Drev
è esasperato: “Dimmi chi ti accompagna!”
–“Ma mi credi così idiota da mettermi in mano al primo che capita?
Zelman si fida, ti basta?” –“No! Zelman si è già fatto fregare alla grande!”
–“Non puoi continuare a ragionare così. Sono tutte persone che hanno anche
delle ottime motivazioni personali per questa missione. Dammi la chiave, Drev!”
–“No. Quindi è gente che ha anche dei secondi fini?” –“Non ho detto questo, hai
capito benissimo!” Mi alzo, spazientita; lui continua: “Lo so che se hai deciso
di andare lo farai comunque, riusciresti a rubarmi la chiave in qualche modo,
anche se un gesto del genere farebbe precipitare la considerazione che ho nei
tuoi confronti… Se hai già pianificato tutto, allora perché non mi hai ancora
detto con chi scendi?” –“Perché più sai, più puoi interferire e boicottarmi!”
Tace per qualche secondo, gli occhi chini sul
tavolino; la sua voce si fa bassissima: “Se mi dici chi viene con te ti do la
chiave”. –“Non ho problemi a dirtelo se mi prometti che non mi seguirai”. È
combattuto, alla fine annuisce: “D’accordo, te lo prometto. Prima però
mettiamoci al sicuro da orecchie indiscrete” Torniamo a Selunnara, nella mia
stanza. Si siede di fronte a me, cercando di controllare la tensione. Gli
spiego tutto, compreso che il gruppetto deve essere così ridotto perché non
abbiamo le coperture magiche per altre persone, e che se loro restano qui le
Tenebre non capiranno che stiamo già agendo. Si rende conto che il nuovo gruppo
è fidato, anche se non gli fa piacere sapere che c’è Vladimir. Tira fuori la
chiave dalla tasca e la appoggia davanti a me. Lo so quanto ti costa questo gesto. Poi mi bacia e se ne va, senza
dire una parola. Vorrei fermarlo, stringermelo addosso, ma ha già gli occhi
lucidi e capisco che non voglia “cedere” adesso. È arrabbiato, deluso… forse mi
sentirei anch’io così al suo posto.
Eppure sono
convinta di avere fatto la scelta giusta. L’ho capito mentre li stavo ad
ascoltare discutere di me come della fanciullina incapace di badare a se
stessa, anche se so che hanno detto alcune di quelle parole per lo stesso
motivo per cui io ho deliberatamente offeso Lorcan; soprattutto, questa è
l’occasione per riprendere in mano la mia vita. Non più ostaggio di qualcuno o
di qualcosa, della paura, o di un obiettivo, per quanto nobile esso sia… Questo
compito è toccato a me e lo porterò fino in fondo, ma è ora che sia io a
dettare le regole. E forse anche loro si accorgeranno che la loro vita non si
esaurisce nel farmi da scudo e potranno di nuovo riassaporarla fino in fondo,
con tutto quello che può offrire. So che Drev starà male, ma se tornerò vedrà
che il mondo non mi crolla addosso appena lui distoglie gli occhi, che non è
l’unico al mondo in grado di proteggermi e che non devo sempre e per forza
essere salvata, perché posso farlo da me. Il peso della responsabilità che si
sente sulle spalle diventerebbe molto più leggero, non avrebbe più così tanta
paura, nemmeno di amarmi…
E se la mia vita
dovesse finire nel Sottosuolo, almeno non potrà ritenersi colpevole della mia
morte.
Lo ammiro per
come si è comportato questa sera, per avere avuto il coraggio di lasciarmi
andare. E lo ringrazio per avermi sollevato dal senso di colpa di dovergli mentire.