giovedì 12 gennaio 2012

89 FRUSTRAZIONE

 
 La sensazione di smarrimento dura più tempo del solito, finché mi ritrovo in una piazza lastricata di pietra sotto un cielo stellato illuminato da una luna opprimente. La serva del primo ministro mi lascia andare, il suo volto è euforico; intorno a noi si crea una certa agitazione. Alcune persone con gli occhi dorati e i capelli scuri ci fissano stupiti, qualcuno corre via. Mi somigliano… com’è possibile? Dove sono? Il dolore alla testa mi assale lancinante. La ragazza mi sorride: “Bentornata”. Bentornata che! Traditrice!  –“Ma dove mi hai portata? Si può sapere chi sei?” Inizio a vedere doppio e sfocato, il male peggiora rapidamente. –“Voglio sapere cosa sta succedendo!” Qualcuno cerca di sorreggermi mentre mi accascio a terra, le voci si fanno indistinte e sempre più fievoli mentre il buio cala nella mia mente.
 
 Riapro gli occhi in una stanza che non riconosco. Ho ancora un gran mal di testa che mi impedisce di pensare con chiarezza. Intorno a me ci sono quattro o cinque persone, mentre mi metto seduta vedo che una di loro è Drevlin. Ha gli occhi segnati e stanchi, mi osserva ansioso, stranito. Io sento la collera salirmi al viso. Possibile che ancora non si sia arreso? Come ha potuto arrivare a tanto? –“Pensavo che ormai te ne fossi fatto una ragione, che ti fossi messo il cuore in pace! E invece ti abbassi fino a questo punto…” Credo che si accorga del disprezzo nel mio sguardo e nella mia voce perché istintivamente fa un passo indietro, senza dire una parola. Le altre persone intorno a me iniziano a parlottare tra loro sussurrando. Insisto col mago: “Dimmi che succede! Non hai nessun diritto di trattenermi qui contro la mia volontà, voglio tornare da mio marito”. Ormai sto gridando, mi alzo dal giaciglio avviandomi verso l’uscita della stanza, gli altri si allontanano un poco da me per non intralciarmi. Ma che fanno? –“Hai capito? Voglio tornare da mio marito!” Ancora nessuna reazione, mi sento presa in giro e non riesco più a trattenere la rabbia. Istintivamente evoco un incantesimo, ma con orrore mi accorgo che la magia non risponde. Il cerchio alla testa peggiora, sono consapevole di essere inerme nelle mani di questo folle… Lo guardo con tutto l’odio di cui sono capace: “Sei un vigliacco! Mi hai confinata qui perché sai che non posso nemmeno difendermi!” Lui non ribatte, come sotto shock. –“Non credere che ti basterà per averla vinta…” Cado carponi prima di finire la frase, la testa mi scoppia. Qualcuno sta per avvicinarsi, ma desiste immediatamente fulminato dal mio sguardo. Sono in balia della frustrazione e dell’impotenza. Come posso tentare di andarmene senza magia? Il dolore soverchia il resto, sto per svenire di nuovo...

 Vattick mi troverà e verrà a prendermi. E quando succederà, non vorrei essere al tuo posto, mago…


sabato 7 gennaio 2012

88b PORTATA VIA

 
 Ci incamminiamo verso il tempio principale di Shar, dove si sta già radunando una gran numero di shadovar e di schiavi, rigorosamente in settori separati. Vattick si è preoccupato di prepararmi a ciò che ci aspetta: dice che la mia sensibilità potrebbe essere urtata da alcune delle pratiche di queste celebrazioni. Occupiamo i posti riservati a noi, poco sotto quelli del primo ministro. Mattick per fortuna non è nei paraggi. I mormorii cessano del tutto all’entrata dell’alto chierico e iniziano i riti. Man mano che si levano le invocazioni alla Dea Oscura è come se il tempio si saturasse della sua presenza. Saranno gli incensi, o l’affollamento, o la potenza della presenza sovrannaturale, ma quasi mi manca il respiro. Le celebrazioni proseguono poi con il sacrificio degli infedeli e degli indegni. Hanno scelto i serpenti velenosi… Prima i fuggiaschi ricatturati; poi la guardia rea di essersi allontanata dal suo posto favorendo la fuga; infine la famiglia della Tenebra coinvolta, compreso il figlioletto di due anni, l’ultimo ad essere ucciso. È uno strazio, il suo terrore è una sferzata gelida. La mano di Vattick si stringe sul mio braccio, percepisco nettamente il suo disagio e l’apprensione. Mi sento rivoltare dentro ma il mio viso resta impassibile.
  Terminati i sacrifici, è il momento dei calici: tutti i presenti devono bere una sostanza simile al sangue, che decreterà la morte per i falsi seguaci di Shar e che sarà invece un tonico per i suoi fedeli. Vattick senza dare nell’occhio mi sussurra di non bere, di fare solo finta. Sono un po’ sorpresa, ma non dico nulla. Vedo che i calici destinati al primo ministro e al suo seguito vengono “purificati” dal suo chierico di fiducia. Si vede che cercano di farsi le scarpe anche in queste occasioni… Al momento di bere Vattick finge di inciampare rovesciando quasi interamente il contenuto dei nostri bicchieri; nessuno sembra aver notato la cosa, o comunque non ci ha dato peso. Qualcuno tra la folla nei gradoni più bassi cade in preda agli spasmi e alle convulsioni, sotto gli strali e le dure parole dell’alto chierico.  
  A questo punto terminano le celebrazioni e si dà avvio ai festeggiamenti che si tengono nell’ampio locale ovale che si trova sopra al tempio. Nel salire le scale che portano al piano superiore mi ritrovo per qualche attimo sola con mio marito. Non riesco a trattenermi, gli sibilo tra i denti se è a questo che servono i figli, a rendersi ricattabili… Lui si blocca di colpo, come pietrificato, nemmeno respira. Mi fissa attonito, poi di scatto allunga un braccio e mi stringe al suo petto, non so se per impedirmi di parlare ancora o se è un gesto protettivo. Ma si sentono già diversi passi alle nostre spalle e recuperando il controllo proseguiamo verso la sala della festa.
  Tutti i presenti sembrano piuttosto guardinghi. Il primo ministro ci saluta, accompagnato dalla bella schiava che ha comprato di recente. Mentre chiacchieriamo, la ragazza con molta discrezione mi fa notare che il mio vestito è macchiato. Ha ragione, dev’essere successo quando abbiamo rovesciato i calici. Lei si offre di aiutarmi a pulire il guaio, avviso Vattick che mi reco con lei nel bagno delle donne per smacchiare l’abito. Veniamo scortate da una guardia di mio marito e da una del ministro, sotto i loro occhi vigili. Una volta in bagno, mentre la sto ringraziando, la ragazza all’improvviso mi abbraccia stretta cogliendomi di sorpresa; tutto intorno a me trema per un attimo, poi una familiare sensazione allo stomaco…

