quello… Parte subito in quarta con il discorso della stregoneria e via dicendo. Spiego che non tutti sono così ostili verso la magia innata, che potrebbero esserci modi migliori per porre la questione. Quando tutto infervorato proclama che chiunque viva qui e abbia poteri da stregone deve rifiutarsi di nascondersi e vergognarsi di non mostrare a tutti le proprie doti, capisco che è inutile discutere oltre e me ne vado. Speriamo in bene.
  Il giorno prima dello scontro compare di nuovo Lorcan, dicendo che ha avuto parte della somma promessagli per il suo sabotaggio. Con sommo dispiacere del bardo, Drev dichiara che farà di tutto per vincere. Non avevo dubbi. Mi fermo qualche ora da lui per dargli sostegno morale e torno a casa verso sera, dopo avergli augurato buona fortuna. Domani non ho speranze di vederlo fino a duello concluso. Non è che riesca a dormire molto bene, immagino lui!
 Arrivo all’arena con un certo anticipo, c’è già moltissima gente che si affolla per trovare un posto con una buona visuale. L’evento ha avuto grande richiamo, ci sono tappeti e altri oggetti volanti non ben identificati che svolazzano ovunque e fungono da palchetti privilegiati per i personaggi più importanti. È un mormorio unico. Cala il silenzio solo quando il cronista prende la parola per presentare i due sfidanti e ricordare le regole della sfida. Sento il cuore martellarmi nelle orecchie. Ai due contendenti viene concesso qualche secondo per preparasi: entrambi si circondano delle immagini speculari, mi pare che Drev si sia protetto anche con uno scudo.
 È proprio Drev ad agire per primo: lancia un incantesimo di “unto”, che Vladimir non riesce ad annullare. Poi usa una telecinesi (sta tentando di spingere l’avversario fuori dal campo…), che fa sparire tutte le immagini di Vladimir ma senza muovere lui; lo stregone risponde con un "cono di gelo" -Ahia!- che va a segno. Il mago prova con una “sfortuna”, ma anche le sue immagini vengono distrutte dai dardi incantati dell’avversario. Drev riprova con un raggio di vertigine, ma l’altro risponde con un blocca persona che lo immobilizza. Chiudo gli occhi. Ha perso. Il successivo cono di gelo abbatte il mago, tra le esclamazioni sconcertate del pubblico. Vladimir si gode la vittoria lanciando occhiate di sfida sugli spalti. Però, sportivamente, va a stringere la mano all'avversario. Lorcan mi dà una pacca sulla spalla: “Vai a consolare il tuo uomo, che io penso a intascarmi qualche spicciolo…”
 Facendomi largo tra le persone che ormai cominciano ad abbandonare l’arena raggiungo Drevlin. Sta ancora parlando con lo stergone, così ce ne andiamo tutti e tre a bere qualcosa in un posto tranquillo. Lasciamo capire a Vladimir che non ci dispiace aver eventualmente contribuito alla causa della magia innata, sempre che questo sia servito. È di altre conseguenze che ci preoccupiamo, ma a te di certo non importa… L’uomo del nord non è antipatico, sta meno sulle sue rispetto al nostro ultimo colloquio; chiacchieriamo a lungo, poi prima di andarcene gli chiedo di salutarmi Lamadicorno. Magari ti spiegherà un paio di cosette… Si stupisce di questa richiesta, ma non commenta.
 Il mio maghetto invece è mogio mogio, ferito nel suo orgoglio. Beh, il suo avversario conosceva incantesimi più potenti dei suoi… -“Se non si fosse difeso con le immagini speculari avrei comunque vinto io, dannazione!” Cerco di consolarlo. Credo che il sovrano sapesse che Valdimir era più forte di lui, e credo che abbia scelto lui proprio perché sapeva delle sue capacità da stregone. Forse vuole dare una svolta alla politica di Halruaa, forse ha visto questa occasione come un ottimo pretesto per porre il “problema” all’attenzione di tutti. –“Sì, certo: tanto sono io quello che ci va di mezzo!”
  Penso gli ci vorrà qualche giorno per smaltire la delusione.

mercoledì 1 giugno 2011

ORCHI NONMORTI (Mystara)