Mi sta teletrasportando via!

mercoledì 4 gennaio 2012

88a EVASIONE

 
 Mi sveglio di soprassalto per i colpi insistenti alla porta e il conseguente trambusto in casa. Vania viene a chiamarci allarmata, mio marito si precipita a vedere che succede. Mi infilo la vestaglia e lo seguo: all’ingresso c’è il nostro ranger con il volto scuro. Ci comunica che i traditori destinati al sacrificio sono scappati dalle prigioni e tutta la città è in subbuglio. Circolano voci strane: si dice addirittura che i fuggitivi siano stati aiutati da un ufficiale della guardia cittadina, una Tenebra, anche se la notizia è ancora da verificare. Ma come è possibile che i detenuti siano scappati! Paranoici come sono qui con la sorveglianza… Il ranger è contrariato soprattutto dal fatto che l’alto sacerdote non rinuncerà alle sue vittime sacrificali e finirà col sostituirle con i primi che gli daranno un pretesto, in maniera indiscriminata. Le conseguenze saranno di causare divisioni e vendette trasversali che, per quanto magari apprezzate da Shar, in questo momento non sono un bene per Shade… Vattick è d’accordo, rimpiazzare i sacrifici con persone “a caso” è una sciocchezza e per di più finirebbe col minare il morale della popolazione. Di sicuro, una delle guardie che era di turno alle prigioni verrà interrogata e poi destinata come vittima per l’indomani. Il lupo crudele del ranger annusa dappertutto, nervoso e ringhiante. Mio marito sogghigna amaro all’indirizzo del suo sottoposto: “Suppongo di non essere stato invitato a partecipare alle ricerche dei fuggiaschi...” L’altro annuisce lentamente, poi viene congedato con l’ordine di tenerci informati sugli sviluppi della situazione. Meno male che non mi sono fatta aprire la cella della donna! Mattick mi avrebbe spellata viva! Vattick è pensieroso, più del dovuto. –“Guarda che nemmeno tuo fratello può dirci niente! Oggi sono andate centinaia di persone alle prigioni e mentre c’ero io non è successo nulla di strano; in più, durante il fattaccio dormivamo tranquilli piantonati da decine di guardie, comprese le sue!” –“Ma sì, è chiaro che non può accusarci di nulla. Però l’alto chierico sarà furibondo e si sfogherà nel peggiore dei modi. Comunque, è inutile restare qui a rimuginare; vieni Jamila, cerchiamo di riposare un po’ perché ci aspetta una giornata lunga e difficile.”
  In realtà, non c’è molta possibilità di riposare; dopo un’ora circa torna il ranger con la notizia che alcuni dei fuggiaschi sono stati catturati di nuovo. La Tenebra implicata invece non è ancora stata trovata e visti gli ultimi eventi si è deciso di aumentare la sicurezza intorno alla mia persona. E alè… quante altre guardie invisibili?
  Rinunciamo al sonno, anche perché ormai mancano poche ore all’inizio delle cerimonie. Non riusciamo a scrollarci di dosso un certo nervosismo. Lui non si allontana da me, cerca costantemente il contatto fisico, non so se per rassicurare me o se stesso. Poi si raccomanda di farmi bella per l’evento. –“A parte che è ancora presto, ma con tutto il casino che c’è in piedi, chi vuoi che ci faccia caso? Che differenza fa?” –“Nel tuo caso fa sempre differenza!” Mi scappa fin da ridere…