Il punto di vista è quello di Kayleigh

 Non so quanto impieghino a farmi rinvenire. C’è una puzza terribile di piume bruciate, chissà cos’hanno combinato. Ho freddo, un freddo tremendo. Kelsia sta cercando di medicare un segno bluastro lungo il mio braccio, gridando con Oz perché non è venuto ad aiutarla. Lui protesta che stava cercando di capire cosa originasse l’illusione, per fermarla. Si trattava di un’orda fantasma, un residuo psichico di un esercito sconfitto che resta legato al campo di battaglia. Riesce a infliggere dei danni, anche se non letali. Probabilmente molti dei morti sono sepolti qui. La ragazza mi chiede scusa, gli occhi traboccanti senso colpa; non pensava che stessi subendo veramente delle ferite, voleva solo aiutarmi. Non la guardo e non le parlo, mi stringo nel mantello per scaldarmi un po’. Lei è molto agitata, se la prende ancora con Oz. È che non ha idea di cosa si provi in QUEI momenti, quando il tuo corpo non ti risponde, quando non sei più padrona di te stessa. È umiliante.
  Bevo una delle pozioni che ci ha dato il coboldo. Sento il calore tornare, l’energia pervadermi. In pochi attimi torno come nuova. Però! Anche gli orchi sono entrati nel cimitero, avranno avuto qualche problema pure loro, no? Osservo le orme lì in giro: sì, direi che qui del tempo ne hanno perso. Torniamo all’inseguimento, la pista sembra sempre più fresca: continuiamo a guadagnare terreno. Ci ritroviamo ai piedi di un’antica scalinata di pietra in rovina, ormai quasi interamente ricoperta dalla vegetazione. Saliti i gradini ci sono i resti di un’antica pavimentazione, il basamento di una statua ed un blocco di pietra rovesciato, forse un altare. Nel centro, da una botola aperta scende una scala a chiocciola. Ora sì procediamo con cautela. Kelsia apre la fila perché è la più esperta a scovare trappole. Beh, la prima l’avrebbe vista chiunque: è già stata attivata. Una fossa profonda e cosparsa di spuntoni acuminati occupa quasi tutto il pavimento della stanza in fondo alle scale. Scivoliamo lateralmente schiena al muro sugli stretti passaggi rasenti le pareti. E non cadiamo. Eh, siamo l’agilità fatta a persona… ma lì dentro non c’è nemmeno il corpo di un orco. Ci inoltriamo in un corridoio stretto, io chiudo la fila. Nella stanza che si apre di fronte a noi intravediamo dei movimenti. Sembrano… orchi. Anzi, cadaveri di orchi che impugnano le armi… Zombies, o qualcosa di simile. Bleah, che schifo! Kelsia entra brandendo la sua lama elfica, Oz usa i suoi raggi e si infila dalla parte opposta, io non riesco nemmeno a raggiungere la stanza perché uno di quei cosi mi viene addosso. Il primo colpo è mio, ma lo prendo di striscio. Poi purtroppo è il suo turno. Azz… Ma da quando quattro ossa non morte pestano così duro? Ti piace il gioco pesante, eh? Eccoti servito! Questa l’hai sentita di sicuro. Io lo sto demolendo, ma lui non demorde e fa male davvero. Questa volta non correrò rischi inutili, arretro fino alla botola mentre sento grida e colpi provenire da dentro la stanza. Impugno l’arco e lo finisco con una frecciata. M***a! Perdo troppo sangue. Corro nella stanza, Oz sta tenendo in ballo uno zombie ma è in difficoltà, Kelsia crolla al suolo priva di sensi. No no no! Mi sbarazzo dell’orco malconcio sulla ragazza e poi spedisco Oz a curarla mentre stendo a frecciate anche l’ultimo. Anche lui era messo male. Allora? Oz è tutto concentrato sulle condizioni della principessa, io cerco di aiutarlo, ma non ci capisco nulla. Riesce a farle bere una pozione, le sue ferite migliorano, ma lei stenta a riprendere conoscenza. Ce ne vuole un’altra, l’ultima. L’ULTIMA! Io e Oz ci fissiamo in maniera eloquente. Entrambi siamo coperti di sangue, lividi e tagli e lei non è certo messa meglio.